Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Una sommaria ginnastica riabilitativa prevede esercizi minimi anche per parti non viste (percepite) del corpo. L'anima è parte del corpo? Perché se sì anche quella. Se no: che cos'è l'anima? Si situa fuori dal corpo e dove? In quale spazio preciso e in che relazione con quello a cui si lega pur non appartendendogli? Il discorso si fa complicato ma la ginnastica rimane semplice (anche quando minima). E, a ben vedere, necessaria.
Di Carvelli (del 21/08/2012 @ 08:30:53, in diario, linkato 1311 volte)
conversare con una donna baciarla può bastare per arrivare nel profondo nel deserto di ogni mio secondo. ma insisto in questa fuga verso il nulla, voglio arrivare al deserto che c’era prima che dio facesse il mondo.
www.nazioneindiana.com/2009/02/21/quattro-poesie-2/
Portando la sensibilità ai giorni pari hai fatto aprire un conto al nulla ereditato da altro nulla che ora dici non tuo. Tu
Aspettala di Mahmud Darwish
Con la coppa incastonata d’azzurro aspettala vicino alla fontana della sera e ai fiori di caprifoglio, aspettala con la pazienza del cavallo sellato, aspettala con il buon gusto del principe raffinato e bello aspettala con sette cuscini pieni di nuvole leggere, aspettala con il foco dell’incenso femminile dappertutto aspettala con il profumo maschile di sandalo sui dorsi dei cavalli, aspettala. E non spazientirti. Se arriva in ritardo aspettala, se arriva in anticipo aspettala e non spaventare gli uccelli sulle sue trecce, e aspettala ché si sieda rilassata come un giardino in fiore, e aspettala ché respiri un’aria estranea al suo cuore, e aspettala fino a che non sollevi il suo vestito scoprendo le gambe nuvola dopo nuvola, e aspettala e portala su un balcone per vedere una luna annegata nel latte, e aspettala e offrile l’acqua prima del vino e non guardare il paio di pernici che le dormono sul petto, e aspettala e accarezza lentamente la sua mano quando poggia la coppa sul marmo come se sollevassi la rugiada per lei, e aspettala e parlale come il flauto alla coda spaventata del violino, come due testimoni di ciò che il domani vi prepara, e aspettala e leviga la sua notte anello dopo anello, e aspettala fino a che la notte non ti dica: Al mondo siete rimasti soltanto voi due. Allora portala dolcemente alla tua morte desiderata e aspettala….!
Non ho rimpianti, non chiamo, non piango, tutto passerà, come fumo dai bianchi meli. Afferrato dall’oro dell’appassimento, io non sarò mai più giovane.
SERGEJ A. ESENIN
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