Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'elenco delle cose che abbiamo fatto è più lungo, a pensarci, di quello delle cose che avremmo voluto fare. Alla fine, le cose che più desideriamo sono poche. In definitiva, deve essere per questo che la qualità batte di gran lunga la quantità. E' per questo che tutto assomiglia a tutto e solo poche cose sono diverse da tutte le altre. Il tempo passa continuando a salmodiare la bellezza dell'assenza, la mancanza del poco che abbiamo voluto rispetto al tanto che ci è capitato. E tutto quello che rimane è una saponetta quasi del tutto consumata.
La comparsa di ognuno nella folla
E' un bene essere solo nel recinto dei pensieri senza testimoni oculari, senza l’occhio dello scopritore, che vede come è buono, senza l’orecchio allenato della folla? A che serve un fatto indivisibile, cos’è un universo senza il tuo tremore, senza la tua comparsa davanti a posti vuoti? La folla cammina sulla terra e nulla si perde nella folla, sul dorso di ronzanti telai raggiungiamo la grande contraddizione: la comparsa di ognuno nella folla. Nicolas Born Traduzione di Stefanie Golisch
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2008/04/06/la-comparsa-di-ognuno-nella-folla/
Paesaggio in movimento
Si deve saper andare via e tuttavia essere come un albero: come se le radici rimanessero nel terreno, come se il paesaggio si muovesse e noi restassimo fermi. Si deve trattenere il fiato, finché si calma il vento e l’aria estranea inizia a girarci intorno, finché il gioco di luci e ombre, di verde e di blu, crea gli antichi disegni e siamo a casa, ovunque essa sia, e possiamo sederci e appoggiarci, come se fossimo alla tomba di nostra madre.
Tenendo le cose assieme
In un campo io sono l'assenza di campo. Questo è sempre opportuno. Dovunque sono io sono ciò che manca.
Quando cammino divido l'aria e sempre l'aria si fa avanti per riempire gli spazi che il mio corpo occupava.
Tutti abbiamo delle ragioni per muoverci io mi muovo per tenere assieme le cose.
Da "Sleeping with one eye open" in www.gironi.it/poesia/strand.php
Qui in primavera
Qui in primavera, le stelle navigano il vuoto; Qui nell’inverno ornamentale Il nudo cielo viene giù a rovesci; L’estate seppellisce l’uccello nato in primavera.
I simboli provengono dal lento costeggiare dell’anno Le rive di quattro stagioni; Fuochi di tre stagioni insegnano in autunno E note di quattro uccelli.
Dovrei distinguere l’estate dagli alberi, i vermi, Se lo fanno, narrano le tempeste dell’inverno O il funerale del sole; Dovrei imparare la primavera dal canto del cuculo E la lumaca mi dovrebbe insegnare distruzione.
Un verme racconta l’estate meglio dell’orologio, La lumaca è un vivente calendario di giorni; Che cosa mi dirà se un insetto senza tempo Dice che il mondo lentamente si consuma?
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