Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
In concomitanza con l’uscita di due miei nuovi libri sarò al Salone Internazionale del Libro di Torino a firmarne le copie allo stand (T51-T55) della casa editrice Ecra (www.ecra.it).
Il primo (L’Italia s’è desta. Racconti e prose sull’Unità e sul Risorgimento, con Marco Carminati, saggio introduttivo di Pietro Cafaro) è un’antologia a due voci di prose e racconti sul Risorgimento. I miei racconti sono:
- Ho sognato il bisnonno - Di un Risorgimento personale: mio zio Antonino, il garibaldino - Modesta proposta per l’istituzione di una giornata dedicata alle donne vittime di guerra - Perché non possiamo non dirci (almeno in parte) bianciardiani - Vita di Timoteo Riboli, frenologia e morte dell’Eroe a Caprera - Gaeta, un viaggetto - Soldati vs Animali. Ekfrasis su Giovanni Fattori - Lettera d’amore fra due battaglie
Il secondo (Assaggi e Paesaggi. Viaggio insolito alla scoperta di sapori e territori d'Italia, con prefazione di Carlo Petrini) è la raccolta rivisitata e organizzata per regioni di quattro anni di una mia rubrica sui piccoli prodotti enogastronomici delle nostre province.
Per i colleghi giornalisti interessati a recensirlo potranno richiederne copia o pdf a Federico Temperini (FTemperini@ecra.bcc.it) della casa editrice.
Appuntamenti al Salone Internazionale del Libro di Torino
Sabato 14 maggio
L’Italia s’è desta. Racconti e prose sull’Unità e sul Risorgimento
di Marco Carminati e Roberto Carvelli, saggio introduttivo di Pietro Cafaro
Stand ore 15,00 con piccola esposizione di cimeli del Risorgimento.
Domenica 15 maggio
Assaggi e Paesaggi. Viaggio insolito alla scoperta di sapori e territori d'Italia
di Roberto Carvelli, prefazione di Carlo Petrini
Stand ore 12,00 con degustazione di prodotti tipici.
Due ragazze che conosco - molto più giovani di me...tipo 23 anni? - si raccontavano domenica come avevano lasciato il fidanzato. Una ha detto "io l'ho lasciato co' vasco" L'altra "io co' vanessa da mata". E anch'io vi lascio così. A lunedì.
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Su suggerimento vostro. E in aggiunta. Il poeta sembra dire: Hai amato per quel che ti serviva. Il tuo era un amore a senso unico tutto tuo. Che bastava a te. Che era in te. Sì va bene ma ora fammi amare a me. Riposati un attimo. Quello che la poesia non dice (e di cui parlai qua dentro in merito della recensione del film La versione di Barney) e che mi arriva da vostro suggerimento è che spesso l'amore bramoso di cui qui si dice è dentro la sola persona che ama e come tale è soggetto a conseumarsi indipendentemente dalla persona amata. Così arriva così va. Questo è il brutto dell'amore che brama. Consuma.
Spiegare una poesia è come spiegare una barzelletta. Se non hai riso la prima volta non è che ridi quando te la mettono lì davanti passo passo, punto per punto. Certo c'è da dire che una barzelletta una volta che te la sei giocata te la sei bruciata (e questo potrebbe essere una nota politica) la poesia ce l'ha un buona la seconda. E una terza ecc. E poi c'è da dire che a me piace una cosa a un altro no e via computando. Premessa ammessa dico la mia su questi versi del grande cantautore. E poeta. Data la premessa dei versi: Io ti dissi che sarei stato il tuo amante./A queste parole ridesti mi piace più giù quando dice: Finché mi informasti che: Non sono io quello che ama - E' l'amore che mi afferra. Quando giunge l'odio col suo plico, Tu vieti la consegna. E mi piace. Che quando l'amore afferra (quando ci riduce in sua potestà) si porta dietro anche l'odio. Ma tutta questa roba non so se ce la vedo solo io. La poesia continua così: E quando la brama del tuo contatto Nasce dalla brama, allora tu Sussurri: "Hai amato abbastanza, Ora lasciami essere Quella Che Ama". E qui mi piace proprio assai. Forse perché mi pare di aver capito quello che si dice prima. Forse perché mi sembra di stare sulla strada giusta. Che forse arrivo alla fine che ho capito qualcosina. Ed ecco che cosa ho capito. Che l'amore da brama non è quel che ama. La rima me la sono inventata all'occorrenza. Ma di più mi piace che Lei dica a Lui che il suo amore (quello ardentemente dichiarato) è già finito. E' già abbastanza. E quindi è troppo e finito. Ora sta a lei amare. Finalmente. In questo ping pong ci sono molti mancati incontri. Mi viene da dire per questa stessa strada: Uomo che brama Donna che ama. In realtà dovrei dire. Due diversi modi di amare. Ma mi rendo conto che ora non fa più ridere.
Di Carvelli (del 06/05/2011 @ 09:10:06, in diario, linkato 1267 volte)
Questa poesia è di Leonard Cohen (tratta da Il Libro del desiderio - Mondadori) e dopo vi spiego perché mi piace tanto.
Hai amato abbastanza (Leonard Cohen)
Io ti dissi che sarei stato il tuo amante. A queste parole ridesti. Persi per sempre il mio lavoro. Entrai nel novero dei morti.
Spazzavo le stanze di marmo, Ma tu mi rispedisti giù. Mi evitasti di credere Finché mi informasti che:
Non sono io quello che ama - E' l'amore che mi afferra. Quando giunge l'odio col suo plico, Tu vieti la consegna.
E quando la brama del tuo contatto Nasce dalla brama, allora tu Sussurri: "Hai amato abbastanza, Ora lasciami essere Quella Che Ama".
Nevicata (Mark Strand)
Se guardi la neve che scende a coprire la terra, coprire se stessa e tutto ciò che tu non sei, vedrai che è la deriva gravitazionale della luce sul rumore dell'aria che cancella l'aria è il cadere dell'attimo nell'attimo, la sepoltura del sonno, il rovescio dell'inverno, il negativo della notte.
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