Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Dieses WC wird nach jedem gebrauch automatish desinfiziert
C'è scritto così davanti ai miei occhi ogni volta che entro nel cubicolo del bagno. Non riesco a non guardare questa scritta. Non quella francese, non quella inglese. Neppure quella italiana. Devo assolutamente guardare questa dicitura tedesca. La guardo con l'aria un po' sofferta di chi si sente osservato, giudicato, condannato se non... Forse a qualcosa servono le parole. Forse servono parole dure alle volte. la guardo e faccio quello che devo fare. In fretta. Senza fare storie.
Arrivano in simultanea. Due SMS. 1 di S. e 1 di D. Non si conoscono. S. cerca coperte per cani per l'inverno che si annuncia rigido in un canile dove fa volontariato. D. si occupa di libri. S. è in un ennesimo grande magazzino a cui cerca di chiedere sostegno e sponsorizzazione in forma di merce. D. è in viaggio per librerie assecondando la sua febbrile passione per libri, presentazioni ecc ecc. S. nel suo SMS racconta di una bolgia di persone a caccia di autografo di fotografo (anche se il tipo in questione è noto agli onori della cronaca per il suo lavoro di ricattatore più che di ritrattista). D. nel suo SMS descrive un consimile assembramento a caccia di autografi di uno scrittore (anche se l'autore in questione è disprezzato da quasi tutti gli scrittori maggiori o almeno subisce manifesti arricciamenti di naso ed è reputato formalista e seduttivo, inconsistente seppur molto amato e letto). S. e D. - senza saperlo - alla stessa ora ma in luoghi diversi raccontano un mondo fatto di luci. O ombre?
In un angolo di un bar on the road nel film Paris, Texas in un'inquadratura si intravede un cartello dove c'è scritto THE DUST HAS COME TO STAY YOU MAY STAY OR PASS ON THROUGH OR WHATEVER (cito a memoria)
E' morto Lévi-Strauss.
Ieri mi chiama C., marito di I. MI chiede se può venire a trovarmi molto presto stamattina. Dico di sì - per dire di sì, per dire sempre di sì. Penso: avrà bisogno di qualcosa. Penso: si dovrà svegliare presto per fare qualcosa e gli serve uno che si sveglia presto. Penso male. Viene apposta per me. Viene per parlarmi. Viene - penso ora - per darmi una piccola lezione di fede. Una paginetta di ottimismo e di pensar bene. Che ora scrivo.
Venerdì - Offlaga Disco Pax al Forte Prenestino
">. Sabato - Quo vadis Baby?
Domenica - Isola Zavorra di Gaspare Balsamo e Mario D'Angelo
Non sentivo piangere così da mesi. L'ultima volta che avevo sentito piangere così avevo detto "mai più" - volevo dire mai più a me - ma l'avevo detto come una piccola bugia che uno sa di non poter non dire. promesse che non puoi mantenere (o non credi di potere). L'ultima volta avevo detto "mai più" e avevo pensato "mai più io". Anche ieri l'ho ridetto. Anche oggi lo ridico. Lei piange, singhiozza, davanti a persone che non conosce. Divide con qualcuno di cui solo intuisce qualcosa che non è affetto la sua grande sofferenza. Non è affetto è molto di più e lei non lo sa. sa che può. sa che lì può, con quelle persone di cui non sa nulla. Mi sento tutta la responsabilità di quel dolore. Il "mai più" è ora. E ora c'è da fare qualcosa. Ora è il momento di giurare che quel "mai più" sarà una vera e propria lotta armata per questa persona, al suo fianco. Piange. Di un pianto contagioso che fa piangere anche altre persone. Talmente è sincero, talmente è vero. Un contagio. Giuriamo che l'aiuteremo. Giuriamo che la sosterremo. Che non sarà sola. Non parliamo di noi. Non parliamo per noi. Stiamo facendo una promessa più alta. Un giuramento. Un voto. E lei lo sa. Lo ascolta e se ne rivà sapendo che noi non eravamo noi. E lei, non sarà più lei.
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