Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Escono. Dal teatro correndo. Prima che sia finita. Ridendo a crepapelle e scappando dagli sguardi perplessi delle maschere che li vedono andar via dopo appena 20 minuti. La realtà è che lo spettacolo non gli è piaciuto. La realtà è che tra perdere tempo vedendo cose che non ci piacciono... Usciamo? E corrono. Un solo consonante "sì" e vanno. Altrove. Ridendo degli attori falliti e degli aspiranti ragazzi da muretto improvvisati shakespeariani, telenovelas, fiction tutto a part time. Corrono senza sapere dove andare. Vanno.
Confessa: "Ao' me faceva strano a vedè quello nuovo nei panni bianchi dell'altro... me veniva da dije ' a coso...levati quei vestiti!'... che nun c'ero abituato". Dice che gli sembrava un'usurpazione e che hai voglia a dire "morto un papa..." Mica vero. Morto un papa se uno lo sostituisce sembra come se l'ha ucciso, sembra un nuovo matrimonio a ceneri ancora calde del defunto.
Molti amici molto onore. Mi sembra un adagio migliore e tra l'altro di non compromesso dalla Storia. Per cui accolgo con curiosa attenzione l'esistenza di un blog dedicato all'amichevole prestito dei libri. Una sorta di evoluzione ancora più partecipata del book crossing. Io per conto mio mi dibatto ancora per capire dove sie IL CORPO di Kureishi. A chi l'abbia dato e quando. Più saggio il mio amico D. che si scrive tutto su un biglietto... questo DVD a quello o a quell'altro. Io trasmetto il piacere della lettura come una cortesia per gli ospiti della casa che forse sono troppi e poi non ritornano. Provo a ricordare mani e facce nella mia casa. Ma inutilmente. Detto questo segnalo il blog generoso. Più di me.
http://librinprestito.splinder.com/
C'è una splendida intervista sul Corsera-cultura di Ranieri Polese a Silvia Ballestra. I suoi libri, gli editor come si deve, il cambiare editore, il rimanere fedeli all'idea della letteratura, Tondelli, un coming out noir e un tributo a IZZO. Ce n'è per tutti e da una voce importante e ineguagliata per tanti aspetti nella sua linea colta e popolare che ha tenuto a battesimo la rinascita della letteratura italiana. Anche oggi mi sembra che abbia qualcosa e più di qualcosa da dire. Da leggere.
Che brutta sorte la parola FRATELLO. E' chiaro il suo significato ma è anche abusato. Vuoi per motivi religiosi vuoi... solo per quello mi sa. Sulle scritture mica c'è scritto siamo tutti/e suoceri/e, o tutti padri/madri. Forse è per troppa responsabilità. Forse. Invece (anche io) credo di aver detto "M. è mio fratello" "S. è mio fratello". E invece mio fratello è G. e Sacre Scritture a parte oggi compie 39 anni.
La guardo poco ne so poco. per esempio ultimamente non capisco uno in un programma reality che soffre per una che fa la stronza (il vertice del fascino femminile se la fortezza cede, alla fine). Così ho capito. La mia collega F. - che ne sa molto di più e la capisce la tivvù - mi dice che non è così e mi dice "no no ...ti devo spiegare" ma poi non mi dice nulla.
Fatevi un esame di coscienza: se siete felici - ma veramente felici - del vostro rapporto sentimentale, o del vostro nonrapporto sentimentale, se non avete mai tradito il vostro Lui/Lei, o se lo avete tradito con una certa leggerezza senza tracce, se non siete mai stati traditi (mah) con dolore (capita), se non ne avete coscienza, se... Se state bene in fatti sentimentali... Andate! A vedere:
Oh non vi lamentate se... Non ve la prendete con me! E soprattutto non fate gli imbarazzati alla fine del film.
Di Carvelli (del 26/04/2005 @ 09:52:48, in diario, linkato 1115 volte)
Tecniche orientali e letti particolari: un'officina di idee
Daniela Gambino
Ultimamente mi stressa parecchio rilassarmi. Un controsenso? No, se ripeterti «stai tranquilla, stai easy» diventa un imperativo. Il consiglio più comune è «medita, riposa bene, fatti fare un massaggio, dedicati all'ikebana, fatti un po' di origami». Consigli in tema, anche se non sono manager, su www. managerzen. it, per «proporre un approccio alternativo alla cultura aziendale». Tentiamo tutti di sollevarci il morale con la cultura del Sol levante. Pure quelli che non metterebbero mai piede in un sushi bar di tendenza (ricette su www.ilmenu.com) come minimo si leggono i manga e fanno i massaggi shiatsu. Una mia amica vuol comprarsi un tatami, l'ha appena scoperto e dichiara «lo voglio». I giapponesi sono maestri indiscussi del design essenziale (in mostra a Palermo «Makio Hasuike Industrial designer» presso la galleria di architettura Expa, www.expa.org, il suo sito è www.mhway.it)
Devo dire che il tatami, qui inteso come base del letto, e il relativo futon, cioè il materasso specifico, fanno una bella figura in casa, soprattutto sistemati secondo i dettami del feng shui, che sarebbero una serie di direttive per posizionare i mobili in modo da trarne armonia. Riposare bene è fondamentale. Lo scrittore e blogger Roberto Carvelli, ha scritto 'Letti', per Voland, un'autobiografia che utilizza il letto come punto di vista privilegiato (www.carvelli.it). A creare dei letti ludici, che servono per tutti, ma diventano, magicamente, giochi per bambini, e trasformano il riposo in un'esperienza creativa, ci pensano Roberta De Grandi e Daniela Vinciguerra. Palermitane, una laurea in architettura, mamme, hanno creato le officine delle idee, denominata Achab, come il capitano di Moby Dick, perduto nel suo sogno di inseguimento. Daniela e Roberta, si legge dal sito www.officineachab.it, «professionalmente insieme dal 1996, aprono nel novembre 2002 l'officina d'idee in cui discutono, progettano e costruiscono, da sole e con altri compagni di ricerca, la loro personale visione di un contemporaneo hand-design (?)». Dal loro catalogo, consultabile online, si può vedere koudò, cubo multicolore, (koudò, è un parola che significa cubo per dormire), oggetto, puff, chaise longe, poltroncina e soprattutto letto d'emergenza. Più tutta una serie di oggetti «veramente bassi - mi spiega Daniela - che non è un modo di dire, più che alla cultura giapponese ci rifacciamo, alla cultura dei bambini, i bambini vivono il pavimento, da genitore lo rivaluti: è un punto di vista diverso». Per contattarle l'indirizzo email è infoofficineachab.it. Per postare e comunicare http://danielagambino. splinder.com
Di Carvelli (del 26/04/2005 @ 12:13:52, in diario, linkato 1321 volte)
Dal blog di davide l. malesi http://licenziamentodelpoeta.splinder.com/
Istigazione a delinquere
Da queste parti, qualcuno propone il rilancio della cosiddetta "letteratura ombelicale", di cui ci stiamo faticosamente liberando poco alla volta (non è ancora scomparsa, purtroppo, checché se ne dica...). Già qui, tempo fa, si tornava a giustificare la contemplazione dell'ombelico come sorta di obiettivo sul mondo: "... c'era stata una rifunzionalizzazione dell'ombelico, direi. L'ombelico dello scrittore era diventata la lente deformante della prospettiva sul mondo", scrive Christian Raimo in questa sua simpatica apologia (non saprei come definirla altrimenti) dell'antologia di racconti La qualità dell'aria. All'epoca in cui fu pubblicata, l'antologia suddetta mi parve semplicemente ignobile, anche se non mi dedicai più di tanto allo studio del perché e del percome (devo dire che dopo aver letto le conclusioni a latere di Raimo sull'antologia, ho capito invece il perché e il percome, anche se non sono poi così contento d'aver capito - a volte l'ignoranza è una benedizione). I testi antologizzati, sbandierati nella prefazione come antitesi all'ombelicalismo, ne erano in realtà intimamente pervasi (se ne salvava uno soltanto, assai divertente: l'autore me lo sono scordato, comunque il racconto s'intitolava Steinbeck). La qualità dell'aria era, per così dire, il ritorno dell'ombelicalismo sotto mentite spoglie. Ora, su L'Arte di Leggere, si profetizza (e s'incoraggia, ahimè) una nuova, efferata supremazia dell'ombelico: non più alla chetichella, dunque, bensì in pompa magna. Abbiamo, io penso, poco da stare allegri.
Bene (cioè, male, ma comunque): allora io suggerirei, piuttosto che una rivalutazione dell'ombelico, una taglia sull'ombelico. Vale a dire: si potrebbe costituire un fondo per pagare un killer prezzolato di buon livello professionale, che accoppi sistematicamente ogni scrittore reo d'aver pubblicato un testo ombelicale (non un libro: secondo me, per giustificare l'esecuzione basterebbe anche un racconto). Per i quattrini, sono certo che tra i milioni di lettori nauseati di certe schifezze, i fondi si troverebbero. Rimarrebbe, forse, un unico problema: chi è che può legittimamente stabilire quando un testo è ombelicale oppure no? Trattandosi di vite umane, a quel punto, occorrerebbe muoversi coi piedi di piombo prima di sancire che il tal libro, o il tal racconto, sono ombelicali. In realtà, a mio avviso, tratterebbesi di un falso problema: dacché i testi ombelicali, da sempre, proclamano a gran voce la loro "ombelicalità". Il che, per così dire, taglierebbe la testa al toro (e all'autore) una volta per tutte.
"In modo inimitabile la vita sa mentire / al di là di attese e smentite... / Ma dal tremito di tutte le vene / lo puoi capire: è viva!"
Marina Cvetaeva
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