Immagine
 lanzarote-letto... di Carvelli
 
"
“Ascolta. Più sono gli uomini che hai avuto e più ti amo. Capisci quel che voglio dire?” “Perfettamente”. “Odio la purezza, odio la bontà! Voglio che la virtù non esista in nessun luogo, e che tutti siano corrotti fino al midollo”. “E allora, caro, dovrei essere proprio il tipo che fa per te, perché io sono corrotta fino al midollo”. “Ma ti piace? Non sto solo dicendo se ti piaccio io, voglio sapere se ti piace fare l’amore in quanto tale”. “L’adoro”.

George Orwell
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 21/09/2009 @ 08:54:00, in diario, linkato 620 volte)

Sono di qua a vedere l'effetto di litigi stupidi (esistono litigi stupidi? litigi non stupidi?). Di qua a vedere come si possa fare di una mattina piovosa una mattina piagnucolante. Basta poco, serve nulla. Sono dall'altra parte della barricata a fare la parte di chi aiuta a ricucire: piccola arte sartoriale che non cura le ferite nostre ma forse aiuta a pensare che con due giri di filo regge anche la stoffa più consunta. Se dati bene. Se dati presto.

Visto al Quirino la compagnia MK in Comfort Geografia. Interessante. Ricerca di sincronia: forse... vedi sopra. Forse serve una ricerca infinita di equilibrio (a rischio pur sempre di cadute) per riuscire solo alla fine e solo giocando ad andare a un ritmo speculare, una danza allegra in cui finalmente due è uno. Nessuna rivalità, nessuna competizione. ma non è facile da questa e da quella parte della barricata.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 18/09/2009 @ 09:22:54, in diario, linkato 713 volte)
E' la seconda volta che viene. E trova sempre tanta gente. Che è pure un caso. Un caso fortunato. Alla fine si avvicina e mi parla. Ti volevo dire una cosa - non è italiana ma parla una lingua forbita, ricca di termini, rotonda - ti volevo dire (dice) che la tua casa è una metafora. Penso alla tua casa come a una metafora dell'accoglienza.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 17/09/2009 @ 12:50:02, in diario, linkato 648 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 17/09/2009 @ 10:48:30, in diario, linkato 670 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 17/09/2009 @ 09:21:44, in diario, linkato 707 volte)

Ieri sera dopo aver visto Videocracy - un interessante e perciò raccomandabile documentario da cui però forse mi aspettavo qualcosa in più - ho letto uno dei racconti dei 49 di Hemingway per la precisione quello di cui nell'introduzione lo scrittore americano dice essere uno di quelli mai a nessuno piaciuto ma fra i suoi (dello scrittore) preferiti (interessante spunto di riflessione quello dei gusti personali veros la propria opera di chi ne è coinvolto ancor prima come autore). Il racconto, LE LUCI DEL MONDO, è in definitiva un lungo dialogo tra bar e prostitute di due giovanotti (si potrà dire ancora?). E' dunque un racconto di chiacchiere alcoliche che si chiude nella stessa transumanza sbevazzante con cui si è aperto. Due prostitute non si riescono a mettere d'accordo su chi abbia davvero amato un uomo che ora non c'è più. La verità del loro amore è non differibile, non condivisibile, personale. Come i gusti.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 16/09/2009 @ 14:57:35, in diario, linkato 691 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 16/09/2009 @ 08:56:50, in diario, linkato 705 volte)

Ieri sera ho visto e mi è piaciuto Persecution di Patrice Chereau (film presentato a Venezia). In realtà è stato un incontro fortuito e perciò fortunato. Dovevo andare a vedere Lebanon (che Venezia ha vinto) o Videocracy con amici. Ma avevo scelto Lebanon alla fine. La sala era stracolma e al completo così di corsa ad una sala vicina. Un attore in stato di grazia (Romain Duris), un regista che si cimenta (continua a farlo) con l'intimità amorosa (quindi viaggia al fianco degli attori, gli sta addosso...cose che ad altri fautori di un cinema di azione possono risultare irrritanti) per un film che viaggia sul filo della malattia (amorosa). Daniel perseguita Sonia ed è perseguitato da un malato di mente invaghitosi di lui. Lo scambio sano/malato è terapeutico. Come al solito la domanda: chi è sano, davvero? Sonia ama Daniel nel modo in cui bisognerebbe amare ma è riamata nel modo sbagliato. Di un'intensità disperata e bisognosa. Generoso è Daniel: a guardare gli altri, a seguire gli amici, persino a cercare di salvare passanti. Generoso è perché vuole amare Sonia. Eppure dà chiedendo? Un disperato bisogno di salvezza pronunciato in forma di offerta. bella è la sceneggiatura, la direzione degli attori, tutto. Sono tornato a casa e ho dormito meravigliosamente dopo aver abbozzato un racconto (non sto scrivendo in questo periodo e tutto quello che mi arriva lo chiamo Brandello di stoffa per un vestito che forse non indosserò). Come un brandello, dunque. Questo:

Come inizia il bene

Un senso indefinito di benessere. Un vuoto in cui stiamo bene. Come la chiamiamo questa sensazione che ci pervade oggi, il giorno in cui ci siamo lasciati indefinitamente (perché non ho scritto definitivamente?)? Forse dovremmo festeggiare o forse no. Forse non siamo così certi che questa sia l’ultima volta in cui diciamo basta a una cosa a cui diciamo basta dal primo momento. La prima volta in cui ci siamo visti è stata quasi la prima volta in cui ci siamo amati. Il giorno dopo il cielo era nuvoloso e noi meditavamo la fine, studiavamo un piano di fuga. O ne eravamo studiati? Non è mai ben chiara la sensazione di qualcosa che non va, che non ci convince a fondo. A volte sembra l’idea di un non poter fare diversamente – quindi una scelta; quindi una decisione o una sensazione (a seconda di che valore diamo al percepire piuttosto che al volere) – altre volte l’idea di dover fare tutto il possibile perché le cose non cambino. Il nostro dolore che sia il nostro dolore; come abbiamo sempre pensato non venga messo in discussione da un incontro per quanto bello.

La prima volta che siamo stati insieme tu avevi le gambe un po’ rigide e il respiro strozzato, corto. Io ti dicevo “non aver paura” e tu smettevi di averla. Di chi ti fidavi? Di uno che non conoscevi, uno che forse poteva farti del male, uno che forse non era la scelta giusta. Inizia anche così il bene: ingenuamente. E senza pensarci. Il respiro strozzato, le gambe trattenute e uno che ti dice “non ti preoccupare”. E tu, che smetti di preoccuparti. Inizia così. Dopo – non hai la forza di guardarmi negli occhi – fissi un punto impreciso del mio petto e ti addormenti. Inizia così. La gonna lunga a fiori, la maglia viola, roba sparpagliata e sonno. Hai deciso di fidarti. Di un letto a terra, di uno di cui a malapena sai la data di nascita ma non hai neppure avuto il tempo di chiedere alla tua amica "magica" che buona o pessima combinazione astrale vi avvicinerà o vi allontanerà. Venerdì e poi sabato. Giorni buoni per non sapere. Venerdì e poi sabato: un giorno ancora per capire. Cosa è giusto, cosa sbagliato? I segni li vedrai domenica o lunedì direttamente, dando uno sfiato a questa prima indecifrabile notte in cui ti addormenti fissando un petto che mai hai visto. Un petto diverso da ogni altro petto, di un respiro mai udito, di un corpo che fa un ideogramma strano su un materasso a terra di una casa che non conosci. Inizia così. E non sai come finisce ma pensi che è presto per chiederselo. Aspetti domenica.

 

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 15/09/2009 @ 09:24:07, in diario, linkato 650 volte)

L'orologio segna 2e38. Mi sono svegliato. Poi continua così. L'orologio continua a segnare ore e minuti e io non mi riaddormento più. Un po' di lenzuola e poi scendo di sotto. Fuori piove a secchiate. Google (il gatto) non è da nessuna parte (tornerà verso le 6 asciutto). Abbiamo accordi chiari: non ci controlliamo, nessuna gelosia, nulla. Ognuno sta solo sul cuor della terra ma lui caccia topi e io gli faccio avere i croccantini. Il campanello forse a contatto con un rivolo d'acqua, suona fisso ma piano. Mi scambio due messaggi con un'amica (come ha fatto a sapere che ero sveglio?) che ha il cane agitato per la pioggia e i tuoni. Ore 3e40. Mi faccio una bella colazione (pane buono, formaggi, uva, caffè). Mi porto il PC in cucina e inizio a scrivere. Scrivo una lettera. Scrivo al Principio di Realtà. Così.

Lettera al Principio di Realtà

Caro Principio di Realtà

 

 

ti scrivo come si scrive a un giornale. Insomma: mi aspetto una risposta. Sono partito male? Equivoco? Delle due l’una: o la realtà di cui ti fregi (perdonami se sono partito con la seconda persona ma ho pensato che se dobbiamo diventare amici è meglio non perdere tempo) è evanescente (ahiaiaiai!) e cede alla magia oppure... Oppure millanti e questo è più grave. Scusa se inizio bacchettandoti.

Mi chiamo Roberto. Il cognome non è importante. Sono le 4 e c’è più di una cosa di cui vorrei discutere con te. Iniziando dal tuo essere sempre in mezzo, sempre presente ma sempre – ripeto “sempre” – un passo indietro rispetto alle cose. Perdonami ma non mi piaci affatto. A pelle, dico. Mi sembri uno di quei bambini saputelli pronti con la mano alzata a suffragare gli errori dei compagni appena un momento dopo l’illusione del silenzio che ha provocato in quelli la certezza di una giusta risposta o del “tanto non la sa nessuno”. Converrai che non è un modo onesto di comportarsi. Mi confermi che la risposta la sapevi da subito (è quello che tutti sospettiamo quando abbiamo a che fare con te)? E allora? Perché ci hai fatto provare a dire le nostre stupidaggini? Perché ci hai costretti a provare una soluzione? Dài ammettilo non susciti simpatia a prima vista. Sù non è la tua dote migliore la concordia. E dunque: perché dovremmo tenerti in massimo conto? Perché farti strada, lasciarti la porta aperta o, peggio, darti il passo? Scusa il risentimento ma sono pure le 4, la mente non è lucida (pur non sembrando desiderare le coltri del sonno) e tu, come tuo solito, fai capolino ogni tanto per ricordarci, solito stronzo saputello (scusa se mi lascio andare alla stizza), i nostri miseri errori. Beh, sarò selettivo, ma io gli amici me li scelgo diversamente. Dunque mi devo rassegnare ad averti al fianco come un pungolo indisponente e asettico? E’ già così. Se mi sono deciso a scriverti – ora la sveglia segna le 4e25 – è perché voglio tentare un ultimo disperato tentativo di conciliazione. Non startene lì in silenzio. Non aspettare la domanda, la mia scena muta, la mia risposta sbagliata. Incalzami, precedimi. Metti davanti la tua lapalissiana verità e lasciala qua davanti ai miei occhi. Forse non basterà a farci diventare amici ma certo ci aiuterà da qui al futuro a non guardarci storto. Ma che ingenuo sono a parlarti così. Dovrei immaginarlo che non rientra nel tuo fintamente distratto procederci al fianco, non è nel tuo stile no... Sono vittima dei pregiudizi, dirai. Va bene, lo sono. Ma tu – scusa la franchezza – hai davvero passato il limite. Da ora in poi stammi un po’ alla larga e non sempre lì pronto ad alzare la mano, ad aspettare scivoloni, a sottolineare mancanze. O almeno, per favore, facciamo una pausa: tu te ne stai dove devi stare e io pure. Se ti sembra che sbaglio qualcosa tienitelo per te. Se avrai ragione, se avrai indovinato la tua banale concretizzazione delle cose, nessuno te ne toglierà il merito e non ci sarà neppure bisogno di ribadirlo. Così fino ad allora facciamo a meno l’uno dell’altro.

 

 

 

Cordialità

Roberto

 

 

 

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 14/09/2009 @ 09:36:40, in diario, linkato 626 volte)
Ti dissi non me, non me persona. Ti dissi di non guardare a me come a una persona. Ti spiegai tutti i difetti che non vedevi (non li vedevi). Ti dissi che presto li avresti visti, ne avresti visti altri. Succederà, ti dissi, e allora? Che ci farai con la delusione? Come farai a separare quel che era buono, quel che era utile, quel che serviva dal resto? Dopo bisogna chiudere gli occhi non prima. Ma non è solo questo. Bisogna andare al di là della persona. Bene e male. Tutto siamo. Non solo bene. Pregavo la tua ingenuità di farsi da parte. Andavo contro me. Una specie di suicidio, è vero. Ma sapevo che sarebbe stato peggio morire del tuo risentimento.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 11/09/2009 @ 14:22:26, in diario, linkato 682 volte)

La frase è questa. Frase che mal cito in Amarsi a Roma e non so spiegarmi il motivo di questo errore. E' nel recitativo di questa esecuzione di BackDoorMan. Una mia fissazione giovanile. Ma mi piace ancora a risentirla.

">.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 6385 persone collegate

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie più cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








27/11/2024 @ 13:39:58
script eseguito in 291 ms