Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
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5 libri ecco qua.
Felix Feneon - Romanzi in tre righe Yasushi Inoue - Il fucile da caccia Schulz - Le botteghe color cannella Maupassant - I racconti (traduzione di Oreste Del Buono) +1 regalo
2 treni (+macchina+moto+metro) follia affettiva che dura 1 ora più viaggi. Follia affettiva che dura un cappuccino, due ore di i-pod, ottanta pagine di libri (vedi alla voce LIBRI). Follia affettiva tutto sommato utile e inutile. E' il fiensettimana dei mezzi di trasporto. Come per stare in tutte lecasistiche di movimentazione.
2 film uno è Parnassus (cui segue festa...vedi all voce FESTA). Bello e onirico. Parliamo di Gilliam quindi tocca ricordare Brazil e nel ricordarlo un po' di nostalgia. L'altro è Su la testa. Peccato: film sbilanciato e diviso, con un po' di vuoto in mezzo, personaggi appena abbozzati, caricaturali (problemi di scrittura) e tanto sopra le righe (attori che si innamorano del loro personaggio e strabordano). Di questo regista avevo visto L'aria salata e mi era piaciuto. Come dire: secondo film con più soldi, meno ingenutità, più possibilità, più aspettative (personali e altrui). Il risultato manca un po' le coordinate di tutta questa attesa.
1 festa ore 24 arrivo. Una checca isterica vestita da donna bussa a tamburello alla porta di un bagno. Un altro disegnato a pennarello sulla faccia balla scatenato in un salone viola. Non ricordo niente altro che ridere, ridere.
2 paia di scarpe ovvero 4 di cui 2 stivali. Mi sento non dico un millepiedi ma un quadrupede sì.
1 nostalgia l'estate, la sabbia, una festa di paese. E fa tre!
1 consiglio se non vuoi veramente cambiare tieniti stretto quello che hai.
SONO CONTENTO DI AVERTI CONOSCIUTO/HAI UNA PERSONALITA' MULTIPLA/HAI UNA PERSONALITA' DOPPIA/TANTI AUGURI X TUTTO E TUTTI/QUELLA PARTE LA'/QUESTA PARTE QUA/SEI UNA PERSONA DI UN'INTELLIGENZA CHE MI E' MOLTO VICINA/TANTE BELLE COSE/SEI UNA BELLA PERSONA/SEI UNA PERSONA PREZIOSA BACI BACI A DOMANI TVB/QUELL'ALTRO CHE NON MI PIACE CHE ODIO/SEI UNO STRONZO VAFFANCULO/BUONANOTTE/SCUSA/OLA CHICO MI SEI MANCATO
Unisco in un blob serio sms mail e cose udite a voce tra le 17 di ieri e le 8 di questa mattina con rigorosa attenzione all'orario ma senza indicazioni sulle persone che hanno costruito questo monologo/dialogo immaginario a più voci e due sole orecchie, uno spettacolo per uno. Io (o noi).
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Cara**
ti scrivo in una lettera breve quello che penso a proposito di quello che mi hai scritto. Prendo spunto da un libro meraviglioso che ho finito di leggere stamattina presto. Dovevano essere le sei e avevo messo in forno una crostata di albicocca. Non so perché l'ho fatto. Forse per ingannare questa sveglia anticipata. Ti scrivo una lettera su delle lettere. Il libro meraviglioso di cui ti dicevo infatti è composto in massima parte di lettere. E si parla di amore. Che è il tema su cui tu mi interroghi. Del poco che so, del poco che mi viene in mente lo inizio da questo libro di Inoue Yasushi che si intitola Il colpo di fucile. Il tema dell'amore vi compare in una forma diffusa che spazia tra l'amore filiale, quello materno, quello di coppia, quello fuori dalla coppia. Contro la coppia: dovrei dire per il senso comune che si dà all'amare chi ...è amato da qualcun'altro? Non so se esistono diritti e prmogeniture in amore. Ci sono pagine di una semplicità toccante ma è di una cosa sola che vorrei dire con questa lettera. Amare ed essere amati. E' di questo che si dice a un certo punto. L'autrice di una lettera si lamenta infatti di non ver amato abbastanza e se ne rincresce (capisce, ma è in punto di morte, che era l'altra la strada giusta). Vedi, ora sento di poterti dire che in tutte le tue parole non sento altra preoccupazione che quella di "essere amata". Uso le tue parole, te ne accorgi? Essere amata: abbastanza... da lui... per un tempo lungo... Come se fosse un ricatto, come se fosse un diritto. Quello che vorrei dirti è che davvero questa tua attesa non renderà la tua vita più leggera, la tua ricerca più contenta. So che sei affezionata all'idea di qualcuno che faccia cose per te. Che ti dimostri la tua importanza (tu dici "unicità", sì così dici) come se dipendesse dalla considerazione altrui. Il tempo è poco e forse non direi niente di notevole anche se avessi più minuti e più carta. Allora lo dico così. Come mi viene. Come un augurio. Spero che tu abbia la fortuna di scoprire prima del dolore di una mancanza di ritorno quanto puoi dare e nel dare avere da subito. Un ricevere che davvero per la prima volta ti farà sentire, completa, contenta, in pace. La tua piccola guerra di attese con cui stai aspettando un gesto ti sta annientando - questo sento. E confusa: una confusione in cui tutto e tutti sembrano alla stessa stregua, in una specie di videogioco in cui si passa un quadro o un altro e quello è amore (che poi è sempre amore che ti ama). Non posso essere più chiaro e sincero di così. Non sarebbe neppure giusto. So solo che il dolore che hai sentito dopo la fine della tua storia ha a che vedere con questo tuo mancato gesto. Non con il mancato gesto di qualcun altro (anche se le giustificazioni da questo punto di vista sono sempre a portata di mano). E purtroppo sarà ancora così altre volte. Forse non ci sarà più tempo. Forse il tempo non c'è mai. E così t'invito da subito ad amare e nell'amare a tradire te stessa. La te inflessibile e ferma che aspetta, che pretende. La paura che senti è la paura che provi di essere amata e sparirà solo quando le sostituirai la forza di amare. Fare il primo passo, un avvio anche incerto o fatto male, ti solleverà da quella paura della paura. Tradisciti, tradisci e vedrai che il dolore e la paura svaniranno. Sono riuscito a dire cose banali ma serviva che lo facessi. Perché è banale tutta questa storia, spero che tu te ne accorga.
Cala luna cala pura fatti muta dentro me
Nella varietà dei casi di ogni declinazione possibile metto insieme i lamenti e le perplessità di: lui che dice che "non è amore baciarsi sulle labbra, essere come fratello e sorella, avere affetto completo, un pensiero totalizzante ma nulla di più"; lei che si sorprende "di quanto possa diventare dilazionato il fatto di rivedersi, dei suoi rimandi continui, che in definitiva non si tratta di quanto lui c'è o non c'è ma di come"; di lei che mette insieme spasimanti nello stesso luogo e alla stessa ora per sentirsi al centro dell'attenzione, per tentare di colmare un vuoto che è solo suo e che non serve a completarla"; di lei che prende tempo nell'attesa indeterminata che si compia il miracolo della transustanziazione per la quale un'idea diventerà una persona, ma non c'è l'idea e la persona non c'è più; di lui che dà lezione di disponibilità senza che questa sia il braccio che ti porta via, la mano che ti trascina, l'abbraccio che ti lega". Nella varietà dei casi di ogni declinazione possibile metto insieme frasi di persone che conosco e le iscrivo nella stessa fallace categoria di uan generosità offerta o richiesta senza che questa diventi altro che un pensiero personale e idealistico di qualcosa che se diventa vero (e non diventerà vero, non abbiate paura!) diventa meno di quello che sembra e più di quello che ci si aspetta. Ma senza aspettare, per favore.
Di Carvelli (del 04/12/2009 @ 09:08:20, in diario, linkato 1584 volte)
Il fucile da caccia è un libro del 1949 di Inoue Yasushi. E’ un romanzo breve imperniato essenzialmente su tre lettere che descrivono un amore adulterino. In definitiva è come se fosse un libro a quattro narratori più un narratore esterno a cornice che riporta con oggettività il tutto Un libro corale ma personale. Per persone (per punti di vista su uno stesso tema). Un libro dotato di una grande grazia, semplice ma toccante a tratti commovente (dubbio: perché infine quella frase della poesia del narratore esterno viene attribuita a un personaggio?). La commozione – parlo per me – mi è nata dal pensiero di un segreto che regge la vita. Delle vite rette da un segreto. Un imperfetto e perfetto non detto (non dicibile) che le determina e le sospinge un giorno appresso all’altro. Un segreto che finisce nella terra e nel non tramandabile.
Qui di seguito ho copiato uno stralcio della lettera della figlia allo zio-amante della mamma:
“Dalla storia fra te e la mamma ho imparato che esiste anche un tipo di amore che non riceve, non può ricevere, la benedizione di nessuno. Quello tra te e la mamma era un amore che solo tu e lei conoscevate – e nessun altro”. Né la zia Midori né io ne sapevamo niente, e nemmeno i nostri parenti”.
Qui una riflessione della mamma nella lettera indirizzata all’amato/nte.
“Amare, essere amato… come sono tristi le azioni umane. (…) Quando, giunte alla fine della loro vita, serenamente distese, volgeranno il loro viso al muro della morte, tra la donna che ha goduto appieno della felicità di essere amata e la donna che può dire di avere avuto poche gioie ma di avere amato, a quale delle due Dio vorrà concedere il tranquillo riposo?”
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