Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
"Gli esseri stabiliscono una distanza
Che è pretesto per superarla;
Così, di sera, ballano;
Sudore e pentimento."
"Nel metrò, le giovani donne
Girano in un'atmosfera drammatica
Nel mese di maggio, così desiderabili;
Io sono uscito senza la mia cartella.
Occasioni di 'avventure sessuali'?
Giochi sapienti della seduzione?
Le mie giornate sono nitidamente reali,
Accedo allo stupore." (da L'insopportabile ritorno delle minigonne)
Michel Houellebecq IL SENSO DELLA LOTTA Bompiani
Di Carvelli (del 13/01/2005 @ 14:16:27, in diario, linkato 1155 volte)
Ci sono delle parole che mi risultano particolarmente lontane e sono quelle che nel giro di poco sono usate però da tutti (alcune di esse sono neologismi o parole composte): privè, ristopub, discopub, cioccolateria, ...
Ieri ho riletto alcune poesie bellissime da IL SENSO DELLA LOTTA e ho ascoltato la voce del grande autore francese nel CD che era incluso all'interno del piccolo Bompiani. C'è una grande bellezza nel cercare nei libri vecchi delle tracce di risposta alle cose nuove. Anche la lett(erat)ura ha il suo panta rei.
Era un film molto bello di Salvatore Piscicelli. Erotico si dovrebbe dire, se fosse un genere. Se non fosse un genere inflazionato. Ben interpretato e coraggioso. Giocato tra la mistica del desiderio (Teresa D'Avila e Cioran) e la distanza di mondi tra mondi. Intellettuale e pratico. E' ma mente che muove il corpo o viceversa, cantavano The Smiths? Un film da rivedere ma anche qui i DVD non sono un formato aggiornato.
Di Carvelli (del 12/01/2005 @ 09:46:27, in diario, linkato 1139 volte)
Corsera. Nichi Vendola plaude a Buzzanca padre di gay e dice che suo padre si sarebbe riconosciuto nell'icona macha del B-movie italiano. Forattini divorzia da La Stampa e uno studio americano ci dice che avere segreti aiuta. Ci rende soddisfatti avere una doppia vita in secret. Rafforza l'autostima. E' morto dado Ruspoli, il principe della dolce vita. Rotta nella destra. Bossi redivivo. Prodiani qui e prodiani lì. Sfogliare il giornale delle volte è proprio un esercizio di salti e saltimbanchi. Si passa dal serio al faceto per tornare al serio replicando le lacrime o la serietà di un conduttore di show domenicali facili al dolore come alla risata. Replichiamo quella leggerezza balistica che ci spinge tra i due stati d'animo? E come? Con nonchalance perplessità o guitteria?
Dimenticavo di consigliarvi il LINUS di cui sotto per uno splendido racconto di Sandro Campani futuro esordio per Playground e già nell'antologia Bloody Europe! della stessa casa editrice. Un racconto d'infanzia bellissimo. Crudele e sereno come solo l'infanzia può. Facilmente.
L'altro giorno ho rivisto la location di uno dei racconti di PAR: la sala corse. Il titolo del racconto è LA COMUNIONE ALLO SPORTELLO. Ed in effetti ho visto tanto officio e tanta fede. Ma anche studio. Ma anche speranza. Ma anche dolore. Ho visto che in terra c'erano cedolini strappati e ho rivisto i flussi. Ho rivisto la nursery al maschile (mai una donna) e gli schermi accesi e i flussi. Ho ripensato a quei nomi di cavalli e a quelle pagine tutte scritte che mi ricordano quelle dei titoli di borsa de Il Sole 24 ore. Bellissime elencazioni. Mi piacciono le elencazioni. Mi piacciono perecchianamente ma anche tecnicamente. Gli annuari del calcio. I vecchi orari ferroviari con tutte quelle pagine gialline e quel formato rettangolo. Il più antiletterario è letterario. Lo sapeva anche Simenon che teneva a casa e si ispirava agli elenchi telefonici delle varie città francesi per immaginare storie, fatti, conseguenze. Forse è che anche una sola parola ha una storia. Un nome. Un cognome. Un cavallo.
Uno short di Matteo B. Bianchi su . Su in edicola.
Naturalmente sappiate che nel mio sito si può fumare. E' attrezzato con un'apposita saletta che è questa: http://www.carvelli.it/piaceri.html
Inoltre vorrei fare un po' di pubblicità regresso a
Natale era. Oggi passando da Piazza Venezia (Roma naturally) per andare a lavoro ho visto la fotocopia al verso contrario (il negativo si direbbe in fotografia) dell'operazione di ancoraggio dell'albero di Natale di Roma (l'altro sta in front of Vaticano). Solo che mentre lì si ergeva uno splendido abete verde e palluto e luccicante e colorato, qua si segnettava uno stecco nudo di fronda in fronda che pareva come nei cartoni animati il coyote tristemente privato del suo manto. Sono finite le feste. Segate. A nudo. Ecco il 2005!
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