Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sotto ammucchiati parlano mentre dalle loro sigarette rollate con fogli di giornale salgono nuvole di fumo in mezzo a delle parole dette a stento in una lingua comune. Forse è stata guerra; di sicuro sarà ancora penuria e sotterfugio, fatica per trovare idiomi comuni, bisogno di comunicazione. Senza che possa sembrare un sogno.
Giorni e giorni di frasi sempre simili. Passi e ascolti "la mia sistemazione" o "non mi piace come sto" o "mi sento sacrificato". Quando la monotonia diventa ossessione o c'è un problema o ci sarà. Dove giri giri le persone dicono le stesse cose. Non le stesse persone, sì le stesse cose. Uno all'isaputa dell'altro, per ora. Poi, quando l'uno saprà dell'altro sarà peggio o si faranno confronti tra poveri. Conte sui centesimi. Mi riviene in mente la polverina bianca di IERI di Agotha Kristof, a ripensarci (insieme forse al primo della trilogia della città di K.) la migliore cosa che abbia letto della scrittrice ungherese di Neuchatel.
In piedi o seduto. Che tutto passi! Senza forzare i tempi degli accadimenti. Come se tutto andasse bene. Come se tutto fosse imperfetto e andasse bene. Una piccola preghiera alla semplicità delle cose. Senza farsi domande al futuro né al passato. Mi va o non mi va, ora? E dire solo sì o no. Sì se gli va e fa. No e non fa. E come se tutte le due risposte fossero risposte equivalenti. Una accende una lampadina e l'altra no. L'importante è non cercare di accendere lampadine fulminate né lamentarsi della luce fioca di un'altra.
L'ultima frase che leggo di oggi è: "...poiché è una cosa dolorosissima, ripugnante anzi, mettere in luce il crollo del valore di un'anima."
Non vorrei essere inventore di invenzioni inutili. E nemmeno dannose. Non vorrei essere uno di quegli architetti che progetta nuovi sistemi di vita in file di piani e in prospettati divertimenti sociali. Presunti. Immaginati. Non vorrei essere neppure lo scopritore di tecnologie per male, o lussi per bene e inutili. Non vorrei andare in giro portandomi dietro la sindone di una creazione che ha cambiato in peggio il lavoro, la salute, i rapporti tra le persone. Non vorrei. Anche se magari mi tocca essere circondato da invenzioni così e sapere che in qualche parte del mondo sta morendo qualcuno che quella sindone porta in giro con fierezza.
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