Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Due delle cose che mi piacciono di più in Internazionale sono la poesia e la posta di Milana Runjic. Questa puntata è dedicata allo spinoso caso del restare o non in intimità con i propri ex (che chiama fantasmi). Milana alla fine scrive: "In ogni caso, bisogna tenerlo a debita distanza. Lo spazio di una stetta di mano". Che bella espressione, non trovate? La poesia del numero appena evaso è invece questa.
Elementi del disastro
Che avventura bizzarra. Quanta incertezza e perché. Fra tutte le cose per le quali sopravvivo,
da un aeroporto ad un altro, con i sogni contati, consapevole di essere stato come un viaggiatore che ha dimenticato il proprio bagaglio, e fugge da radici e dal albe insieme agli stessi corpi, sono arrivato da te come chi tramonta senza difficoltà, quasi come chi ha saputo riconoscere i propri limiti e spera di non rimpiangere di averti conosciuta.
Jenaro Talens
Non credevo che. Non credevo che. So che. Che la gente parla del proprio lavoro. Dei mezzi e del come. La gente quando ha tempo parla del proprio lavoro. Ma non credevo che anche chi fa le pulizie discetti di varechina. Esprimendo giudizi tecnici. Tipo "qui vogliono la varechina profumata ma a me non piace. Fosse per me non la userei. Fa male". Non credevo e mi ha divertito. Di solito la gente parla del potere e di chi lo amministra. Parlando di lavoro la gente parla di chi lo organizza il lavoro. Ma forse, quando il lavoro è orizzontale si parla solo di quello che serve al lavoro, dei ferri del mestiere.
Di Carvelli (del 04/06/2010 @ 15:42:03, in diario , linkato 622 volte)
RAGAZZO PRODIGIO
Sono cresciuto ricurvo
su una scacchiera.
Mi piaceva la parola scaccomatto.
I miei cugini avevano un'aria preoccupata.
Era una piccola casa
vicino a un cimitero romano.
Caccia e carri
scuotevano i suoi vetri.
Un professore di astronomia in pensione
mi insegnò a giocare.
Doveva essere il 1944.
Quasi tutto lo smalto era saltato via
dai pezzi neri.
Mancava il Re bianco
e dovette essere sostituito.
Mi hanno detto ma non ci credo
che quell'estate ho visto
uomini impiccati ai pali del telefono.
Ricordo mia madre
che mi bendava spesso.
Aveva un modo spiccio d'infilarmi
la testa sotto il suo soprabito.
Anche negli scacchi, mi disse il professore,
i maestri giocano bendati,
i grandi su diverse scacchiere
contemporaneamente.
Due sogni.
1 Un omaccione barbuto pota un mio cedro sfilando delle foglie con un coltellino. L'albero è nano. Lui è enorme. Il ramo si fonde con il frutto come se ne fosse un'escrescenza.
2 Una regista famosa (che non conosco personalmente) mi telefona per avvisarmi che il suo documentario su un regista molto famoso, un vero mostro sacro del nostro cinema, non potrà essere programmato in una serata a cui anche io dovevo andare perché lui versa in pessime condizioni per il suo solito problema con la schiena. Non faccio nomi ma tutto è molto realistico.
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