Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Problemi sentimentali: è uno di quei connubi che andrebbero banditi dalle conversazioni. Certo, mi direte, e allora chi esce più con chi. E soprattutto per cosa. Già. Quante amicizie finite. Vero. Quanti meno amici/amiche. Sicuro. Infatti infatti bisogna riconoscere al duo PROBLEMI SENTIMENTALI la virtù del fare quadrato (o cerchio per i meno razionali, per chi è per le forme quadrettate e le vie di fuga) più di un camino, di una televisione, di un bicchiere di brandy. Vediamo. La mia teoria (io sono uno di quelli delle teorie, i miei amici lo sanno) è che non esista la categoria “problemi sentimentali” ma la categoria PROBLEMI. E in relazione a questa, al suo massimo grado ahiloro quella delle PERSONE PROBLEMATICHE. Che poi sia detto chiaro e tondo non è che uno rischi di rimanerci a vita. Questo no. Ora: esistono i problemi, una predisposizione ad averli ed una accentuazione sentimentale, meglio una funzione catalizzatrice dei sentimenti. Insomma: il problema non è sentimentale. Né il contrario. Il problema è il problema. Così le persone che ci aderiscono con facilità. In sentimenti non hanno i problemi. Sono i problemi che hanno i sentimenti problematici. Da cui la categoria PROBLEMI SENTIMENTALI. Vi ho convinti?
Di Carvelli (del 21/02/2005 @ 12:36:40, in diario, linkato 1029 volte)
Intanto una recensione che scovo in internet. Questa
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di Oliva Muratore
muratore@bazarweb.info
Roma, una città che t’irretisce
La più mediorientale delle capitali europee vista con gli occhi di un autore che sceglie di perdersi in questa città per raccontarla…
“Non esiste una sola Roma. Ce ne sono 100, mille, infinite. Ci sono infiniti volti che si sovrappongono e tracciano stratigrafie dell’anima. Roma è questo, e insieme qualcos’altro di diverso, di non ancora scoperto. Roma non la trovi, non la conquisti, non la domini mai del tutto. Mentre è qui, Roma è già altrove, un altrove che non raggiungerai mai. E’ la città che t’irretisce, che ti perde nei suoi poetici profili. Non sei tu a scegliere Roma, ma è la città a volerti, il labirinto a vincerti”. E’ proprio questa intuizione a dominare le pagine di Perdersi a Roma, di Roberto Carvelli (edizioni Interculturali, 2004). Un testo particolare che si presta a differenti letture sociologiche e a più livelli d’indagine ermeneutica. Uno studio che parte dalla città, dalla sua toponomastica, dalle strade, dai quartieri, dalle chiese, dai monumenti; che parte dalla pietra, dalla polvere, dall’acqua. Alla parola l’autore affida il compito di ritrarre Roma, dove lui stesso vive e che ogni giorno cerca di scoprire sotto una luce differente. Ad accompagnarci in questo itinerario pittorico intinto nella tavolozza cromatica della più mediorientale delle capitali europee, ma anche nella più drammaticamente vera, umanamente nuda e profeticamente spietata, i racconti dei grandi artisti, le testimonianze dei massimi scrittori viventi, ma anche di quelli che hanno semplicemente scelto Roma come patria d’elezione. Roma sembra fuoriuscire, d’improvviso, dalla sontuosa cornice architettonica dei secoli e dei millenni, per ritrovarci all’angolo di un baretto, nella luce declinante di un tardo pomeriggio, nella densità rosa di un cielo che sfiora le algebre dei terrazzi. Roma è questo ed è anche la culla del pensiero, del cinema, della cultura contemporanea. Roma è il nido che ciascuno di noi si porta dentro, “l’architrave magica che ci consente di accedere alle leggi dell’eterno ritorno”, l’Itaca che la scrittura misurata di Roberto Carvelli elegge a rifugio del vivere, del sentire, qualche volta del morire. |
Poi la segnalazione di alcune presentazioni su cui vi aggiornerò presto e una mail meravigliosa e sorprendente di una amica che riceve l'invito alla lettura di P.A.R. da un insospettabile amico, guru del suo alpinismo.
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Di Carvelli (del 22/02/2005 @ 10:02:41, in diario, linkato 1163 volte)
A Planet 430 Sky si parlerà di porno. Ieri abbiamo registrato una piccola intervista in una videoteca sezione adulti. Un glossarietto chiacchierato dei generi e dei sottogeneri. Stili etc.
Di Carvelli (del 22/02/2005 @ 10:59:17, in diario, linkato 1003 volte)
Sabato manifestazione. Passo passo. Che effetto che fa ritrovarsi sotto i piedi e gli occhi i sampietrini che tanto ti hanno fatto soffrire su due ruote. Ritrovare tutti quegli avvallamenti che alla velocità non sono altro che scosse nella schiena e ora stanno lì che manco sembrano così traditori.
Di Carvelli (del 22/02/2005 @ 17:24:22, in diario, linkato 3784 volte)
ROBERTO CARVELLI: La Comunità porno (Coniglio Editore, pp. 224, € 14,00) |
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Se ci si domanda quale sia la natura del linguaggio hard oppure come funzioni il set di un film con Laura Angel o Jessica Fiorentino, una produzione Bandinelli rispetto ad un video amatoriale, si comprende ben presto che non esistono risposte semplici. Semplificazioni sì, e tante. Poca competenza, molta superficialità adatta a non andare oltre il quesito: «Cos’è il porno, per l’opinione comune?». Riflessioni, insomma, in gran parte espresse in maniera alquanto limitata. Sulle risposte vere e proprie l’impresa si fa più problematica. Si può dunque salutare con piacere l’arrivo in libreria di un altro saggio sull’argomento dopo l’ottimo Il Porno di massa di Pietro Adamo. In copertina, su fondo grigio, una fiera armigera fetish/transgender disegnata da Roberto Baldazzini. Sottotitolo: La scena hard italiana in presa diretta. Pre/intervista di Enrico Ghezzi, postfazione (Le parole che mancano – appunti per uno studio linguistico dei film pornografici) di Francesca Serafini, autrice di diversi saggi come Versi rock (Rizzoli, 1996) e Parola di scrittore (Minimum Fax, 1997).
L’autore di questo volume pubblicato nella collana ‘Maxima Amoralia’ dell’editore Coniglio si chiama invece Roberto Carvelli, è nato a Roma nel 1968, ha scritto Bebo e altri ribelli. La rivoluzione spiegata alle commesse (Nonluoghi Libere Edizioni, 2002); Letti (Voland, 2004); Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale (Edizioni Interculturali, 2004). Molto, si intuisce, il lavoro preparatorio per un libro cominciato, come si apprende dalla quarta di copertina, con un’intervista a Jessica Rizzo (“Io non mi sento attrice del sesso, sono me stessa così”) e concluso mettendo insieme conversazioni telefoniche, mail, impressioni raccolte sui set visitati da ospite.
L’hard che si produce, distribuisce, consuma in Italia, parla con i filtri ridotti al minimo. È un universo complicato/delicato che svela un po’ di se stesso attraverso le voci degli addetti ai lavori e di qualche fruitore. Indovinato partire allora da una dichiarazione di Ghezzi peraltro già nota, ripetuta in decine di occasioni, sicuramente mai abbastanza (dura mettere al tappeto i maledetti romantici del cinema): “Sinteticamente, penso che il cinema pornografico sia quel che il cinema potrebbe e dovrebbe e vorrebbe essere sempre, e che forse ‘è’, e che non è mai stato davvero, salvo che in rarissimi momenti di rarissimi grandissimi registi (a cominciare dai Lumière, e in essi più che in altri), e in una miriade di istanti disseminati in infiniti film mediocri, in documentari innocui e qualsiasi, in televisione.” E giusta la scelta di inserire come primo pezzo in scaletta tre rapidi flash da altrettanti set (il primo, in località Torciano, particolarmente movimentato e non certo per motivi piccanti) dove si apprende tra le altre cose che il ciak è sostituito da indice e medio di una mano che si chiudono a forbice.
Nel secondo capitolo interviene Riccardo Schicchi, passato alla storia per le sue scoperte più celebri, Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger, oggi caduto un po’ in ombra. Il siciliano che debuttò nel 1966 come collaboratore della rivista Men, conserva una visione old-fashioned di un sistema che negli ultimi trent’anni è passato attraverso una serie di significativi mutamenti. Schicchi infatti spiega: “Ho fatto della pornografia una cultura, una religione. Un mondo parallelo. Molti hanno cercato di farne un mondo di impiegati, di chi conta i minuti, le scene. Quella non è pornografia. Non è quella la mia idea.” Più degne di attenzione le voci che Carvelli presenta a partire dal terzo capitolo: Mario Salieri, autore della saga Concetta Licata, con Selen, e di altri titoli di rilievo come Inside Napoli per la riuscita commistione tra hard e fiction, poi per l’estrema cura della realizzazione. Silvio Bandinelli, regista dalla filmografia sterminata (due titoli su tutti: Anni di piombo e Cuba) e caratterizzato da un certo impegno politico. Monica Timperi, compagna di Bandinelli, regista donna che si nasconde dietro lo pseudonimo di Frank Simon. Ancora, figure del set come il fotografo di scena Nicola Casamassima, l’operatore Frank De Luca, i truccatori, gli assistenti tuttofare come Giuseppe che dice: “Uomini che schizzano e donne che si puliscono. Case piene di vibratori. Case che non sono alberghi ma che hanno la freddezza di studi di posa.”
In questo coro spicca indubbiamente l’attore Franco Trentalance, personaggio colto, ironico, acuto (“Se si potessero pagare quattromila euro al giorno, credo ci farebbero girare anche nei Musei Vaticani.”), già apprezzato per i suoi interventi sulla rivista Videoimpulse e in ogni caso lontano dallo stereotipo camp del performer alla Rocco Siffredi.
Alla fine, si giudica La Comunità porno una lettura divertente ma non frivola, un documento notevole in cui uno dei motivi principali d’interesse risiede nel fatto che l’aneddotica risulta sempre bilanciata da testimonianze di prima mano e riflessioni mai banali. In testa, come già osservato, c’è la gente dell’hard, mentre i pareri di studiosi come Roberta Tatafiore e Franco Grattarola si trovano nelle ultime pagine, poco prima della postfazione di Francesca Serafini, spassosa quando mette in fila titoli che meriterebbero un premio speciale alla creatività: Ano mattina; Schizzi a parte; Brave Ass – Culo Impavido; Sodomia e pallottole...Più fantasia, ne converrete, rispetto ai tristi listini del cinema “normale”.
(N.G.D’A.) |
Di Carvelli (del 23/02/2005 @ 12:26:48, in diario, linkato 1052 volte)
Leggo Memoria delle mie puttane tristi di Marquez...supero lo scoglio del tema per scoprire la maestria della scrittura, la perfezione della prosa pur a fronte di un debole plot...ma chissà cosa succederà se continua questa mediziazione su vecchiaia e morte così sublime... La Fallaci invece intervista "sé stessa" (sic! e in copertina) chiedo aiuto ai glottologi ai grammatici ai... sé stessa? Non c'era uan regoletta?
Di Carvelli (del 23/02/2005 @ 14:18:49, in diario, linkato 1030 volte)
Le foto sono di Mario D'Angelo (autore tra l'altro della foto di copertina di Perdersi a Roma)
Roma 26 febbraio h. 18,30
Galleria de'Serpenti
via de' Serpenti 32
Di Carvelli (del 23/02/2005 @ 14:54:21, in diario, linkato 1341 volte)
TEATRO PALLADIUM UNIVERSITA' ROMA TRE
Piazza Bartolomeo Romano, 8 (metro garbatella)
Info 06 57067761 - www.teatro-palladium.it
27 febbraio, ore 17,00-21,30 ingresso libero
La città fuori le mura
1) Emanuele Trevi Garbatella
2) Elena Stancanelli Tor di Quinto
3) Marco Lodoli Fleming
4) Sandra Petrignani Africano
5) Fulvio Abbate Quarticciolo
6) Andrea Carraro Centocelle
7) Carola Susani Alessandrino
8) Francesco Piccolo Acilia
9) Giosuè Calaciura Porta Portese
10) Daniela Gambino Pietralata
11) Laura Pugno Sedia del diavolo
12) Antonio Pascale Tangenziale
13) Aurelio Picca Tor Bella Monaca
14) Valeria Viganò Malagrotta
15) Tommaso Giartosio Laurentino 38
16) Rosella Pastorino Espero
17) Cristian Raimo Villa Spada
18) Francesco De Filippo Trionfale
19) Nicola Lagioia Ponte Milvio
20) Paolo Del Colle Giuliano Dalmata
21) Sebastiano Nata (Gaetano Carboni) delle Valli
22) Michele Mari San Giovanni
23) Francesco Pacifico Prato Rotondo
24) Claudio Damiani Città Giardino
25) Giuseppe Casa Prenestino
26) Lorenzo Pavolini - Grottarossa
27) Edoardo Albinati Mandrione
28) Romana Petri Villa Ada
Di Carvelli (del 24/02/2005 @ 08:59:55, in diario, linkato 1088 volte)
I prossimi incontri:
Antica Libreria Croce Corso Vittorio Emanuele II, 156 - Roma
Sabato 26 febbraio 2005, ore 18 Parole impiegate Letteratura e lavoro
SABATO 26 FEBBRAIO 2005, alle ore 18, presso l'Antica Libreria Croce di Roma in Corso Vittorio Emanuele II, 156, I LIBRI IN TESTA presentano "PAROLE IMPIEGATE - letteratura e lavoro". Letture di Nanni Balestrini, Ben Sirach, Emily Dickinson, Fedor Dostoevskij, Bob Dylan, Giorgio Falco, Lars Gustafsson, Giulio Mozzi, Christian Raimo, José Saramago, Paolo Volponi, Emile Zola, Anonimo egiziano del XIII secolo a.C. L'incontro è promosso dall'Ass. Cult. Antica Libreria Croce. L'ingresso è libero.
Di Carvelli (del 24/02/2005 @ 09:02:07, in diario, linkato 1052 volte)
Ieri uno strano manifesto campeggiava per le vie dei Parioli. Una bella signora ti guardava, ti ricordava il suo nome per accordarle una preferenza elettorale e ti diceva L'INTELLIGENZA DEL CUORE. Sono stato ore a capire perché mi piacevano quelle parole e perché non mi piaceva sentirmele dire così. Mi sono ricordato delle interminabili dissertazioni di domenica su sanscrito e giapponese e su quell'ideogramma che le significa entrambe ad un tempo. Una parola invece di due. Stamane all'alba tra un battere di tasti e l'altro ho letto la frase di Marquez che diceva (cito a memoria) che la fama è una signora molto grassa che non dorme con te ma che all'alba ti guarda dai piedi del letto in tutta la sua mole.
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