Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sempre più difficile
vederti una volta sola e poi mai più
dev’essere più facile che vederti ancora una volta e poi mai più
Vederti ancora una volta e poi mai più dev’essere più facile che vederti ancora due volte e poi mai più
Vederti ancora due volte e poi mai più dev’essere più facile che vederti ancora tre volte e poi mai più
Ma io sono uno sciocco e voglio vederti ancora molte volte prima di non poterti vedere mai più.
Erich Fried
Charles Simic qui è di casa. Ve lo ho anticipato venerdì per rendervi conto oggi di un articolo (che avevo già visto venerdì) su Internazionale. Recensisce un libro di Robert K. Elder dal titolo Last words of the executed. Quali parole dicono i condannati prima di morire? Pancho Villa: "Non lasciate che finisca così. Dite alla gente che ho detto qualcosa". Nathan Hale: "Rimpiango solo di avere una sola vita da dare al mio paese". Oggi, in attesa di uan burrascosa mattinata, direi "un uragano, non solo d'acqua, ci sommergerà".
Di Carvelli (del 25/03/2011 @ 15:04:14, in diario, linkato 1076 volte)
Clouds Gathering, Charles Simic
It seemed the kind of life we wanted. Wild strawberries and cream in the morning. Sunlight in every room. The two of us walking by the sea naked.
Some evenings, however, we found ourselves Unsure of what comes next. Like tragic actors in a theater on fire, With birds circling over our heads, The dark pines strangely still, Each rock we stepped on bloodied by the sunset.
We were back on our terrace sipping wine. Why always this hint of an unhappy ending? Clouds of almost human appearance Gathering on the horizon, but the rest lovely With the air so mild and the sea untroubled.
The night suddenly upon us, a starless night. You lighting a candle, carrying it naked Into our bedroom and blowing it out quickly. The dark pines and grasses strangely still.
E si ammassavano le nuvole
Sembrava il tipo di vita che volevamo. Fragole di bosco e panna al mattino. La luce del sole in ogni stanza. E noi a camminare nudi sulla riva.
Qualche sera, però, ci siamo trovati incerti sul domani. Come attori tragici d’un teatro in fiamme, con gli uccelli a ruotare in cerchio sulle nostre teste, ed i pini scuri inspiegabilmente ancora lì fermi, abbiamo calpestato ogni roccia insanguinata dal tramonto.
E poi di nuovo sul nostro terrazzo a sorseggiare vino. Perché sempre questo senso di tragico finire? Nuvole dalle sembianze quasi umane si ammassavano all’orizzonte, mentre ogni cosa era piacevole nell’aria mite ed il mare sereno.
Poi la notte ancora ci sorprese, una notte senza stelle. Mentre tu accendevi una candela, nuda la portavi in camera da letto ed in fretta la spegnevi, ancora lì, inspiegabilmente fermi nel buio, i pini e l’erba.
trad. n.c., 2009
da http://viadellebelledonne.wordpress.com
Concepire la vita e la morte come due realtà separate vuol dire essere presi nell'illusione di nascita e morte. E' un modo di pensare illuso e rovesciato. Quando si esamina la natura della vita con perfetta Illuminazione (cioe` la vera Illuminazione di chi si e` risvegliato dal sogno dell'illusione), si scopre che non c'è nessun inizio a marcare la nascita e, quindi, nessuna fine che significa morte. Cosi' concepita, la vita non trascende forse nascita e morte? La vita non può essere consumata dal fuoco alla fine del kalpa, nè può essere travolta dalle inondazioni. Non può essere tagliata dalle spade né trafitta dalle frecce. Può stare dentro un seme di senape, senza che questo si espanda o che la vita si contragga. Anche se riempie la vastità dello spazio, questo non è troppo ampio ed essa non è troppo piccola.
L'insegnamento fondamentale sostenuto da tutti i Budda del passato, del presente e del futuro (Nichiren Daishonin - Gosho Zenshu)
Palombella rossa di Nanni Moretti, rivisto a distanza di tempo sembra altro da quello che ci sembrò anni fa. Un film sui tic non solo verbali. Un film sul tempo. Un film sulla perdita di memoria. Un film sul quello che si è quando non si può più essere quello che si è stati. Ma mi piace pensare che c'è un tema molto forte, esemplificato ad esempio in lui che tira il rigore e prima si dice qualcosa tipo "se guardo a sinistra lui penserà che tiro a destra" (magari sbaglio i lati). Insomma, un film sulla distanza tra strategia e azione. Un concetto che oggi mi sembra attuale soprattutto se lo guardo da vari punti di vista. In definitiva anche la strategia di non avere strategia o di combatterla, mistificarla, si traduce in una nuova strategia. E il rigore viene comunque parato.
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