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"Per il resto la sua autobiografia era priva di interesse quanto lo sarebbe stata la sua autopsia". Così scrive Nabokov in Lolita. Speriamo di scrivere pagine più ricche della nostra vita. Una vita piccola ma che ha possibilità di squarci improvvisi proprio partendo dal poco che è, che sembra. Ieri Don DeLillo ha deliziato la platea con un racconto di grande acume. Nessuna struttura pensata per stupire. Solo un incessante bisogno di verità. Che, in definitiva, guardando ai miei tanti generi e autori amati è il tratto che li accomuna. Anche dei libri bisognerebbe poter dire il contrario di quel che scrive Nabokov.
Saranno le 23e30 giù di lì. Ho appena visto il film dei fratelli Dardenne e mi domando come mai non sbaglino un film. Mi domando come mai non mi annoino nonostante facciano in pratica sempre lo stesso film. Mi domando anche come mai sia tanto soggiogato dal loro cinema e allo stesso modo, per dire, da quello di Ozon che è l'esatto contrario di questo parossismo di un tema. Saranno le 23e30 giù di lì. Sono in giardino. Nel giardino dietro la casa che leggo Lolita di Nabokov mentre bevo uan grappa e fumo il sigaro. Ogni tanto dietro la siepe c'è un rumore piccolo. Più piccolo di un rumore da gatto. Il libro, come saprete, è arguto e barocco. Il linguaggio però (nel caso di Lolita, almeno) non perde l'aderenza con la strada. E questo lo rende non inutilmente ricercato. C'è odore di gelsomino tutt'intorno. Io dovrei avere anche tante cose da pensare. Alcune non belle. Eppure mi sembra tutto così bello. E non c'è un vero motivo perché sia così. Ma è così. E il merito, ora lo so, non è né del gelsomini, né di Nabokov, né della notte. E forse neppure della grappa. Ci vorrebbe una formula di questa piccola felicità. Come una sigla di questa tavola chimica. Ci vorrebbe. O c'è.
Il fatto è questo: l'albero di nespole nel giardino di dietro, pur sforzandosi ogni anno di produrne quante più possibile, viene fatto oggetto di cannoneggiamenti di tutti gli uccelli. Le soluzioni allo studio sono: un richiamo (un brutto richiamo) per uccelli, una rete che blindi tutta la chioma dello stesso, una casetta con mangime per distogliere i pennuti. Infine la raccolta prematura. Questa ho scelto io. Poco scientista e poco salutista ma efficace. Amara ma efficace.
Ho scritto e ricevuto sms di grave concezione. Ho scritto e ricevuto messaggi di autentico rigore. Qualche volta mi sono pentito (anche di averne ricevuti) ma mai quando gli stessi erano scritti bene. Pensati bene, per il bene. Severamente belli. Mi è dispiaciuto di più quando ne ho ricevuti o scritti altri meno generosi anche se più compiti, ragionati e cauti. Quello che cito oggi non è mio (mi è arrivato con un giro un po' complicato che sarebbe duro spiegare) ma è talmente bello che ogni tanto lo devo rileggere per ricordarmelo (cosa che faccio ogni tanto anche con messaggi miei per ricordarmi quello che ho sintetizzato bene una volta e che è giusto che non dimentichi, una specie di imperativo morale di come sono anche se mi costa essere quello che sono, quello che voglio essere). Alle volte è prezioso essere severi. Prima con se stessi. Lucidi anche con noi. Ma questa è un'altra storia, anche più grande e complessa. Ecco il messaggio non mio:
Cara x capita di non capirsi.magari hai trovato sempre uomini con cui funziona così perciò sei confusa e fai peggio e non riesci a recuperare,a essere diversa,come vorresti.però non si vince niente,non te l'hanno spiegato?si gioca solo per stare bene mentre si gioca.
Potrebbe essere un dentifricio e invece no. Tante cose potrebbe essere se non sai cos'è. Ma una è. In realtà è come se fosse più di una o una grossa. La parola di oggi è clangore. Ma non so perché. Deve essere uan cosa legata a un sogno fatto o forse l'esatto contrario di questa mattina di silenzio e poche auto (strano). http://www.etimo.it/?term=clangore
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