Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 12/01/2006 @ 14:17:40, in diario, linkato 1567 volte)
Tutte le bariste del mondo dovrebbero avere qualcuno che gli scaldi le dita. Soprattutto perché è inverno e fa freddo e metti e leva e caldo e freddo alla fine le dita ce le hanno gonfie e rosse come le dita di chi ha il vizio dell'alcol e sempre fredde e umide anche se sono asciutte e con gli anelli che ci rimangono in mezzo sacrificati al dolore dei polpastrelli che premono per ingigantirsi sempre di più. Tutte le bariste del mondo hanno diritto a qualcuno che scaldi loro le dita e non importa chi sia questo qualcuno e se sia un qualcuno buono o bravo ma un'altra mano più calda e paziente che tenga le loro al caldo di una stretta. Ché se devono tornare a casa sole senza passare per niente altro che non sia un televisore sfiatato sul nulla allora quelle bariste sono costrette a mettere una tisana calda o un te in una tazza e starsene fino a che la stanchezza non diventa sonno con le dita aggrappate ad una tazza fumante che cosa non sanno. E non è giusto. Tutte le bariste meritano le mani di qualcuno. Tutte senza eccezioni.
Di Carvelli (del 13/01/2006 @ 09:33:39, in diario, linkato 1614 volte)
“L’Amore e l’Amante vivono davvero in eterno:/ non attaccare il cuore a cose riflesse e prestate!/ Fin quando t’abbraccerai stretto un’amante già morto?/ Abbraccia piuttosto la Vita, che non ha limite mai!”
“Anzi siamo più alti degli Angeli! Perché non passiamo oltre dunque? La nostra meta è l’Eterno!”
Rûmî – Poesie mistiche (traduzione di Alessandro Bausani)
Perché usiamo la parola “intimità” solo in riferimento alle altre persone? A noi con le altre persone, e così raramente a noi in riferimento con noi stessi? “Nel nostro intimo” per estensione sembra esser diventato “nel nostro privato messo in condivisione con gli altri (non sempre il privato degli altri)”. Perché “intimità” non significa il nostro personale rapporto con noi stessi svincolato da qualsiasi altra relazione esterna? Il diario di oggi è a rotaia. Nasce sul tram e ascolta (spia acusticamente) una conversazione in cui una ragazza parlava ad un’amica (un’amica? O una conoscente, una coinquilina – si sale sull’autobus con un’amica alle 8 del mattino? Forse sì) in intimità (ma eravamo trecento e uno addosso all’altro ed era impossibile non violarla, forse voleva essere violata quella intimità? “Io gli ho regalato questo… io gli sono stata vicina quando…. Che poi io glielo avevo detto che lui… invece non mi ha dato retta…” Ogni frase sembrava far scoppiare dei palloncini di plastica come quando ai lunapark se ne rimane un po’ di plastica afflosciata a pendere da una corda. Esplosa. Finita. Ridotta all’insignificante brandello di un’inutilizzabile fibra. In palio non c’era neppure un orsacchiotto di squallido peluche con gli occhi due ellissi disegnate male.
Di Carvelli (del 13/01/2006 @ 11:52:57, in diario, linkato 1566 volte)
Di Carvelli (del 13/01/2006 @ 13:00:09, in diario, linkato 1596 volte)
Di Carvelli (del 16/01/2006 @ 11:43:57, in diario, linkato 1690 volte)
Ringrazio per la segnalazione link del mio pezzo-riflessione su Dovlatov di tempo fa e lo faccio segnalando un blog davvero interessante, questo
http://samovar.blogosfere.it/
Di Carvelli (del 16/01/2006 @ 15:57:07, in diario, linkato 1647 volte)
Non so se vi è capitato di passare una serata facendo cose comuni. Che so mangiano. Vedendo un film. Stando con un amico o un'amica. Andando a comprare un pollo in rosticceria per portarlo a casa e mangiarselo a casa da soli. Nient'altro. Una serata. Poco più o meno di questo. Eppure sentire che nella breve scossa di quel niente c'è tutta la faccia piena della vostra infinita felicità.
Di Carvelli (del 17/01/2006 @ 10:20:40, in diario, linkato 1685 volte)
"Si alzò lentamente e andò a aprire. Era Rita, con una vaschetta di gelato in mano. "Ero andata a comparlo per me e ho pensato di prenderne un po' anche per lei," gli disse sorridendo timida. "L'ho disturbata, mi scusi. Ma quando sono stata in ospedale avevo una voglia di gelato che impazzivo... e nessuno me lo portava mai."
"Andò a letto elaborando progetti di fondamentale importante sociale, pensando agli uomini timidi e senza potere che fanno da contrappeso al resto del mondo. Nella sua fantasia ogni potente diventava il parassita di un uomo timido che lo illuminava di nascosto."
Il ritorno a casa di Enrico Metz
Collana: I Narratori Pagine: 208 Prezzo: Euro 15
Di Carvelli (del 05/02/2006 @ 15:05:57, in diario, linkato 1691 volte)
Cari lettori e frequentatori...Ultimamente mi si è letto di meno qui...la breve pausa è dovuta ad un nuovo breve ma pressante lavoro che sta vedendo la luce e che si annuncia tra breve in libreria (marzo?)...qualcosa che si presenterà come un libro, come un diario, come un reportage giornalistico... come un po' di tutte queste cose. Nel frattempo mi risulta che Kamasutra in Smart ha esaurito la sua tiratura e sta un po' lì tra copie scampate ai magazzini e vendite on line...Presto ci saranno delle altre novità ma per ora ancora un po' di silenzio.
Di Carvelli (del 10/02/2006 @ 12:16:20, in diario, linkato 1721 volte)
In questa piccola pausa vedo tante facce, sento tante voci e scrivo i loro pensieri. In questa piccola pausa cammino e registro i discorsi, racconto il presente. In questa piccola pausa sono come un registratore con un nastro corto corto che deve restituire tempo al tempo. Le parole saranno: dovere, convinzione, certezza, il mio pensiero, il tuo pensiero.
Di Carvelli (del 17/02/2006 @ 11:29:02, in diario, linkato 1707 volte)
Quando la probabilità diventa certezza si crea un vortice vuoto. Il risucchio di questa naturale caduta alle volte dà la scossa di un piacere naturale. Atteso. Confermato. E' come se senza poter rifare calcoli il risultato si appalesa esatto e chiaro, senza il bisogno di altre verifiche.
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