Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Che poi certe cose le potevo fare meglio. E parlo di quelle che non ho fatto. Cioè di quelle che potevo non fare. Meglio, compiutamente. Per esempio potevo non farle prima. O farle dopo quando in realtà andavano fatte e non le ho fatte. Insomma, una questione di opportunità. Non opportunista. Cioè di opportunità non opportune. Una specie di ginnastica da fermo. A mente. Un sollevamento pesi senza pesi. E che, non per questo, non pesa. Sembra confuso. E' confuso. D'altronde cosa non lo è. O non dovrebbe esserlo. Considerando la transitorietà. E altre cose un po' fatiscenti e in bilico che sorreggiamo con tutto la forza di cui disponiamo e fino a che non cadono rovinosamente senza poterci fare nulla. A parte ridere.
Zapoj è una cosa seria, non la sbronza di una sera che, come da noi, lascia soltanto un cerchio alla testa il giorno dopo. Zapoj vuol dire restare ubriachi per parecchi giorni senza smaltire la sbornia, vagare da un posto all'altro, salire su treni che non si sa dove vanno, confidare i segreti più intimi a persone incontrate per caso, dimenticare tutto ciò che si è detto e fatto: una specie di trip.
Nel reportage su Davos Emmanuel Carrère scrive: "Alle tre del mattino, tuttavia, davanti a un bar un gruppo di giovani banchieri festeggia la decisione di creare insieme un hedge fund - il genere di cose che fanno i giovani banchieri quando sono ubriachi".
Di Carvelli (del 12/02/2013 @ 10:28:09, in diario, linkato 1114 volte)
Sto leggendo il bellissimo Scale d’acqua (Kolibris edizioni) di Inger Christensen e presto ve ne parlerò. Cito una poesia dalla raccolta.
La fontana di piazza Farnese potrebbe essere stata costruita da Girolamo Rainaldi nel 1628. Ma non c’è la certezza.
Piazza Farnese sta dove sta perché Palazzo Farnese sta dove sta. In realtà ci sono due fontane. Sono uguali.
Io vado in giro per la piazza.
Una Jaguar rossa cammina lungo i palazzi in cerca di qualcosa.
Il sole splende. L’acqua e la vernice della Jaguar rossa riflettono la luce.
Traduzione di Bruno Berni
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