Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Vedi quante palpebre ha sull’autobus la vita come tutti guardano e nessuno come solo un poco se rallenti c’incrociamo con entrambi dentro la paura. Tienimi perché di nuovo sono anima posata sulle scale a sanguinare. Non si schiuderà la porta in alto il guardiano sulla soglia dell’istante ha occhi buoni, quasi ride, mani lievi danzano in un breve sogno di tastiere. Attendo a pugni stretti la condanna nemmeno mi difendo per vergogna di mordere l’amore come un cane in tutto quest’inferno di parole.
Camminano a testa bassa per dire che l'attenzione deve essere messa a terra. O per non accorgersi di quanto il cielo sia lontano. Per la paura che qualcuno si accorga delle proporzioni. Una figura umana che cammina in lontananza fa l'effetto di una virgola in una bibbia.
Il nuovo film di Ozon (Nella casa) è, as usual, una citazione da altri registi. C'è Hitchcok, anzitutto. Ma c'è letteratura: Flaubert che apre con un rimando volontario e che sarà il filo rosso e il nume tutelare di tutto il film. Di questa storia di educazione sentimentale e di bovarismo. Ozon si conferma un regista metafilmico e metaletterario. I suoi rimandi sono, in definitiva, trame. Non chiudono in citazione ma aprono in riscrittura. Partono e ritornano in quell'universo a cui i rimandi stessi contribuiscono a dare vigore di connessione. E' un cinema che ha dei suoi perché anche in questa multi-visione. Echi, rimandi, revisioni. Che danno in definitiva non solo l'idea di un regista molteplice ma di una linea di visione in cui l'aspetto della varietà e del riferimento non toglie originalità agli esiti.
La mail dice parole troppo belle per me. E infatti non è per me. Parla di me. Dice di me. Ma non è per me. Non solo per me. La mail per errore arriva alla mia mail ma la dovrei condividere con altri. Mi vengono in mente almeno sette persone. Ma è ancora un numero basso. Così mi metto a scrivere su un foglietto altri nomi di persone. Di alcuni non ho neppure la mail. Ma, mi dico, non si tratta solo di inoltrare la mail. Bisognerebbe spiegare in che misura li riguarda. Perché la giro anche a loro. Quale è il loro contributo a quelle parole troppo belle solo per me. In definitiva penso che non sia tanto questione di inoltrarla. Penso che sia solo il caso di saperlo, di ricordarlo a me. Che la mail che parla di me. Non è solo di me che parla. Non solo per me. C'è altro. Per una volta sì: c'è altro.
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