Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il futuro E so molto bene che non ci sarai. Non ci sarai nella strada, non nel mormorio che sgorga di notte dai pali che la illuminano, neppure nel gesto di scegliere il menù, o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee, nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.
Nei miei sogni non ci sarai, nel destino originale delle parole, nè ci sarai in un numero di telefono o nel colore di un paio di guanti, di una blusa. Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te, e non per te comprerò dolci, all'angolo della strada mi fermerò, a quell'angolo a cui non svolterai, e dirò le parole che si dicono e mangerò le cose che si mangiano e sognerò i sogni che si sognano e so molto bene che non ci sarai, nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo, nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti. Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo, e quando ti penserò, penserò un pensiero che oscuramente cerca di ricordarsi di te.
Con un colpo di cacciavite faccio a meno di me. Olio e pinze faccio a meno di me. Stringo, svito, allento e, alla fine, faccio a meno di me. Lo faccio per te.
La mail dice parole troppo belle per me. E infatti non è per me. Parla di me. Dice di me. Ma non è per me. Non solo per me. La mail per errore arriva alla mia mail ma la dovrei condividere con altri. Mi vengono in mente almeno sette persone. Ma è ancora un numero basso. Così mi metto a scrivere su un foglietto altri nomi di persone. Di alcuni non ho neppure la mail. Ma, mi dico, non si tratta solo di inoltrare la mail. Bisognerebbe spiegare in che misura li riguarda. Perché la giro anche a loro. Quale è il loro contributo a quelle parole troppo belle solo per me. In definitiva penso che non sia tanto questione di inoltrarla. Penso che sia solo il caso di saperlo, di ricordarlo a me. Che la mail che parla di me. Non è solo di me che parla. Non solo per me. C'è altro. Per una volta sì: c'è altro.
Il nuovo film di Ozon (Nella casa) è, as usual, una citazione da altri registi. C'è Hitchcok, anzitutto. Ma c'è letteratura: Flaubert che apre con un rimando volontario e che sarà il filo rosso e il nume tutelare di tutto il film. Di questa storia di educazione sentimentale e di bovarismo. Ozon si conferma un regista metafilmico e metaletterario. I suoi rimandi sono, in definitiva, trame. Non chiudono in citazione ma aprono in riscrittura. Partono e ritornano in quell'universo a cui i rimandi stessi contribuiscono a dare vigore di connessione. E' un cinema che ha dei suoi perché anche in questa multi-visione. Echi, rimandi, revisioni. Che danno in definitiva non solo l'idea di un regista molteplice ma di una linea di visione in cui l'aspetto della varietà e del riferimento non toglie originalità agli esiti.
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