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apri cuore chiudi cuore apri cuore chiudi cuore pausa, respira di nuovo apri cuore chiudi cuore pausa respira chiudi cuore chiudi cuore chiudi cuore trattieni il respiro trattieni il respiro apri cuore richiudi richiudi
Che ci faccio con quei piccoli segreti che mi dite in mezzo a un aperolsoda spostando indolenti patatine sulla scacchiera? Che riserbo è quello che prega silenzio in un tavolo di neppure un metro? Che viaggio hanno fatto poche vuote parole dal cervello alla bocca? Dove dovrei registrarle, salvarle? E da cosa poi dovrei proteggerle?
Non ho scritto nulla sul concerto di Morrissey di sabato scorso all'Auditorium di Roma. Lo faccio ora sapendo che anche questo piccolo silenzio forse è servito a mettere una giusta distanza. Il concerto è stato intenso (forse un po' breve). La versione di Meat is murder mi è sembrata un po' mal arrangiata anche se all'uscita di scena del Nostro la band l'ha chiusa come meritava. Mancava, va detto, quel "Los Angeles California..." e poi giù. Mancava Suedehead. Ma c'era "is silent and grey". Non credo però di poter parlare dei The Smiths e segnatamente del suo ex leader senza quell'occhio benevolo che il mio spirito assegna loro. Devo a quella stagione di vinili gran parte della mia resistenza a un periodo di infelicità tardoadolescenziali, scuola di preti pedofili e fascisti, ambiente di opprimente reazionarietà. Sono stato per la prima volta pesce fuor d'acqua con la sola arma spuntata - e in parte il solo alibi - delle canzoni dei The Smiths. Sono stato - tra i non tanti - uno dei pochi fortunati al concerto primo e solo italiano (romano) della band. Tutto il resto non può essere storia ma leggenda. E la leggenda non si critica bensì si rinnova ritualmente. Se fosse stata storia (e in parte forse lo è stata) meriterebbe qualche pagine in più che ho speranza qualcuno già stia vergando facendo pulizie della tanta inutilità (anche musicale) che la ingombra.
Mette parole a caso senza controllo di sé, delle parole. Come un corridore alle ultime forze, arranca frasi sconclusionate e taglia il traguardo del non ricordo. Smemorato, immemore svolge con acutezza il suo deliquio e risulta più vero e più vivo anche se sembra morto.
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