Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 15/11/2007 @ 16:31:42, in diario, linkato 1646 volte)
Stavamo lì, col panierino. "Cosa c'hai tu?" Mica si parlava. Aprivi il cestino e facevi vedere. Mica "guarda!" Aprivi. E tu? E faceva vedere pure lui. Qual è la merenda più buona? Gli scenziati si sono a lungo interrogati in team con nutrizionisti, psicologi e sociologi. Pare che la risposta sia "quella dell'altro" proprio come l'erba. Quella del vicino. Sì, il praticello, amici, quello davanti casa.
Di Carvelli (del 16/11/2007 @ 12:24:19, in diario, linkato 1417 volte)
Piove e ripiove. Le parole s'incollano nella riga della tastiera. I tasti battono parole dislessiche (chi le scrive). Uno sull'altro ci accalchiamo nella metro. Uno davanti all'altro per indovinare l'apriti sesamo delle porte. Leggo e sbaglio. Scendo una fermata dopo. Ritorno. Le parole s'incollano dislessiche (chi le legge). Uno sull'altro. Fuori dalle mani nere pendono ombrelli come da un albero di Natale. Piove. Nessun'altra liturgia: solo stanchezza e pioggia.
Di Carvelli (del 19/11/2007 @ 14:38:11, in diario, linkato 1351 volte)
Di più che disperata: straziata. Alta, un bel corpo, la faccia da disfunzione ormonale. Occhi enormi e in fuori, denti larghi e gialli. Calze alla parigina, trucco scolato. Anni quaranta passati da un po'. Cosa piange e da quando? Cosa dice (la vedo che pronuncia la sua disperazione o forse una preghiera, una supplica)? A chi lancia o lancerebbe maledizioni e per cosa? Triste piangere in piedi alla fermata dell'autobus. Fermata vuota e autobus nemmeno all'orizzonte. Sembra contenere sulla sua faccia tutti gli errori di una vita. Se basta un attimo a cancellarli mi domando se ci sarà il suo attimo e quando sarà.
Di Carvelli (del 20/11/2007 @ 10:20:22, in diario, linkato 1377 volte)
Mi è stata segnalata e ho letto un'intervista a Alessandro Dalai della Baldini Castoldi Dalai su Leggere:tutti che è un mensile gratuito offerto da alcune librerie. Il numero è questo
Probabilmente non è più in libreria ma se vi capita vale la pena sfogliarlo e leggere il dissenso di Dalai sul mondo editoriale. Parole - speriamo sincere - che suonano come uno schiaffo a tanta roboante prosopopea di altre edizioni e altri editori. Intanto mi viene in mente che forse si fa un grande parlare di piccola editoria e uno scarso di media. A questo stesso proposito e passando (meglio non passando) il segno molti editori medi fanno a gara per apparire piccoli partecipando a fiere di settore (piccolo settore) pur non avendone i titoli, pur non avendoli più. Ci vorrebbe una regola: si è piccoli fino a tot fatturato e a tot titoli (ammesso che sia tutto lì quello che ti fa crescere). Ma non è così. Nella realtà gli editori medi scontano il contrasto corpo a corpo con i grandi, la prima linea. Molti parlano di letteratura a bocca larga...Ma perché non si dice mai quanto costa mettere una pubblicità su Repubblica o altrove, quanto costa mettere due libri in vetrina in una Feltrinelli ecc? E, soprattutto, si può parlare di letteratura facendo finta che sia un fatto di solo gusto e di sola arte? Nelle parole di Dalai si sente la forza di un dissenso che non avevo mai letto prima. Neppure tra le righe dei piagnistei dei medi spacciantisi per piccoli, dei piccoli che si pretendono minuscoli, dei medi che con alterigia si mostrano grandi salvo fare crac come la legna troppo secca.
|