Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La vita ha delle sue complicazioni semplici. La gente cammina senza accorgersene e senza accorgersene cammina. Essenzialmente è tutto un problema di armonia: esistono superfici solide e superfici lisce e altri gradi. Il problema è mettere insieme i colori, le temperature, i suoni, le diverse asperità senza che questo crei rumore, infrazioni, spaccature di tempo e di forma.
Di Carvelli (del 22/03/2005 @ 16:06:42, in diario, linkato 1066 volte)
Qual è la data di nascita del porno? Gola profonda? Pare ovvio ridirlo "No". Scrivo questo mentre ricevo il bel libro di Ando Gilardi sulla fotografia pornografica (Bruno Mondadori) e leggo questa notizia su "Good Old Naughty Days" (Bei Tempi Sconci) un montaggio da centinaia di pellicole a luci rosse risalenti all'era del muto di Michel Reilhac, direttore del Forum des Images di Parigi.
Di Carvelli (del 22/03/2005 @ 14:49:57, in diario, linkato 1138 volte)
Di Carvelli (del 22/03/2005 @ 09:25:05, in diario, linkato 1062 volte)
Ieri ho preso un autobus di quelli che attraversano periferie dormitorio, luoghi inospitali la notte, col coprifuoco – non un coprifuoco totale ma sorvegliato – non puoi uscire o quasi e le mamme sono attente agli spostamenti delle figlie, alle loro borsette, alle loro camerette. C’era questa ragazza un po’ in carne con ombelico (e un bel po’ pancia) di fuori ed un ragazzo che la conosceva. Domanda: Lavori ancora?. Lei: No, mi sono licenziata. Lui: quanto prendevi? Lei: 800 euro più le mance. Domanda: dove vai? Da un amico che ha la febbre. Domanda (affermazione): Hai capito!!! Lei: silenzio e bolle di gomma americana. Lui: e così stasera si scopicchia… Lei: silenzio e gomma americana. Io pensavo imbarazzo. Io pensavo terrore. Poi capisco svenevolezza, incanto, malizia, onore. Lui: beata te, io devo andare a fare a botte. Lei: portami con te almeno mi sfogo. Lui (canticchiando): come saprei… amarti io… Che traffico, io me la faccio a piedi. (Ciao/ciao) Lei sola in autobus (al cellulare ad un’amica): Ciao Mo’ qua c’è traffico, non ce la faccio… che dici ci passiamo lo stesso…? Non si può andare a disturbare in una casa a quell’ora…
Di Carvelli (del 22/03/2005 @ 09:04:27, in diario, linkato 1011 volte)
Dunque… ogni tanto mi piace riprendere in mano i libri (il libro, perché in particolare rileggo con piacere Walden) di Thoreau. Il libro dedicato alla sua esperienza a Concord è uno dei libri che ho più cari. Lo tratto quasi come un libro sapienziale come altri sono abituati a fare magari con libri che gli creino una specie di appartenenza. La Bibbia? Il Corano? Non so. Anche io appartengo ad una cultura meglio ad una religione del libro (di un libro) ma anche alla cultura dei libri, alla cultura punto. Premessa. Vorrei ora dedicare a chi sta soffrendo, a chi si dimena (Walden è non solo un grande libro di economia ma anche un continuo incoraggiamento ad una vita attiva e felice) due frasi:
Ma gli uomini si affaticano poiché partono da principi sbagliati.
E ancora:
L’opinione pubblica è un tiranno assai debole, paragonata alla nostra opinione personale. Ciò che determina o piuttosto indica il fato di un uomo è l’opinione che egli ha di se stesso. (…) Ciò che si chiama rassegnazione è disperazione rafforzata.
Di Carvelli (del 21/03/2005 @ 16:58:47, in diario, linkato 1057 volte)
Conversazione. Lei: "allora stuprare un ragazzino non è reato??!" Lui (facendo destra e sinistra con la testa): "dipende... se il genitore...". Scendono al piano prima del mio "buona conversazione" dico mentre escono.
Di Carvelli (del 21/03/2005 @ 12:53:40, in diario, linkato 1109 volte)
RONDEAU Cun cheste lenghe nude e in nissun puest nì mai viodût in lûs di nissun voli se no dai miei cjalant i tiei celescj jo mâr o clamarès chel to celest tiscjel il lum dal to tasê forest e primevere il sole lune dal to pet; cjalanti, inte buere di me ch’e cres falchet sarès se no tasès cjalanti in cheste lenghe nude e in nissun puest. In nissun puest amôr ma nome in chest l’amôr ti disarès ch’al è taront l’insom e il sot ladris e zime in rime e intal clarôr sul fîl da la tô schene crît il clâr de lune clare compagne bielece son li’ mans strentis in trece li’ mês li’ tôs e intor il braç de gnot ch’a si davierç in lûs, nulinti, e in blanc in nissun puest amôr ma nome in chest. In nissun puest ma achì ti volarès niçant adôr sul niçul des peraulis peraulis come fraulis ti darès che vite ator ator e je tampieste jo e te mâr fer tal mieç da la tampieste e messedant i tiei cui miei cjavei amôr plui tô la mûse tô e sarès e non il to plui non, cun dut il rest forest in cheste lenghe nude e in nissun puest.
RONDEAU. Con questa lingua nuda e in nessun luogo, né visto mai in piena luce da nessun occhio, se non dai miei guardando i tuoi celesti, io mare chiamerei quel tuo celeste, castello il lume del tuo tacere straniero e primavera il solco lungo del tuo petto; guardandoti, nella bufera di me che cresce, sarei falchetto se non tacessi guardandoti, in questa lingua nuda e in nessun luogo. In nessun luogo, amore, ma soltanto in questo, l’amore ti direi che è come un cerchio, il sotto e il sopra, gemma e radice in rima e nel chiarore sul filo della tua schiena, grido il chiaro della luna del medesimo chiarore, bellezza sono le mani strette in una treccia, le mie, le tue, e attorno il braccio della notte che si apre in luce, fiutandoti, e in bianco, in nessun luogo, amore, ma soltanto in questo. In nessun luogo ma qui io ti vorrei, cullandoti nel su e giù delle parole, parole fresche come fragole ti darei, che la vita attorno è una tempesta, io e te mare fermo in mezzo alla tempesta e mescolando i tuoi con i miei capelli, più tuo, amore, il volto tuo sarebbe, più nome il nome tuo, con tutto il resto straniero, in questa lingua nuda e in nessun luogo.
Pierluigi Cappello, RONDEAU, in Dittico, Liboà, Dogliani, 2004, pp. 30-33
Da leggere:
www.vicoacitillo.it/poetim/cappello.pdf
Di Carvelli (del 21/03/2005 @ 12:38:31, in diario, linkato 1054 volte)
“Gli alberi non crescono fino in cielo./ Ma crescono nell'aria che respiriamo,/ e dentro la terra fino ai morti/ che ci mancano. Ed è già abbastanza.” Søren Ulrik Thomsen
Notevolmente diminuita la voglia di coperte. Notevolmente più sudore. Più odore. Notevolmente più sonno e ottundimento. Notevolmente più lento il passo, più leggera la stretta delle mani. Più piacevole il risveglio del mattino per il sole a fascie quasi da subito. Notevolmente diverso il modo di pensare e di capire che tutto può migliorare se solo facciamo quello che sappiamo sia giusto. Notevolmente siamo più in primavera di qualche giorno fa. Oggi.
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