Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Non studiate la riflessologia su di me, oggi. Non sono un modello attendibile. Non rispondo agli stimoli, non do nessun tipo di feedback. Non sono un buon caso di studio. Lasciate che vengano a me le spiagge, le colline e il sorriso di chi si instupidisce di fronte a una cosa che non capisce e che non sa. Come un cane steso al sole. Senza neppure lo stimolo della fame.
Di Carvelli (del 31/05/2012 @ 10:27:47, in diario, linkato 1051 volte)
Rinascita
Da anni più nessuno si è occupato del giardino. Eppure quest'anno – maggio, giugno – è rifiorito da solo, è divampato tutto fino all'inferriata – mille rose, mille garofani, mille gerani, mille piselli odorosi – viola, arancione, verde, rosso e giallo, colori... tanto che la donna uscì di nuovo a dare l'acqua col suo vecchio annaffiatoio di nuovo bella, serena, con una convinzione indefinibile. E il giardino la nascose fino alle spalle, l'abbracciò, la conquistò tutta; la sollevò tra le sue braccia. E allora, a mezzogiorno in punto, vedemmo il giardino e la donna con l'annaffiatoio ascendere al cielo e mentre guardavamo in alto, alcune gocce dell'annaffiatoio ci caddero dolcemente sulle guance, sul mento, sulle labbra.
Ghiannis Ritsos
Di Carvelli (del 04/06/2012 @ 17:33:54, in diario, linkato 3580 volte)
LA POESIA DEL SABATO DI LIBRA 2.0 ...la libreria di Monica Maggi
Esercizio del trasloco
Il tempo qui non è stato che un pezzo di cartone, un sobbalzo. La porta si chiude per l'ultima volta. Il fascio di forze domestiche il genio del luogo saluto ora con ringraziamento.
A tutto ciò che tace perfettamente e che sempre qui dentro ha taciuto a ciò che non appare in questa casa vuota e resta come il larga attesa. A questo punto del mondo, alto sulla città vecchia a questa cuccia di luce e conforto in cui abbiamo amato meglio che potevamo e dormito bene nella sua pace e fatto tutte le cose umane delle vite, al mio cuore senza tristezza che tutto saluta contento, come esercizio di distaccamento, come grande scuola del trasloco e del suo lasciare la presa.
Vi lascio, cose. Il vostro mancarmi sia la melodia che ora mi guida: La schiena liberata dal peso stia dritta in attesa della più alta impresa. Il bastarmi del poco e del niente che serve. E il resto sia vuoto. Sia intesa con tutto ciò che non pesa.
Mariangela Gualtieri, Esercizio del trasloco (Bestia di Gioia, Einaudi ed.)
Capisci di me quello che vuoi capire. Il comodo che c'è tra un sandalo e un pantalone largo, su un divano. Tra una collina lontana che, guardata da qui, non stanca, né opprime. Capisci di me il solo raggio di luce che vedi dal cono d'ombra in cui finisce chi cerca. Per sé. Per semplificare. Quello che costerebbe troppa fatica. Capisci di me la sola parola che hai sentito di tredici che sono state pronunciate. La più comoda al tuo teorema.
Il piano B è lo stesso del piano A. In pratica il mio piano B è di nuovo il piano A. E mi scuso per l'insistenza. E mi spiego: se andava bene il piano A perché creare un piano B? Anche perché il piano A è il frutto di un ragionamento a prescindere. Il piano B è il piano A, rivisto. Comunque un salto logico rispetto alla soluzione da prospettare, prospettata. Dico tutto questo sapendo che il piano B preluderà a un piano C che sarà il piano A con molta meno capacità incisiva. Ecco perché scelgo ancora il piano A e contesto la necessità di andare per evasioni, dispersioni. Fino alla completa distanza dalle cose che ci eravamo detti. Quando abbiamo pensato il piano A. Il solo che valga. Penso.
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