Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 24/05/2010 @ 12:47:52, in diario, linkato 1008 volte)
Visto mostra di Hopper. Spiccano due frasi che mi appunto.
Sono sempre stato molto attratto dall'architettura, ma i direttori dei giornali vogliono gente che muove le braccia.
Se potessi esprimerlo con le parole non ci sarebbe nessuna ragione per dipingerlo.
Forse non consapevoli di essere ascoltate due ragazze - in ufficio, per le scale esterne, un piano sotto - parlavano dei loro seni. "Vorrei avere una quarta ma mi accontenterei anche di una terza". Ho pensato a quanto diamo differente valore alle cose. Loro parlavano come di un numero di piedi o di una misura di una cosa di cui noi (uomini) parliamo in termini più spirituali (so che non è la parola giusta ma azzardo). In questa differenza balla tutta la storia del genere umano (in senso lato). Matematica contro religione (o filosofia, se siete più laici).
Di Carvelli (del 21/05/2010 @ 16:53:09, in diario, linkato 1567 volte)
Ci sono cose che non saranno mai come prima. Cose che prima non pensavi. Che non sapevi. Che non credevi potessero essere così. E te ne accorgi all'improvviso. Ascoltando una canzone che avevi già sentito e che all'improvviso non suona più allo stesso modo. Senza sapere che poteva essere così.
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Di Carvelli (del 21/05/2010 @ 08:56:37, in diario, linkato 2291 volte)
Leggo stamane il saggio dedicato a Robert Walser, scrittore svizzero che amo, da Coetzee. Anche questo saggio ha un incedere bio. Biografico e senza grassi aggiunti. E' un bene scrivere senza grassi? Non so. Penso - sempre che riusciamo a metterci d'accordo sulla parola nemesi che la morte di questo scrittore possa definirsi nemetica. La morte fotografata di uno scrittore misconosciuto o abbandonato. Dimenticato. Una morte visibile per una vita invisibile passata tra manicomi e riduzioni progressive, dimagrimenti. Forse sì in questo caso serve la nettezza del non-grasso. La morte nella neve, la morte nel camminare (per un autore che ha dato ai passi davvero una consistenza letteraria). Camminare, ecco una voglia che stordisco. Provvedere.
Entrando in ufficio sento questa frase: "Uno va in psicanalisi per dieci anni e poi arriva uno in ufficio e ti dice che in un giorno ti toglierà lo stress".
Mi sento come il bersaglio di tanti desideri. Penso che non devo schivare i colpi. Mi devo solo allontanare un po'. Rimanendo visibile (a vista). Far vedere l'altro che c'è, far vedere l'altro che sono senza togliere il piacere della presenza ma allontanandola dalle freccette.
Leggo i saggi sulla letteratura del Nobel Coetzee. Lavori di scavo. Saggi sulla letteratura 2000-2005. Saggi con un forte contenuto biografico. Li leggo un po' a salti e in sordina. Mi colpisce quello su Walter Benjamin. Leggo (a proposito dei Passages, libro che cerca di salvare e qualcuno gliene dia gloria): "Pr i grandi scrittori le opere finite pesano meno di quei leggeri frammenti ai quali lavorano per tutta la vita". Coetzee racconta dell'amore di Benjamin per la Lacis che conosce a Capri e poi frequenata a Berlino e in Russia. Benjamin è sposato ma s'innamora e tramite Asja Lacis conosce e assorbe il marxismo. E scrive: "Ogni volta che mi sono perdutamente innamorato ho subito un cambiamento così radicale ma meravigliarmene per primo (...) Un amore mi fa assomigliare alla donna che amo". L'inversione del detto chi si assomiglia si piglia.
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Ieri sul Corriere un bel racconto di Paolo Giordano. Un uomo è in viaggio negli USA per prendere una decisione. la sua compagna gli ha chiesto di sposarla. Lui ci viaggia su. Sempre sul Corsera una poesia del bravo poeta Umberto Fiori. Questa:
Comodo, essere gli altri.
In salvo, fuori tiro, padroni di andare e venire come vi pare.
Invece io - sempre qui, a disposizione.
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