Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Provo a capire qualcosa su WikiLeaks. Metto su Google "WL capirci qualcosa". E mi esce questo link http://guidami.blogspot.com/2010/11/come-consultare-i-documenti-segreti-di.html Veronesi alla presentazione del suo libro che mi incuriosisce molto, riflettendo sulle simbologie, ha parlato del suo fondatore Julien Assange e dei suoi capelli prematurissimamente bianchi. Mentre continuo a provare a capirci qualcosa ripenso al film di dei Coen, Burn after reading. Il cinema dei fratelli americani è spesso grottesco, raramente surreale mai o quasi intenzionato verso la realtà. Eppure fa effetto pensare che senza volerlo hanno azzeccato il clima ridicolo della nuova intelligence planetaria. Il film finiva con questo brano.
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Sto leggendo Sarinagara di Forest. La parola del titolo è una parola giapponese che significa "eppure eppure" tratto da un haiku di Kobayashi Issa.
è di rugiada è un mondo di rugiada eppure eppure
Ieri sul rinnovato dimenicale del Sole24Ore un pezzo di Domenico Scarpa sulla qui molto amata Cristina Campo. L'inedita traduzione di una (tre) poesia della Dickinson che vi cito (quanti punti esclamativi eh?!...anche voi esclamate così tanto? e che pensate dell'esclamare in poesia? dell'escalare in sms? ).
Notti, notti selvagge! Fossi con te sarebbero le notti di tempesta il nostro lusso! Futili i venti ad un cuore in porto, senza più bussola senza più mappa. Vogare all'Eden! Ah! il Mare! Potessi in te, soltanto, ancorarmi, stanotte!
Su Repubblica di oggi un interessante dialogo tra Englander e Zadie Smith. Mi ha colpito questo intervento di Englander in cui espone un'idea che mi è molto vicina.
ENGLANDER Sono sempre stato scettico sul collegamento tra vita disastrata e arte. È una concezione antiquata. Ma quello che hai detto mi fa venire in mente che il genere che preferisco è il libro degli amici, per quello che riesci a vedere tra le righe.
Qui il dialogo completo http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2010/12/06/dialoghi/
Ancora Forest che cita Issa. Tre potenti haiku. A voi! (esclamo)
essere in vita all'ombra dei ciliegi è già un prodigio
si muore un giorno sii pronto sii pronto ti dice il fiore
guardando i fiori sotto di noi l'inferno noi siamo al mondo
Siate pronti, domani è un prodigioso giorno di festa, vi dico.
Potevamo essere felici. Potevamo fare un bel po' di cose insieme: andare al cinema, fare tardi, dormire a lungo, svegliarci presto per partire, comprare il quotidiano di sera quando ormai è tardi, andare al cinema al primo spettacolo, fare due volte la macchina del caffè, controllare le offerte sui depliant e poi comprare le cose più costose. Potevamo andare alla stazione senza dover partire. Potevamo leggere lo stesso libro in due. Potevamo sentire la stessa stazione radio in due stanze diverse. Potevamo fare tante cose. Possiamo farlo ancora.
Finito di leggere Sarinagara di Forest (Alet). Mi commuove un punto molto bello in cui si parla del grande romanziere giapponese Soseki. Lo scrittore, come Forest, ha perso un figlio e assiste al comprensibile (si può davvero comprendere?) deliquio della moglie. La donna distrutta dal dolore (che si rinnoverà ad ogni successivo parto) si abbandona a pensieri di follia e di audistruzione. E allora - ecco la cosa che mi ha commosso - Soseki che fa? Lega la fascia del kimono alla fascia del kimono della moglie quando va a dormire, per essere sicuro di un avere un avvertimento qualora la donna si fosse alzata in preda al suo dolore durante la notte.
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