Com'è, o Mecenate, che nessuno vive contento della sorte che la ragione gli ha dato o il caso gli ha gettato davanti, e tutti invece non fanno che esaltare chi persegue una vita diversa?
Di Carvelli (del 25/05/2011 @ 16:32:51, in diario, linkato 731 volte)
Ho visto sabato scorso questo piccolo film francese Angèle e Tony e mi è piaciuto. L'amica che l'ha visto con me a un certo punto ha dissentito ("questo film potevo scriverlo anche io...ci sono solo quattro dialoghi") ma poi è capitolata di fronte alla scena finale. La differenza tra il pianto di un uomo e quello di una donna è che dopo lei va in bagno e tu puoi risparmiartelo. A lei scola il rimmel, la matita e a te no. D'altro canto lei viene guardata con più tolleranza tu meno. Ma non è questo che volevo dire ma quello che ho detto a lei ovvero che secondo me se un film è scritto bene (e, ovvio, non dico che è o non è un capolavoro) succedono queste cose. Che una scena apparentemente semplice come quella che chiude questo film chiama un bel pianto liberatorio, un transfert, una soluzione. Un film che si potrebbe consigliare a chi crede convintamente che l'amore non potrà mai più essere. Ma deve essere davvero convinto/a.