Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Se tu dici "sombrero" io non penso al Messico, come dovrei. Né a un gelato, se esiste. A una rivoluzione, come in fondo mi piacerebbe. Se tu dici "sombrero" io conto il numero delle dita. Iniziando dalle mani. E poi continuando con i piedi. E mi ritrovo bambino, in un letto da cui non vorrei scendere. Il letto di un bambino è alto - lo è per un po' e più di quel che sembrerebbe a guardarlo da adesso - ed è difficile venirne fuori. Specie d'inverno. Soprattutto di domenica. Ma dipende dalla scuola, dalle pagelle, dai genitori. Se tu dici "sombrero" io vedo quelle dita piccole, quella pelle bianca che un calzino ha rivelato all'improvviso in tutto il suo candore tiepido. Ecco: "sombrero" è la parola delle dita, dell'infanzia, di oggi.
La domenica specialmente quando non c'è nessuno in casa e siamo là verso la fine di giugno, vado fuori sul terrazzo per stare a sentire che al di là dei muri la città sta zitta.
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