Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Tutto il mondo è vedovo se è vero che tu cammini ancora tutto il mondo è vedovo se è vero! Tutto il mondo è vero se è vero che tua cammini ancora, tutto il mondo è vedovo se tu non muori! Tutto il mondo è mio se è vero che tu non sei vivo ma solo una lanterna per i miei occhi obliqui. Cieca rimasi dalla tua nascita e l'importanza del nuovo giorno non è che notte per la tua distanza. Cieca sono ché tu cammini ancora! cieca sono che tu cammini e il mondo è vedovo e il mondo è cieco se tu cammini ancora aggrappato ai miei occhi celestiali.
Un genere di persone che si definisce ottimista pur almanaccando e mietendo più no che sì. Un genere che poi si picca pure di questa bolla. E la ribolla (non il vino no...e questa volta la doppia negazione serviva) come negativismo altrui. Negativismo: esisterà? Dico: ma voi preferite il nichilismo, il negazionismo o il pessimismo (o negativismo se mi accettate questo neologismo per dire di chi tende al no più che al sì, un no non poi così concettuale)? Io sono quel genere di persona che no non preferisce. E non è che non... Proprio no. Io sono ottimista.
C’è vicenda di morte in paradiso? Cade il frutto maturo? O sempre i rami Pendono grevi nel sereno cielo Che non muta, ma è simile alla terra, Con fiumi come i nostri, sempre in cerca D’introvabili mari e di marine Intangibili al gesto dell’angoscia? Perché piantare peri sulle sponde Di quei fiumi, o odoriferi susini? Portano ahimè lassù questi colori, Veston la seta delle nostre sere, E fan vibrare i nostri vani liuti! Mistica madre di bellezza è morte, Nel cui tepido grembo intravediamo Le madri nostre in un’insonne attesa.
Ho visto da poco Diaz. Un po' resistendo a quel "ci devi andare" che mi faceva fare resistenza. Avevo visto a suo tempo Romanzo di una strage. E mi trovo qui ora a pensarli insieme. Come due film che andavano fatti. Due film che hanno uno lo svantaggio e l'altro il semivantaggio del tempo. In realtà erano e sono due film che andavano fatti ma che raccontano una realtà a cui la finzione poco può dare se non le macchiette o il "al posto di". Come si dice con parole abusate "la realtà supera la fantasia". E così mi sono commosso e indignato ma interessato meno (meno dei reportage fatti al tempo). Ma, ripeto, capisco e approvo i perché della realizzazione. Fare un film storico-civile - per dire: un Le mani sulla città - non è cosa facile. Più facile tirare su un Gomorrafilm da un Gomorralibro. In tutti i casi anche se non riescono o riescono parzialmente (qui i due registi sono stati bravi uno a far parlare realtà e ricostruzione insieme, lì a distendere una verità un po' asseverata per quanto poi surgelata) le operazioni di questo tipo hanno a dispetto di loro stesse un perché più grande. Che noi facciamo nostro. In un paese che ha più gambe di memoria corte. Voglio dire: una paese che fatica ad allontanarsi quanto basta (cioè molto) dai suoi errori.
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