Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Leggo i saggi sulla letteratura del Nobel Coetzee. Lavori di scavo. Saggi sulla letteratura 2000-2005. Saggi con un forte contenuto biografico. Li leggo un po' a salti e in sordina. Mi colpisce quello su Walter Benjamin. Leggo (a proposito dei Passages, libro che cerca di salvare e qualcuno gliene dia gloria): "Pr i grandi scrittori le opere finite pesano meno di quei leggeri frammenti ai quali lavorano per tutta la vita". Coetzee racconta dell'amore di Benjamin per la Lacis che conosce a Capri e poi frequenata a Berlino e in Russia. Benjamin è sposato ma s'innamora e tramite Asja Lacis conosce e assorbe il marxismo. E scrive: "Ogni volta che mi sono perdutamente innamorato ho subito un cambiamento così radicale ma meravigliarmene per primo (...) Un amore mi fa assomigliare alla donna che amo". L'inversione del detto chi si assomiglia si piglia.
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Ieri sul Corriere un bel racconto di Paolo Giordano. Un uomo è in viaggio negli USA per prendere una decisione. la sua compagna gli ha chiesto di sposarla. Lui ci viaggia su. Sempre sul Corsera una poesia del bravo poeta Umberto Fiori. Questa:
Comodo, essere gli altri.
In salvo, fuori tiro, padroni di andare e venire come vi pare.
Invece io - sempre qui, a disposizione.
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Di Carvelli (del 13/05/2010 @ 08:46:09, in diario, linkato 1140 volte)
Ho mancato di parlarvi di un meraviglioso libro che ho letto da poco. Per molti l'invenzione dell'acqua calda. Per me la scoperta dell'acqua calda. S'intitola I racconti della Kolyma lo ha scritto Varlam Salamov e lo trovate ne Gli Adelphi quindi tra l'altrio di questi tempi anche a prezzi stracciati. per ora cito. Poi ci ritorneremo.
"Affamato e inferocito, sapevo che nulla al mondo mi avrebbe costrtto al suicidio. Proprio in quel periodo avevo cominciato a capire l'essenza del grande istinto di conservazione, la qualità dui cui l'uomo è in sommo grado dotato. Vedevo i nostri cavalli sfiancarsi e morire - non posso esprimermi in altro modo, utilizzare altre parole. I cavalli non si distinguevano in nulla dagli uomini. Morivano a causa del Nord, del lavoro troppo gravoso, del cibo cattivo, delle botte - e anche se subivano tutto ciò in misura mille volte inferiore agli esseri umani, i cavalli morivano prima. E capii la cosa più importante: che l'uomo è diventato uomo non perché è una creatura di Dio, né perché nelle mani ha quella cosa straordinaria che è il pollice. Ma perché è FISICAMENTE più forte, più resistente di tutti gli altri animali, e poi perché in seguito ha saputo costringere il proprio spirito a servire con successo il corpo".
Mentre leggo Roth nuovo con poca passione, ho letto con piacere curioso Ryszard Kapuciński, Autoritratto di un reporter. Mi piace quando spiega l'importanza della lingua per conoscere un paese e le strade, scorciatoie necessarie per appropriarsi dei segreti senza quella. I dettagli di cui parlavo volte fa. Lui per esempio, in Iran, non sapendo la lingua guardava un negoziante come apriva o meno la serranda, da come la chiudeva e altre cose così. Da quello capiva che ci sarebbero state manifestazioni. Scrive Kapuciński: "Mi baso soprattutto sulle impressioni. Comprendere il mondo attraverso lo sguarso aguzza la vista. Sono stato in paesi di cui ignoravo la lingua, mentre dovevo fornire informazioni su quanto accadeva e interpretare i fatti che vedevo. Con un po' d'esperienza si arriva a percepire il mondo con mezzi diversi da quelli linguistici, anche se si tratterà sempre di una conoscenza limitata".Provo a fare lo stesso. Anche con le persone.
Sontuoso (ma forse sì, difficile) concerto ieri dei Kronos Quartet con il gruppo di Quasimov. Purtroppo ho avuto difficoltà a piazzare il secondo biglietto nonostante la gratuità. Deve essere che la parola Azerbaigian sviluppa naturalmente repulsione o terrore. Ecco una interessante lezione per il futuro. Dirò Azerbaigian ogni volta che vorro sfuggire a un assalto o agli autoinviti. Vado a vedere un film dell'Azerbaigian. C'è un concerto di musica dell'Azerbaigian. Quest'estate? Vado in Azerbaigian. E di subito il vuoto si farà.
Ma intanto vale la pena conoscere i propri (o altrui) mostri. http://it.wikipedia.org/wiki/Azerbaigian
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