Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Che bella questa luce che viene da noi, da ognuno di noi. E che peccato che le facciamo ombra con quel piccolo ombrellone delle nostre paure. Che bello che oggi è lunedì se pensiamo che non ci sarà ne un martedì ne una domenica. E parlo anche di quelli di prima. L'urgenza che dici, che dici tu, è quella che sia tutto un po' deciso (un po' no, sottolinei), che dopo si sappia cosa sarà. Ma questo, se ci pensi, è un altro ombrellone che ti va di aprire col sole e con la pioggia. Cominciando da adesso che è solo un po' nuvoloso.
Da Cronaca (in La corolla del ricordo) di Chiara De Luca (Kolibris edizioni)
I
Danza nuda sotto le due torri, leggo una mattina gelata nel passare, un tifo da stadio l’accompagna, e chissà che marchio porta sulle labbra come chi ogni giorno sveste ogni pudore versandosi in poesia per essere di tutti eppure non restare.
Certo Pappi Corsicato non è Almodovar (ma se mai avesse desiderato esserlo lo ha fatto a modo suo e queto lo premia). Non è neppure Lars Von Trier (ma non credo abbia mai desiderato esserlo). Né i Coen (e anche qui forse è un incontro non conclamato). E ho citato così dei tributi volontari o involontari di questa ultima pellicola. Ma Pappi Corsicato è un regista da seguire. Magari con un passato passato più interessante del passato presente. Ma - e questo gli fa onore - non si fa e non fa sconti a nessuno. Si rimette dentro le cose che vuole dire con uno stile particolare in cui porta un suo mondo. Un mondo che ha la sua originalità in una cinematografia italiana appiattita su storie costruite in modo un po' troppo formattato. Mi sembra abbastanza per dire di andare a vedere il suo ultimo film. Anche per non darvi il mio stesso privilegio: essere l'unico (unico!) nella sala.
Tenere insieme le cose da "Sleeping with one eye open"
In un campo io sono l'assenza del campo.
E' sempre così. Ovunque io sia io sono ciò che manca.
Quando cammino divido l'aria e sempre l'aria rifluisce a riempire gli spazi in cui era stato il mio corpo.
Abbiamo tutti motivi per muoverci. Io mi muovo per tenere insieme le cose.
trad. Damiano Abeni
Sai che occhi hai? Quando vedo dei leopardi alla televisione mi spavento sempre, ma sono anche piena di un terribile stupore. Suppongo che il leopardo sia capace di guardare la sua compagna con uno sguardo caldo, carezzevole, affettuoso; persino con un sorriso negli occhi. Ma per tutti gli altri esseri il leopardo ha occhi da predatore; da assassino-innocente, per usare un'espressione spaventosa e confusa.
(Tammuz - Il minotauro - e/o)
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