Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Bisognerebbe fare questo a capodanno. Buttare le cose che non useremo più magari cancellare le persone che hanno smesso il piacere di scambiare il tempo loro col nostro o che hanno iniziato a farlo male. Ed è già un duro lavoro farlo per un anno. Ecco cosa voglio cancellare.. Ecco cosa voglio buttare.. E poi rimane tutto al posto suo. Tranne me. Sono io che vado e lascio tutto questo. Ci sono due modi, due persone chi butta e chi lascia. Ma chi lascia non ritorna. Chi butta viene spesso inseguito ma questo è un altro film. Dell'orrore. O dell'errore.
Villa Borghese il 1-1-2012 era semi deserta come lo erano le strade. Certo 20 minuti di corsa non sono stati granché anche uniti a 10 successivi ma un segnale all'anno nascente va dato e cosa meglio del sudore e dell'attività in tempi di pigrizia e stasi? Il cielo grigio gli ippocastani gialli: tutto sembra radioso quando si corre. Non serve il sole né manca il colore se si mette in funzione il corpo. Il resto viene dopo. O verrà. Con i buoni propositi.
Avete ancora qualche giorno di tempo per leggere il racconto sul suicidio del portiere tedesco Enke scritto da Juan Villoro. È sull'ultimo Internazionale e vale davvero la pena. La pena di questa fine dolorosa che lo scrittore messicano mette in cronaca e scavo psicologico. Di una differente bellezza il racconto dell'argentino Patricio Pron. Di parrucchiere e involontarie irripetibili complicità.
Su Il Male leggo: Il 69% degli italiani è contrario alla manovra. Il resto pratica abitualmente sadomaso.
Di Carvelli (del 06/01/2012 @ 07:59:03, in diario, linkato 2367 volte)
Plurale di Kikì Dimulà
L'amore, sostantivo, molto sostantivo, singolare, di genere né femminile, né maschile, di genere indifeso. Plurale, gli amori indifesi. La paura, sostantivo, all'inizio singolare e poi plurale: le paure. Le paure di tutto d'ora in poi. Il ricordo, nome proprio della tristezza, singolare, soltanto singolare e indeclinabile. Il ricordo, il ricordo, il ricordo. La notte, sostantivo, di genere femminile, singolare. Plurale, le notti. Le notti d'ora in poi.
da http://blog.libero.it/VitaPerez/
È come se fossero un quartiere unico. Unito. Eppure da un mio pomeriggio di ieri l'altro al Pigneto e di questi giorni a spola tra Quadraro e Torpignattara ho l'impressione di un mors tua vita mea (e mi scuso per l'involontario agro gioco di senso). La mia amica d. faceva il paragone con una storia che ci successe tempo fa. Avvisando un signore che nel suo giardino la sera prima avevamo visto entrare un topo questi, perplesso, sottolineava: nel mio? Forse in quello del mio vicino? Come dire... Il topo del vicino è sempre più vero.
Stamane mi sono prodotto in un dolce di riso e cioccolato su ricetta di Allan Bay. Buono dico io ma non ho la controprova dell'ospite. Buono scriveva lui. Ma non è di questo che volevo parlarvi quanto del fatto che il suo consiglio ai fornelli per distrazione è stato pubblicato per ben due volte sul Corriere della Sera. Si sa... Repetita... E io ho ripetuto... E fanno tre... Ma forse non c'è neppure tre senza quattro ...
Poi però mi ha dedicato la nostra canzone... ha detto così e ha fatto una faccia compiaciuta soddisfatta (Ascoltato oggi al bar da una signora di una cinquantina d'anni). Non so quale la canzone né cosa prima ma in quel "poi" e in quel "però" mica lo so come spiegarvi...ci ho visto un mondo. E in quell'aria satolla, poi...però...?
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