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Mobile universo di folate
Mobile universo di folate di raggi, d’ore senza colore, di perenni transiti, di sfarzo di nubi: un attimo ed ecco mutate splendon le forme, ondeggian millenni. E l’arco della porta bassa e il gradino liso di troppi inverni, favola sono nell’improvviso Raggiare del sole di marzo.
Di Carvelli (del 17/06/2013 @ 15:46:34, in diario, linkato 1501 volte)
Non voglio avere tutto per me. Non voglio fare quello che altri già fanno meglio di me. Non voglio desiderare cose che non desidero davvero. Amare chi non amo, mangiare ciò di cui non ho bisogno. Bere acqua e poi buttare quella che non ho bevuto. Consumare cose e persone senza che io possa consumarmi con loro. Tutta qui la mia ecologia.
Ieri ho visto "After Earth" l'ultimo film di M. Night Shyamalan con Will e Jaden Smith (padre e figlio nella vita, padre e figlio nel film). E' vero che non è un'opera capitale del nostro ma il consueto plotone d'esecuzione è come spesso accade a questo regista esagerato. Forse è un film più compilativo dei suoi. Forse la produzione Smith (dall'ideratore al consumatore vedi l'epica americana di Muccino) paga un po' la commissione. Infatti si potrebbe definire quasi un film smithiano. I temi dell'ottimismo ci sono tutti. Un dialogo particolarmente riuscito è quasi al centro del film. E si conclude con una frase che sottoscrivo e scrivo: "Il pericolo è molto reale ma la paura è una scelta". Mi spiace semplificare e ridurre tutto il dialogo che merita davvero di essere citato per intero. Un piccolo saggio sul coraggio. Sul passato e sul condizionamento dello stesso verso il futuro. La speranza. Che - guarda caso - è il tema su cui sto lavorando con un gruppo di amiche e amici.
Farei volentieri a meno di me, a meno che te non facessi a meno di te. Faccio sempre doppie fatiche. Essere me. Essere un altro. Essere me per gli altri. Non fa mica male ma ingrassa. L'ego ogni tanto ha pure bisogno di una dieta. Deve dire "non ci sono". Deve dire "no non sono io". Sparire e tornare solo quando neppure lui deve dire "noi". E tutto succede da sé. Con gli altri.
Ho sentito l'odore
Ho sentito l'odore della terra dopo mesi di sole; ho sentito l'odore della pioggia vasta che scende dai monti col turbine d'agosto come un fumo e il giorno s'oscura; ho sentito l'odore della terra portato lontano dal vento che era passato nei canneti e dentro i boschi arati dall'uragano; ho sentito l'odore delle radiche che avidamente suggevano l'acqua dal gonfio lievitato terreno.
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