NERA CORONA
Col sangue di sconvolte ferite abbeveri le tue spine, che l’ansia unghiuta covi regina in pieno buio.
Congiungi le mie mani folli.
Tutti i pii, tutti i beati vidi venire cantando a te. Li uccidesti con l’ascia. Oh, il veleno del tuo dardo.
Guarisci i miei occhi spenti.
Nei venti, nei pungenti, strappi tutte le arpe soavi. Calchi la dolce guazza dei giorni… Passo di chi? – suono del lutto?
Reggi il mio perso brancolare.
Coi taciturni, i molti, sfreni ostili bufere. Nel silenzio, immenso, getti i tuoi ceppi ardenti.
Prepara il mio sonno leggero.
(da Paul Celan,Poesie sparse pubblicate in vita - Nottetempo, 2011 - Traduzione di Dario Borso)
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