Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Se me ne andrò e se sarà un giorno di maggio, promettimi di fare selezione. Accompagnami con gli amici.
Voglio un funerale laico. Che ci sia vento o no. Che piova o meno. Voglio un funerale onesto. Un copione che i presenti possano seguire. Una linea a cui tutti possano accostarsi, un qualcosa di gradevole e sicuro. Una sciarpa di lana, una federa di seta. Voglio crearlo io stesso, con l’aiuto delle persone che amo. Voglio provare a pensare come mi piacerebbe che la cosa funzionasse, fin nei minimi dettagli. E voglio che ne siano partecipi tutti. Che dicano la loro e, quando sarà il momento, sappiano che fare. Se mene andrò. E se sarà di maggio.
da Matematici nel sole di Franco Stelzer
La prima volta che non ricordo è stata molte volte fa. Ero più piccolo o forse ero distratto. La prima volta generalmente si è distratti. Le cose non sembrano quello che sono. Dici o senti parole che non ricordi, c'è il sole contro, una pioggia insistente. La prima volta spesso non è quella giusta e a volte è la sola, l'unica che ci ha messo il caso davanti in una strada che non abbiamo mai percorso. La prima volta la dovrebbero vendere con la seconda compresa nel prezzo. La prima volta se no dovrebbe essere preceduta da un rullo di tamburi, un piccolo stacchetto, una voce che ce lo dice. Come nei treni. E si scende alla prossima. La prima volta che non ricordo è stata molte volte fa. La prima volta generalmente si è distratti. La prima volta che capiterà una prima volta voglio essere più attento. Anche se piove. Anche se c'è il sole contro. Anche se sarà la seconda. E io non sarò quello di una volta. La prima volta. E' tutto? E' tutto.
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Non subito, ché subito non lo sai. Non dopo, ché dopo è tardi. Scegli il tuo tempo. Datti un numero. I secondi prima di parlare. I minuti o i giorni prima di baciare. La volta che hai perdonato. Quella che rimarrà l'ultima. E quella che farà ripartire tutto. Non sei solo. Guarda bene. Guarda tutto. E poi fai. Perché fare è il nostro lavoro. Pensare, certo, a fare. Pensare di avere o non avere fatto. Non perdere tempo, usa il tuo tempo, ché il tempo non sia né troppo né poco. E dopo, dopo che è passato il tempo giusto, fai quello che devi fare. Io ci sono sempre stato. Io continuerò a esserci. Ora e prima. E, naturalmente, dopo. Anche questa è una questione di tempo. Una questione infinita.
Di Carvelli (del 31/07/2009 @ 12:49:23, in diario, linkato 1128 volte)
Mali che vengono per nuocere Mali che vengono per non nuocere Mali che non vengono Mali che non sono mali anche se lo sembrano Mali veramente ma veramente buoni (e lo sai) Mali (quasi) provvidenziali Mali per gli altri ma non per te Mali secondo gli altri (ma non secondo te) Mali che arriveranno Mali che aspettiamo Mali prima o poi
Di Carvelli (del 30/07/2009 @ 14:41:10, in diario, linkato 1107 volte)
Di Carvelli (del 30/07/2009 @ 08:45:02, in diario, linkato 2970 volte)
AVVERTIMENTO Wislawa Szymborska
Non portate nel cosmo i burloni, non ve lo consiglio.
Quattordici pianeti morti, qualche cometa, due stelle, e già durante il viaggio per la terza i burloni cambieranno umore.
Il cosmo è quel che è, ossia perfetto. E i burloni non glielo perdoneranno mai.
Nulla li rallegrerà: non il tempo-giacché troppo eterno non la bellezza-giacché senza pecche, non la gravità-giacché non si lascia volgere in scherzo
Tutti saranno ammirati, loro sbadiglieranno.
Sulla rotta per la quarta stella sarà peggio ancora. Sorrisi acidi, disturbi del sonno e dell’equilibrio, discorsi stupidi: che il corvo col formaggio nel becco, che le mosche sul ritratto di sua maestà o la scimmia nel bagno -be’, si, quello era vivere.
Limitati. Preferiscono il giovedì all’infinito.
Primitivi. Preferiscono una nota stonata alla musica delle sfere Stanno benissimo nelle fessure tra teoria e pratica, causa ed effetto, ma qui non è la Terra e tutto combacia.
Sul trentesimo pianeta (in quanto desolazione ineccepibile) rifiuteranno perfino di uscire dalle cabine, vuoi per un mal di testa, vuoi per un dito che duole.
Che imbarazzo e che vergogna Tutti quei soldi buttati nel cosmo
Di Carvelli (del 30/07/2009 @ 08:26:42, in diario, linkato 1040 volte)
** Frequento da qualche giorno una casa. Lì c'è un gatto. Anche a casa mia c'è un gatto. Questo è enorme, bianco, le zampe spuntano appena un poco dalla grossa stazza del tronco (si dirà così?). Mi guarda, mi odora: familiarizziamo. Poi mi morde. Piano ma è un piano che marca un fastidio. Mi morde una o due volte di seguito finché non viene rinchiuso da qualche parte. Chissà cosa pensa in quell'altra stanza: mi stavo così divertendo con quelle caviglie e invece ecco che mi tocca rimanermene chiuso qua dentro.
** C'è un ristorante abbastanza mitico appena dietro casa mia. Già dal nome emblematico. Ieri sera ci sono andato a cena. Del nome (mitico, appunto), del vecchio titolare solo l'ombra incerta e vecchia su un tavolino di servizio. Chi entra lo riverisce, i figli lo venerano. Lui fa solo i conti, riceve i soldi. Per il resto del tempo guarda ieratico il vuoto. Neanche i clienti fissa. Sorride a malapena. La moglie esce di tanto in tanto dalla cucina dove immagino darà una mano. Si siede aaccanto a lui e anche lei fissa un punto non precisato. Dopo un po' arriva la figlia e gli passa un cucchiaino di mousse al cioccolato. Lui lo lecca e senza dire una parola lo passa alla moglie con la mousse rimasta e lei invece (ma sempre senza dire parola) lo lecca più e più volte. Nel fare questo semplice gesto non si sono guardati negli occhi neppure una volta. Neppure una.
Di Carvelli (del 29/07/2009 @ 14:35:16, in diario, linkato 4099 volte)
C'è chi insegna di Danilo Dolci
C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
Profondamente stimavo un amico
quasi invidiando un altro a cui diceva
stupido, e non a me.
C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
www.nazioneindiana.com
Di Carvelli (del 29/07/2009 @ 09:12:41, in diario, linkato 1061 volte)
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Ascoltavo la radio e pensavo a tutte le canzoni che girano nell'etere. Mi domandavo quanto incidano sulle nostre vite, su quest'estate a cui giocoforza sono destinate ad appartenere almeno nel ricordo di stagione. Forse troveremo persino un juke box per farle suonare. Ci innamoreremo, le fisseremo a noi per quanto semplici. Ce n'è per tutti. In una veniamo invitati a parlare con lui. E lui è Eros Ramazzotti che a dire non è che io ci abbia molta confidenza con lui. A Ligabue tocca che diciamo come ci vogliono gli altri. Gli ZeroAssoluto partono per dimenticare, non si capisce perché che loro si sarebbero sposati ma lei ha preferito all'ultimo un altro, eppure anche loro erano disponibili e dunque? Per Jovanotti "ti amo punto" e non si discute (beato lui, come al solito positivo, quasi una nota stonata nell'amoreorrore). Vasco prima non si ricorda come si chiama e poi vuole solo lei. Eppure non ci passeranno tutti questi giorni senza che ci arrivino da qualche parte queste note. Sarà la nostra estate. Non ce le dimenticheremo.
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