Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Non me ne frega niente di niente. Ho fatto tutto da me. Dove sto ci sono arrivato da solo. Dove non sono andato era perché non ci volevo andare. Almeno non a quel prezzo. Le persone con me stanno finché ci sanno stare. Dopo che vadano. Quello che ho dato non me lo riprendo indietro ma non è detto che lo debba ridare all'infinito. Non ho pagato nessun abbonamento con nessuno. Chi ha sbagliato deve pagare. Io compreso. Se ci saranno stati errori saranno provati.
Poi ti abitui. Vedi le cose passare e ti abitui. La mosca ti passa davanti al naso la vedi sparire, e ti abitui
Vedi crescere il ramo, lo vedi spogliarsi ti abitui. Vedi scendere il buio, ti abitui come una candela, ti abitui, sono cose che non puoi rompere
Quando cade il pettine ti abitui è caduto il pettine, tutto qui è caduto per la testa troppo alta tra le stelle
Le stelle passano, ti abitui, il camicino passa davanti agli occhi, come una volta come una volta la terra ruota il carro è triste, triste.
da Ida Travi - Tà - Moretti&Vitali
Avete presente quelle persone che cercano di addossare ad altri difetti propri o liberazioni loro? Sapete quando condannare gli altri può diventare una promessa di innocenza propria? Anni fa tutto quello che mi veniva detto lo trasferivo pari pari in una zona di autocommiserazione e senso di colpa. Poi ho capito che la maggior parte delle cose che ci vengono dette non ci vengono dette senza un interesse personale. E siccome è difficile fare la tara a quel che è d'altri finiamo per prendere come oro colato, con l'esattezza di un responso medico tutto quello che secondo altri ci riguarderebbe. In tutta sincerità, dicono (e forse pure pensano).
Di Carvelli (del 14/07/2011 @ 12:04:33, in diario, linkato 1063 volte)
prati ingioiellati di rugiada nella luce del mattino dal treno ginevrazurigo ora dovremmo essere nel canton friborgo perché c’è il cambio di vacca ci sono quelle bianche, pezzate di nero
da Oliver Scharpf, la durata del viaggio dell’oliva del martinicocktail (uppercuts uno e due), Pequod, 2007.
Ieri ho rivisto La versione di Barney (prima arena della mia estate) che era un film visto in originale quest'anno. Un film che avevo subito con una leggera gravità di cui qui forse scrissi. Doppia conferma (sono francamente disinteressato alla querelle "libromegliodifilm/ filmmegliodilibro"). Giamatti meritava l'oscar più di Firth. Il film ha qualcosa di dolorosamente moderno. La caduta dei non-eroi sulla buccia di banana della pochezza ha il fragore dei grandi temi epocali, quelli che pochi sanno dire con compiutezza, quelli che molti si vergognano ad esplicitare per timor panico. Se tutto è nulla pure noi siamo nulla? Se tutto non conta neppure noi contiamo? Bando ai brividi la caduta degli dei (e degli eroi) merita il coraggio del paracadutismo. Se pure non si aprisse la viscosa meglio immolarsi alla causa. Queta la mia versione delle cose.
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