Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 24/02/2005 @ 09:32:52, in diario, linkato 1333 volte)
Approfitto della splendida recensione di oggi (Siciliano su Repubblica) al libro di Milo De Angelis TEMA DELL'ADDIO per dire che anche ad una rapida lettura da libreria in piedi mi era sembrato un libro sublime e doloroso e mi ero ripromesso di comparlo e citarlo. Lo farò. La qualità umana del dolore mentre fuori la città ferisce. Il dolore delle stanze al dolore delle strade.
L'immagine di copertina è meravigliosa. Se non sbaglio è di questo artista qua.
Guaitamacchi
In costruzione (in distruzione anzi)... Concludo la mia riflessione... Succede spesso. A Roma. Succede spesso, a chi gira in metropolitana, a chi sale sugli autobus. A chi vive con i piedi. Abbarbicato a questa città ondulante, multipiano, sfalzata, che un vecchio inciampi o faccia per cadere. Non volente. Quasi imbarazzato di tanta incertezza. E spesso il romano capa dalla tasca il suo cinismo: "certo che all'età sua se ne potrebbe sta a casa!" Sentirlo sembra più un'esagerazione che dirlo. Più che il sentirlo infastidisce che qualcuno lo abbia detto. E pensato?
Di Carvelli (del 25/02/2005 @ 14:25:26, in diario, linkato 1196 volte)
Per tutti quelli che vogliono ricordare o che non dimenticano... Il sesso datato/dotato di tempo... e di ricordi (la grafica non è eccelsa ma l'archivio è interessante).
Insonnia. O meglio: sonno a tratti come piccole campiture informali che non fanno un disegno d'assieme. Stamane all'alba stanco apprendo che è stato ucciso sulla strada che mi porta al lavoro e da cui torno un pregiudicato ma sula marciapiede passando vedo solo segatura.
Di Carvelli (del 01/03/2005 @ 09:24:02, in diario, linkato 1063 volte)
Ieri ho sentito la bella e brava Michela Cescon dire un miracolo. A parole sue. In pratica (parlava del suo film Primo amore) la raggiunta dimesstichezza della parte sua con la parte del protagonista maschile si sarebbe evidenziata in questo. Diceva la Cescon: all'inizio VittorioVitaliano (Trevisan) lo trovavo ossuto poi ho cominciato a trovare delle zone comode su cui appoggiarmi. Credo che in questa dimestichezza (conoscenza) con il corpo degli altri ci sia la raggiunta intimità.
Di Carvelli (del 01/03/2005 @ 09:56:47, in diario, linkato 1103 volte)
Credo di aver trovato il libro di poesia più bello da anni. Ho l’imbarazzo della scelta del dolore e della bellezza. La faccio con la timidezza di un’antologia unica.
“Noi che abbiamo conosciuto/ il cuore di ogni giorno e il cuore senza età,/ l’idea che illumina la carne,/ la sapienza delle misure/ e il lampo, noi ci lasciamo/ qui, in due metri di cemento, con un atto/ di presenza, un battito/ estivo, uno scambio di persona” MILO DE ANGELIS Tema dell’addio.
Di Carvelli (del 01/03/2005 @ 17:18:48, in diario, linkato 1093 volte)
A proposito di scrittura del vezzo, ieri ho sentito Cerami (era da Sinibaldi a Fahrenheit radio3) dire una cosa molto giusta, giusta per me, la condivido cioè. Mi piacciono, diceva, gli scrittori che stanno un passo indietro. Nascosti. Non mi piacciono gli scrittori che sfoggiano bella scrittura. Li trovo volgari. Chi sono costoro (i non volgari intendo)? Io direi i Piersanti, i Parise, i....
Di Carvelli (del 01/03/2005 @ 18:39:56, in diario, linkato 1030 volte)
Mi saluti, ti rimetti il reggiseno, senti/ che puoi smarrire il codice terrestre, demolire/ il nucleo, precipitare nel buio. Vai verso la doccia./ Ricordi un nove e ottanta a corpo libero,/ una primavera della pelle, una diagonale perfetta./ Dall'incubo estrai una forcina, ti aggiusti/ i capelli, indossi la cuffia, chiedi soltanto/ di essere risparmiata."
Omammasanta dice ommammasantasantissima e si lamenta di questo carattere qua. Dice: niente abbandono. Dice: niente allentamento delle gabbie. Dice. Io, che dico - che è vero – che dico? Cerco di smoccolare tutta questa teoria che mi porto dietro. Teoria senza tomi. Con cosa mi difendo? Intorno a cosa faccio quadrato? Intorno a che dico la mia? E me ne sto zitto che tanto se dico quello che penso dico quello che sa. Ma tanto quello penso. Tanto è così che la vedo. Che non si può aspettare l’occasione che se anche il caso funziona, funziona a corrente alternata. Penso (mica lo dico, ‘ste cose le penso e non le dico ma le so e si sa che le penso, ma non le dico) e me ne sto zitto e dico che tanto poi il caso mi viene incontro. Che se anche poi il caso fa la sua strada hai voglia a giravoltare il caso. Arriva prima la mia teoria comunque. Ed è così in effetti ma dice: che così la vita non è serena non ha sorprese non è bella. E c’ha ragione c’ha anche se il caso, il caso… proprio non mi va giù. Senza teoria, dico. Ecco, ci vorrebbe una teoria del caso. O almeno – questo me lo concedi – teoria più caso. Dice sì, così va bene. Anche per me.
Ho visto e mi è piaciuto Mare dentro. Un film emozionante, forse emotivo. Bello. A parte l'essere film a tema che spesso è un pericolo perché si rischia la didascalia. Per questo apprezzo ancora di più il coraggio di affrontare un tema senza essere un tema o un tematizzatore. Bardem è un attore maiuscolo.
LA POESIA
Mare dentro, in alto mare - dentro, senza peso nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà che fanno vero un desiderio nell'incontro.
Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una saetta, il mio corpo cambiato non è più il mio corpo, è come penetrare al centro dell'universo.
L'abbraccio più infantile, e il più puro dei baci fino a vederci trasformati in un unico desiderio.
Il tuo sguardo il mio sguardo, come un'eco che va ripetendo, senza parole: più dentro, più dentro, fino al di là del tutto, attraverso il sangue e il midollo.
Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio essere morto, perché io con la mia bocca resti sempre dentro la rete dei tuoi capelli.
Ramón Sampedro
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