Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ho visto Il discorso del re (in lingua originale) e mi è piaciuto. Mi sembra che l'elemento di spicco è la prova di recitazione dei due attori. Mi è sembrato un po' debole e abbozzato il ruolo della regina pur brava la Bonham-Carter. Forse un secondo piano avrebbe aiutato il film. Ma è una pellicola quasi teatrale che si impernia e regge nel dialogo re e logopedista. Davvero una prova magistrale di Colin Firth.
Ho visto Vallanzasca e non mi è dispiaciuto. Ritmato, ben recitato. Un po' agiografico ma funzionate/le.
Oggi vi voglio parlare di merceologia. Vi voglio parlare di quelle usanze tramandate nel tempo e nelle generazioni di comprare la stessa marca di pasta o di caffè. Vi voglio parlare di chi non riesce a fare altro che a ripetere un rito di acquisti e non lo smette. Poi vi vorrei parlare di un gruppo di gattini molto piccoli nati da qualche parte è arrivati nel mio giardino, da soli. Vi vorrei parlare anche di un gatto (non il mio) morto appena fuori dalla mia porta. Vi vorrei parlare in definitiva di tempo. Del tempo. del concetto di tempo. Tutto fa riferimento al tempo. A un tempo personale che si tramanda a breve o a lungo. Un tempo. Che non è ma assoluto. Ne è solo un'interpretazione. Sempre personale.
Con raffiche di vento così pazze, imprevedibili, ci scommetto che una o due formiche saranno capitombolate sulla schiena mentre qui sediamo sotto il portico. I loro piedi ora pedalano biciclette immaginarie. È una battaglia di scaltrezza contro diverse leggi della fisica, per non parlare del Fato, del... e allora che c'è di nuovo? Si chiedono se qualcuno verrà loro in aiuto con briciole di torta, edizioni della Bibbia in miniatura, uno o due fili perduti un capo annodato all'altro capo.
La luce, di una nuova giornata. Poca luce, tanta luce. Una luce, comunque. Esci ed entri dalla città con una visione alta. Sembra un fatto spaziale o temporale. E' un fatto sempre di luce. La luce che si accende e si spegne da sola. Non quella che accendiamo o spegniamo noi.
M'incuriosisce quello che succede prima degli eventi. Cosa determina il concatenarsi di due eventi? Cosa succede un attimo prima. Voglio dire, un attimo prima che noi che ce ne accorgiamo. Cosa lo preparava? Come due binari che stavano viaggiando in parallelo. Scarti uno e ti trovi su un altro. Senza cadere. C'era già sotto, senza che lo sapessi, un altro binario. Ma, ora mi domando, allora perché non ci buttiamo sempre? Perché non guardiamo il vuoto con un po' più di curiosità?
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