Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 24/06/2011 @ 15:42:44, in diario, linkato 1284 volte)
in taxi da palermo a mondello dal finestrino abbassato si vedono in faccia al mare i mandorli accanto a case abusive lasciate a metà, così. nessuna delle due faccende incanterebbe poi tanto se non ci fosse l'altra, accanto. dico sul serio
Oliver Scharpf da Internazionale di questa settimana e in Uppercuts - Mobydick 2004
Credo di averlo fatto nelle prime ore del mattino. Forse per questo è molto luminoso, solare, chiaro. Nel sogno c'è una mia collega R. con cui sfogliamo un libro di storia (tipo scuola di Braudel-Le Goff) sulla condizione femminile. Ci sono molti saggi. E' un libro a più voci e molto illustrato. Tipo con miniature medievali. Il sogno è tutto qui: che lo sfogliamo. Che ci piace. Pace.
Ieri sono stato invitato al compleanno di una ragazza. La conosco poco e poco conosco il suo compagno. Li avrò visti due volte e due volte insieme. Lui è sfegatato laziale, lei sfegatata romanista (entambi abbonati in curva). Lui è irruento, lei timida. Lui è dotato di un'ironia roboante, lei di una più sottile. Lui è grosso, lei è minuta. Lei balla la salsa, lui no. Si punzecchiano di continuo. Con divertimento generale. Un piccolo teatro che li rende molto aperti e condivisi. E' un modo di stare insieme. E' il loro.
Sogno. C'è un nome che echeggia e che non mi dice nulla. Il nome è paola ma non mi suggerisce nulla. Il nome è ripetuto più volte da qualcuno. Coem un invito o un appuntamento. Poi dalle gengive dell'arcata dentaria inferiore mi esce una specie di spuntone di plastica che estraggo senza dolore tra gengiva e denti e alla fine mi trovo tra le mani come una specie di sega dai denti irregolari e radi.
Non sogno. Non sei più quello che eri. Non sei più nulla. Quello che prima ti sembrava tutto ora è niente. Se provi a tornare indietro non riesci. Fare finta di nulla è doloroso. Tutto è davanti ma non lo vedi. Provi a girarti indietro ma non senza dolore o rabbia o inutilità. Tutto deve partire da qui.
Sto leggendo un Murakami (Haruki), forse non un suo migliore ma uno che mi mancava: After dark. Al di là del giudizio personale su questo scrittore giapponese che è un piccolo culto trasversale con un fronte pop sicuramente inviso a molti. Al di là dicevo la sua forza, la forza della sua scrittura risiede nella capacità dialogica. Una spinta tutta interna che muove domande, semplici e universali. Alcune di queste domande ci piacerebbe formularle o sentirle lanciate verso di noi. E non si sa se è che non crediamo che nessuno ce le possa rivolgere o se pensiamo di non essere in grado (non dico "capaci") di rispondere o di credere che possano essere formulate. C'è una ingenuità dietro tutto questo ma è un'ingenuità che fa bene. MI puoi aiutare? Posso fare qualcosa per te? Ti senti triste? Vuoi che ti faccia compagnia? Vuoi rimanere qui?
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