Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 25/01/2007 @ 14:24:50, in diario, linkato 1481 volte)
Alle prese con una verde milonga il musicista si diverte e si estenua... E mi avrai verde milonga che sei stata scritta per me per la mia sensibilità per le mie scarpe lucidate per il mio tempo per il mio gusto per tutta la mia stanchezza e la mia mia guittezza. Mi avrai verde milonga inquieta che mi strappi un sorriso di tregua ad ogni accordo mentre mentre fai dannare le mie dita... Io sono qui sono venuto a suonare sono venuto ad amare e di nascosto a danzare... e ammesso che la milonga fosse una canzone, ebbene io, io l'ho svegliata e l'ho guidata a un ritmo più lento così la milonga rivelava di se molto più, molto più di quanto apparisse la sua origine d'Africa, la sua eleganza di zebra, il suo essere di frontiera, una verde frontiera ... una verde frontiera tra il suonare e l'amare, verde spettacolo in corsa da inseguire... da inseguire sempre, da inseguire ancora, fino ai laghi bianchi del silenzio fin che Athaualpa o qualche altro Dio non ti dica descansate niño, che continuo io... ah ...io sono qui, sono venuto a suonare, sono venuto a danzare, e di nascosto ad amare ...
E' proprio così: mi accorgo di amare il mio paese nelle sue manifestazioni più maldestre, confuse, complici. Intanto è ben che dica che queste sono parole mie e non di Paolo Conte che invece mi precedono. Quelle di Alle prese con una verde milonga, un pezzo arcifamoso del 1981 che accompagnano le mie parole di oggi. Dell'oggi di un me perso tra uffici e impiegati che catalogano, attribuiscono numeri di protocollo alla vita mia e delle persone che amo. Impiegati che fanno piovere inchiostri in forma di timbro sul nostro star male, sul nostro aver bisogno. E nel frattempo un caffè, una strizzata d'occhio, un compiacimento, un aiuto, una scorciatoio, una semplificazione. Proprio quando non te lo saresti aspettato più. Ma proprio quando è il caso.
Di Carvelli (del 25/01/2007 @ 17:32:27, in diario, linkato 1710 volte)
Saluto la presenza dell'amico Duccio Battistrada e del suo talento nell'antologia esordiente che ha curato Mario Desiati per minimum fax. Con un racconto (credo "quello") che serve a depistare chi sa o saprà che Duccio maneggia le parole altrimenti e altrove. Un altrove che si arricchisce a quanto pare quindi e ci predisponiamo alla lettura di questa nuova versione del verbo battistradiano. A furia di scrivere mi è venuta la curiosità di leggerlo: sarà un buon segno!?
Di Carvelli (del 29/01/2007 @ 10:32:30, in diario, linkato 1483 volte)
"Questa porta è negra". La frase è uscita dalla bocca di una ragazzetta (14 barra 16) che scendeva a Cinecittà ("che fico che oggi non c'è scola!") davanti alla porta della metro che non si apriva e per la quale un foglio segnalava PORTA GUASTA. "Questa porta è negra" ha detto proprio così per rimarcare che non funzionava. E così ampliava il senso dell'aggettivo NEGRO aggiungendogli la voce "estens. che non va, guasta, inutilizzzabile". Sarebbe triste se si allargasse il lemma.
Di Carvelli (del 30/01/2007 @ 09:49:23, in diario, linkato 1466 volte)
Delle mattine ascolto, implacabile come la polvere sugli oggetti della casa, l'oroscopo del giorno o della settimana. Dallla radio. O finisce che lo leggo sul giornale anche se dice LEI (e io di lei ho davvero poco, un poco sì ma poco, quel poco o molto che serve che basta che fa bene, che aiuta ad essere migliori ed è magari un bel po'). LEI ma io leggo lo stesso. Leggo e non capisco. Ascolto e se devo ripetere non so dire nulla. Devo avere una intelligenza di un secondo tipo (ma esistono intelligenze di un secondo tipo o c'è una letteratura scientifica che si porta a crederlo per vendere antidepressivi piuttosto che revolver?). Mettiamo che esista e che questo secondo (o c'è anche un terzo) tipo ci porti a confonderci nelle belle frasi magari come si farebbe se una persona amata ci carezzasse la testona con ampie bracciate (ricordate la barzelletta? "No non hai la testa grande!"). O qualcuno lodasse nostre attitudini apertamente sbugiardate dai fatti. Grazie alla mia amica L a cui confidavo questa mia inintellegibilità oroscopistica ecco due auspici chiari chiari. Uno di Internazionale e uno di Repubblica delle Donne. E io permango nell'incoscienza intontita da belle parole. Con quel sorriso. Ebete e felice che forse sono migliore di quello che penso. O lo sarò.
Capricorno (22 dicembre - 19 gennaio) La mia analisi dei presagi astrali mi fa pensare che nelle prossime settimane sarai più ferino del solito. La tua intelligenza istintiva sarà al massimo, e quindi sarai perfettamente in grado di capire di chi puoi fidarti e di chi no. Il tuo corpo ti fornirà una serie di preziosi suggerimenti su varie questioni, da come acquistare maggior potere a come trovare un migliore terreno di caccia. Sarai anche più scatenato del solito. Potrebbe essere divertente oppure metterti nei guai: tutto dipenderà da quanto l'essere umano che è in te rispetterà e al tempo stesso controllerà l'animale che è in te.
Capricorno (22/12 - 21/1) Quando si innesca la parte bambina - ve la concedete quando avete fatto bene tutti i compiti - avete l'improvvisa voglia d'una apparizione. Come se arrivassero i freak-brothers a saltare sulla scrivania, cambiandovi l'ordine dei fattori. Tanto sapete che il prodotto non cambia, ma il sogno di vedere spazzati fatture e fogli, conti e tattiche e limbo quotidiano non ve lo negate. È un sogno. Anche la realtà è un sogno da interpretare, e la distanza tra i freak-brothers e la linea del dovere non è poi così grande. Voi scegliete sempre l'aderenza composta al ruolo, ma sorridete ai paladini del rifiuto totale che per qualche attimo sconvolgono il vostro ordinatissimo cervello.
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