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Di Carvelli (del 23/10/2012 @ 09:49:05, in diario, linkato 1435 volte)
Qui c'è quiete, qui sto bene, qui i prati sono freschi e puri, e la luce del sole e la zona dell'ombra son buoni l'un l'altro come bambini ubbidienti. Qui la mia vita, che è un forte struggimento, non so più che struggimento, è sciolta, qui il mio volere è sciolto. Sono così quieto, così caldo e vivo, passano linee per il sentimento, non so, è tutto confusione eppure tutto è contraddetto. Non sento più alcun lamento, eppure il lamento è nello spazio, in modo così lieve, così chiaro, così sognato, e di nuovo non so più nulla. So solo che qui è tranquillo, spoglio da ogni spinta ad agire, qui sto bene, qui posso riposare, qua nessun tempo mi misura il tempo.
Nessuno fa come noi
Nessuno va e viene da una pallida dichiarazione d'intenti. Nessuno libera il gregge delle promesse nell'aperta valle da cui nulla mai è tornato. Né attende a una posa di selciato né mai vi cammina. Nessuno come noi litiga per la pace, per avere il privilegio del bacio che suggella, della parola che placa. Nessuno fa come noi. Gli altri sono i contabili del buonsenso. A noi e solo a noi il brevetto della felicità.
E poi, all'improvviso, tutta questa bellezza. Che non so spiegarti. Una bellezza così ingombrante da permeare ogni cosa. Noi compresi. E poi, all'improvviso, tutta questa bellezza e noi non troviamo le parole giuste per dirla.
"Io millantarmi alquanto/ Voglio qual mi comanda il folle vino,/ Che talvolta i più saggi a cantar mosse/ Più in là d'ogni misura, a mollemente/ Rider, spiccar salti improvvisi, ed anche/ Quello a parlar, ch'era tacere il meglio". (Ulisse: Libro XIV, 548-553; 1961)
Ma se poi penso veramente alla tua morte
in quale letto d'ospedale o casa o albergo,
in quale strada, magari in aria
o in una galleria; ai tuoi che cedono
sotto l'invasione, all'estrema terribile bugia
con la quale vorrai respingere l'attacco
o l'infiltrazione, al tuo sangue pulsare indeciso
e forsennato nell'ultima immensa visione
di un insetto di passaggio, di una piega di lenzuolo,
di un sasso o di una ruota
che ti sopravviveranno,
allora come faccio a lasciarti andar via?
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