Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Almanacco dei giorni migliori. Primavera di Fabio Rizzoli (Fernandel). E' uno di quei libri che uno dice vorrei averlo scritto io. Anche se poi è un genere asseverato, (anche) cortazariano ad esempio. E Rizzoli nella scrittura si immette in una strada in parte già percorsa da altri. Una cosiddetta linea padana che non può dimenticare Malerba, Benati, certo Benni di anni fa, qualche Celati. Altri ancora. Ma Rizzoli è bravo e l'attualizza senza vergognarsi di usare alto e basso con leggerezza autoironica e talvolta sentimentale. Appena posso cito qualcosa. Ma prima di citare mi preme fare uno svarione editoriale e sostenere e promuovere quei piccoli editori che hanno denti e stomaci (a volte rimanendo ancora con molto appetito) per masticare e deglutire una letteratura che i grandi editori non intercettano per troppa sazietà. Spesso si tratta di libri piccoli. Sovente di autori non conosciuti e agli esordi. Qualche editore ha il talento speciale di prenderci più spesso di altri. E tutto questo dovrebbe avere un premio migliore delle mie parole. Di oggi.
Come ripromessomi cito. Dall'Almanacco dei giorni migliori. E lo faccio a forza di incipit. - C'era una volta in una città grande, grossa e popolosa, un lattaio catarifrangente. - Amo mia madre più di me stesso. So che anche mia madre mi ama, in modo quasi angosciante. - Il mio vicino di casa mi ha sempre ricordato una mosca. Anzi, tutte le variazioni possibili di mosca. - Io non vorrei essere nessuno, eppure sono il presidente della Repubblica. - Sono l'ultimo arrotino ombrellaio della città. - Andrea Rezzi di mestiere vende messaggi in bottiglia in forma di limerick.
Come va la vita? Dove va la vita? Ma, soprattutto, di che vita parlo? E lo dico a modo mio. Ecco: a modo mio. Sono qui. Che dico? Boh. Una cosa così. Color amarena. Gusto pistacchio. Ma anche un po' a tettoia. Che muoia!
Uppercut n. 76
alla fabbrica di cioccolato alprose di caslano cerco di pensare a quale nome potrebbe avere quella fossetta in fondo alla schiena, appena prima del cul0 una traccia che quasi neanche la si vede e appare solo in una posizione ben precisa
Tutto si crea e tutto si distrugge. Nulla rimane uguale a prima. Non sempre le cose cambiano per migliorare. Ma anche l'idea di un migliore e un peggiore cambia con il cambiare delle cose. E questa è la nostra salvezza e la nostra pena.
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