Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' come se la casa avesse due parti. Una di sopra e una di sotto. Come se avesse due tempi. Quello di notte e quello di giorno. In mezzo c'è questo tempo inconsueto che è a metà della notte. Un'ora che precede il canto degli uccelli (verso le 4 o poco dopo), un'ora che anticipa qualsiasi decisione. Un'ora in questo caso senza decisioni. Un tempo inadatto a qualsiasi ferma conclusione. E forse anche una parte. Così scendo dal letto di sopra al letto di sotto. Per vedere se è l'altezza che turba la notte. O è la notte che turba l'altezza. Sotto la casa è spenta e vuota. La parola svegliarsi non ha un suono reale. La parola dormire non ha un senso definito. Tutto brilla di nulla e di buio. Poi cantano gli uccelli una musica stupida, canzoni che sanno solo loro.
Simple Raymond Carver
A break in the clouds. The blue outline of the mountains. Dark yellow of the fields. Black river. What am I doing here, lonely and filled with remorse?
I go on casually eating from the bowl of raspberries. If I were dead, I remind myself, I wouldn’t be eating them. It’s not so simple. It is that simple.
Love me or leave me. Dico che sono così. L'ho sempre detto. Ma lei mi prende in giro. Love me or leave me. Sono fatto così. Come nella canzone di Billie Holiday. L'inizio è quasi un piccolo mantra, uno scioglilingua da imparare a memoria e a memoria recitarlo. Love me or leave me or let me be lonely You won’t believe me, I love you only. Chi vive sulla corda fa così. Chi ha sofferto e soffre parla così. Chi lo sa, chi lo è (sulle corde) lo fa. E' il nostro piccolo credo. Dovremmo dirlo spesso come se fosse un codice fiscale. Di noi che siamo così. Anche agli altri che non sanno cosa vuol dire davvero. Lei si mangia la mia marmellata. Beve il mio thè e leave me. A pancia piena. Il tema non era love me. Ma neppure leave me. La marmellata non era scontata. Il thè era dovuto. Il resto è piovuto.
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Sogno sangue e sangue. Il sogno si dovrebbe intitolare "Piove sul bagnato" o più correttamente "Sanguina sul sangue". Sentite qua. C'è un'ambulanza chi la guida scende per litigare con uno. Si prendono a testate. Io vedo da dietro il vetro dell'ambulanza tingersi del rosso del sangue di questo coraggioso ma sfortunato (nella lotta) ambulanziere. Ma poi mi rendo conto che dentro l'ambulanza ci sono due emofiliaci attaccati a grosse buste di plastica cariche di sangue che si sono bucate nell'impatto (la brusca frenata? il litigio?). Tutto è rosso. Tutto è sangue. Sinceramente: non sto bene? Gentilmente: sapete se, come di solito nei sogni, più brutto è il sogno più porta bene?
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Non farei altro che ascoltare questa canzone di Leonard Cohen. Non ditelo ai miei capi. Oppure no, diteglielo, ma ditegli che mentre la ascolto in continuazione sto lavorando alacremente. Ah se vi chiedono cosa vuol dire alacremente, ditegli senza requie. O senza requiem.
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