Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Nei miei post sempre tanti refusi. Velocità, poco tempo, disattenzione: le possibile cause. Ma anche tanti vuoti. per cui prciso a proposito del film della Coixet di cui già nei giorni passati. C'è una scena molto bella che è quella in cui lei inizia a raccontare in terza persona (attribuendo a un'altra con lei l'episodio delle ferite subite dai soldati) e contemporaneamente si toglie la camicetta e noi (lui accecato non può) vediamo che la persona di cui parla è lei (vediamo le cicatrici) e prende la mano di lui e la passa su quei segni di coltello. E lui scoppia piangere. E' una scena bellissima. Davvero ben costruita. L'altra cosa che volevo dire è che quello che rende possibile l'incontro di queste due persone diversamente ferite (lui non si perdona di aver tradito un amico corteggiando la moglie ed è reso invalido dall'incidente/ lei porta il segreto delle ferite di guerra e della sua sordità) è appunto il fatto di trovarsi al cospetto dlle ferite altrui. Come se si riconoscessero attraverso un comune destino fatto di dolore e di segreti. Oltre al vantaggio di sapere di non essere vista e quindi giudicata (lei), e la diversa diminuzione di lui (non vedere e quindi nascondere il suo dolore a se stesso, cancellarlo, rimuoverlo).
OCCHIROSSI, COMITATO NOMORTI SUL LAVORO e COMITATO DI QUARTIERE PIGNETO-PRENESTINO presentano: "RACCONTARE LA CRISI COMINCIA DA UNO SGUARDO" mostra fotografica dedicata ad Antonio Salerno Piccinino
Domenica 27 marzo 2011 CASA DEL QUARTIERE Via del Pigneto, 22 (Ex Serono)
Se l'unica lente per leggere il presente è la visione dei media su collasso finanziario, crack, crisi dei mercati, licenziamenti, cassa integrazione, esuberi, disoccupazione, noi abbiamo voluto coinvolgere tutte e tutti in una narrazione diversa della crisi in cui siamo immersi. Lo abbiamo fatto attraverso il linguaggio della fotografia e del video, allargando poi l'invito anche a scrittori e scrittrici. Attraverso il blog narratingcrisis.org stiamo raccogliendo le foto e gli scritti di chi vuole raccontare le proprie esperienze di vita in costante equilibrio precario. Dentro e oltre la "crisi", un modo per incrociare sguardi diversi su una condizione di vita che ci accomuna. Il 27 marzo 2011, presso la CASA DEL QUARTIERE, via del Pigneto 22, presenteremo le foto raccolte sul blog, un reading di testi inediti ispirati alle fotografie e "IN-PrecaVideo: interviste precarie in tempi di crisi".
ROVESCIA LA CRISI, ALLARGA IL TUO SGUARDO! Invia la tua foto al blog: http://narratingcrisis.org
Prime adesioni al contest di scrittura: giulia alberico, cristina ali farah, ivan arillotta, giosuè calaciura, lanfranco caminiti, roberto carvelli, giuseppe casa, elisa davoglio, anton de guglielmo, erri de luca, duka, tommaso giagni, luigi lorusso, marco mantello, monica mazzitelli, giusi palomba, marco philopat, christian raimo, giovanna paola soriga, carola susani. ----------------------
PROGRAMMA DELLA GIORNATA dalle ore 11:00 apertura della mostra dalle ore 17:00 presentazione del progetto, reading degli scritti, proiezione di “IN-PrecaVideo: interviste precarie in tempo di crisi”, incursioni musicali e aperitivo.
INGRESSO LIBERO
Provate mai a chiamarvi per nome? Voi, voi stessi? Mettete mai il vostro nome assieme a quello di altri, per vedere come stanno? Roberto. Lo dico e succede qualcosa in mezzo, verso "be" o vicino alla seconda "r" che mi mette un po' in imbarazzo e mi fa vergognare. Come se fosse un bacio, un'altra cosa che mi fa arrossire. Roberto. Smetto subito di dirlo. Spero che nessuno me lo dica. Oppure sì. Non so.
Quando ci piace un autore o un libro di quell'autore qual è la linea che scegliamo? Leggere tutto di quell'autore è una delle linee più comuni. Consuete. Da un punto di vista editoriale trovo corretto anche pubblicare (nei limiti) tutto quello che quell'autore fa. Penso a tutto questo dopo aver ultimato la lettura dell'ultimo Kureishi di cui credo di aver letto davvero tutto. I racconti della raccolta Il declino dell'occidente non sono spaziali. Che mi piace mi piace trovo solo Ieri, tanto tempo fa e un po' meno Una storia terribile. Gli altri mi sembrano restituire la temperie da cui sono nate alcune sue cose migliori. E' una raccolta che lavora sul bilancio generazionale. Ma se uno legge, per dire, Il dono di Gabriel dentro ci trova quella temperie e tanta tanta poesia, la costruzione di un plot con tanti avvitamenti e soluzioni interessanti (lo sappiamo che il romanzo dà più possibilità rispetto al racconto ma non parliamo di questo). Qui sembra solo di vedere il colore che poi lì avrebbe usato e certe volte tradiscono i finali improvvisati o certi racconti-squarcio che stanno bene nelle raccolte come riempitivo a fronte di cose davvero buone. Torniamo al punto di partenza. Quale deve essere il limite della omnipubblicazione editoriale? Io credo, nonostante tutto, che non ci sia (nei limiti e nei meridiani, ovvero nell'opera omnia, per dirla altresì). Ma per il lettore deve essere un esercizio fare la media di quel che legge e non bere da etilista tutto quello che sulla bottiglia porta il nome dell'autore e il segno della percentuale (tipo Kureishi 5%). Un buon esercizio per non diventare dipendente.
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