Notorietà (1957)
Eccoci qui distesi, amanti nudi, belli per noi – ed è quanto basta - solo con foglie di palpebre vestiti, siamo immersi nella notte vasta.
Ma già sanno di noi, già sanno queste quattro mura, la stufa spenta, ombre sagaci sulle sedie stanno e il tacere del tavolo è eloquente.
E sanno i bicchieri perché sul fondo il tè non bevuto si raffredda. Swift ormai non può certo fare conto che questa notte ci sia chi lo legga.
E gli uccelli? Non illuderti per niente: ieri li ho visti scrivere volando con ardire e apertamente quel nome con cui ti sto chiamando.
E gli alberi? Qual è il significato del loro incessante bisbigliare? Dici: solo il vento forse è informato. Ma di noi come ha potuto sapere?
Dalla finestra è entrata una falena, e con le sue piccole ali pelose atterra e decolla di gran lena, fruscia sul nostro capo senza posa.
Forse quell’insetto, più di noi dotato d’una vista acuta, vede meglio? Io non ho intuito, né tu indovinato che i nostri cuori splendono nel buio.
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