Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Venerdì - Offlaga Disco Pax al Forte Prenestino
">. Sabato - Quo vadis Baby?
Domenica - Isola Zavorra di Gaspare Balsamo e Mario D'Angelo
Non sentivo piangere così da mesi. L'ultima volta che avevo sentito piangere così avevo detto "mai più" - volevo dire mai più a me - ma l'avevo detto come una piccola bugia che uno sa di non poter non dire. promesse che non puoi mantenere (o non credi di potere). L'ultima volta avevo detto "mai più" e avevo pensato "mai più io". Anche ieri l'ho ridetto. Anche oggi lo ridico. Lei piange, singhiozza, davanti a persone che non conosce. Divide con qualcuno di cui solo intuisce qualcosa che non è affetto la sua grande sofferenza. Non è affetto è molto di più e lei non lo sa. sa che può. sa che lì può, con quelle persone di cui non sa nulla. Mi sento tutta la responsabilità di quel dolore. Il "mai più" è ora. E ora c'è da fare qualcosa. Ora è il momento di giurare che quel "mai più" sarà una vera e propria lotta armata per questa persona, al suo fianco. Piange. Di un pianto contagioso che fa piangere anche altre persone. Talmente è sincero, talmente è vero. Un contagio. Giuriamo che l'aiuteremo. Giuriamo che la sosterremo. Che non sarà sola. Non parliamo di noi. Non parliamo per noi. Stiamo facendo una promessa più alta. Un giuramento. Un voto. E lei lo sa. Lo ascolta e se ne rivà sapendo che noi non eravamo noi. E lei, non sarà più lei.
Di Carvelli (del 09/11/2009 @ 14:48:06, in diario, linkato 1680 volte)
Ricevo da S. questo piccolo estratto da Lettera alla madre di Oto Gozen di Nichiren Daishonin. S. la cita a proposito degli espedienti infiniti e segreti di una grande passione. (E pubblico)
Si dice che in passato ci fosse una donna che desiderava incontrare l’uomo che amava al punto di camminare per mille miglia. Altre, invece, spinte da una passione simile si trasformarono in rocce, in alberi, in uccelli o serpenti.
Di Carvelli (del 10/11/2009 @ 15:22:37, in diario, linkato 1857 volte)
Continuo a leggere con fatica dopo una pausa di lettura di giorni Fabrizio Lupo. Un romanzo di Carlo Coccioli che ho fortunosamente trovato nella piccola e preziosa Tanner. Mi incuriosisce è un libro di più che sull' omosessualità. Un libro importante che racconta un mondo di cui mi ha sempre affascinato il fervore amoroso. Invidiabile. Nelle sue due forme erotica e romantica (ma quando scrivo romantica penso a thanatos... il gioco disperato della fine che spesso mi è arrivato a voce di miei amici omosessuali). Nelle pagine leggo una bellissima frase di Kafka:
"Il Messia non verrà se non quando non sarà più necessario, non verrà se non un giorno dopo la sua venuta, non verrà l'ultimo giorno, ma l'ultimissimo".
Prosegue
"Che queste parole di Franz Kafka, quasi un profeta dell'Antico Testamento, non si alzino contro di me".
Mi capita spesso - mi capita oggi e mi è capitato spesso di pensare - che il fervore religioso possa essere espresso meglio da uomini non di apparato. O meglio: avverto e ho sempre avvertito al fede nel mondo disperato degli ultimi, dei sofferenti, dei peccatori. Anche nel Sutra del Loto il Budda non si mostra al fedele nel momento del dolore, della disperazione ma solo dopo di esso. Quando al dolore si sostituisce la fede, l'ardente desiderio che brucia ed è stato ormai combusto dalla sofferenza. Credo che K. intendesse questo. Il mondo sarà salvato dopo la fine.
A premessa wikipedia. http://it.wikipedia.org/wiki/Serendipit%C3%A0Giorni fa ho visto Serendipity, quello che comunemente viene definito un film stupido o "un'americanata" e F. - una nuova amica - saputo il tema ha definito "diabolico". Di diabolico cosa c'è? C'è un uomo e una donna alle porte del loro matrimonio (rispettivamente con altri due) s'innamorano. se ne accorgono. ma sidano il caso e decidono che se quest'improvvisa virata del destino nei loro confronti deve avere un senso glielo deve dimostrare chiaramente e fanno una scommessa. Si ricontreranno senza sapere nulla l'uno dell'altro. Per caso. E per caso non vi dico come va a finire. E se per caso me lo chiedete. Per caso vi consiglio di affittarvi il film, di sentirvi un po' stupidi. Come mi sono sentito io.
Il mio cellulare suonerà così. Giusto per mettermi un po' in imbarazzo o farci sentire qualcuno.
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Ecco cosa diceva il Presidente Clinton alla nazione. Recupero dalla mia biblioteca n2 un libro pamphlet uscito all'indomani del caso Clinton a firma di Ida Magli. Titolo SESSO E POTERE. Copertina brutta: succede. Mi sono chiesto se potesse essermi utile rileggerlo oggi. E pur argomentando e facendomi argomentare dall'antropologa mi sono convinto che la mutevolezza dei tempi tradisce le scienze inesatte. Spesso l'esattezza delle scienze inesatte è nella debolezza delle basi di partenza. Una buona base di partenza può garantire - altrimenti detto - all'inesattezza di lavorare sul solido. Quando penso all'esattezza penso a principi e, in ogni caso, penso a latere senza avercela assolutamente con la Magli, né con questo libro che pone anzi un campo di domande. La Magli dà all'uomo il potere di ridare un ruolo alla donna. Alla donna rimprovera di aver accettato logiche di potere maschili e quindi di aver conquistato potere con armi non loro proprie e in questo aver levato il contributo essenziale del loro mattone alla tenuta della casa. E ora? E ora - continuo nella banalizzazione - spetta all'uomo rideterminare il ruolo della donna nella società. (to be continued)
Stante il successo del post (vi ringrazio delle mail e della telefonata e del sms) ritorno sul nonluogo del delitto. Esiste una serendipità legata al ritrovamento di qualcosa di imprevisto. Ma io volevo parlare a prescindere. Della mia confusione mentale. Un qualcosa che mi è involontariamente proprio e mi rende persona sottovalutata dal punto di vista dell'attenzione. Che poi è una delle cose che mi diverte sempre tanto. Perché ad esempio - e con massimo stupore degli interlocutori - io mi ricordo esattamente i vestiti delle persone, le parole precise che dicevano in quel dato momento (prego ogni giorno per abbattere il mio essere rancoroso!). Ovviamente parlo delle cose che mi interessano, delle persone. Per estensione perdo molte cose. O meglio le sposto in attimi di distrazione da un posto all'altro e poi non ricordo quel movimento di sottrazione. Da cui dovrei dire che vivo in una costante sensazione di serendipità. Vivo di perdite e di ritrovamenti.
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