Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Felice come sono stato felice oggi a notare che non ero felice per niente mi rende felice per tutti i giorni che felice non sarò davvero e non potrò pensare che possa cambiare (deve essere una sensazione così)
Stamattina mi vengono in mente due versi di due canzoni abbastanza popolari. Una è di Grignani che a un certo punto (lasciato dalla lei) chiosa "decisione discutibile". Ogni volta che la sento mi vengono in mente le cronache post-partita, le analisi delle azioni, la moviola. Insomma: il calcio e gli arbitri. L'altro verso è di Paolo Conte e dice "lo spettacolo d'arte varia di uno innamorato di te". Mi è tornato al ricordo giorni fa quando assistevo all'approccio di un amico con una. A un certo punto ho sentito la parola "letterario". Mi è venuto un brivido. Perché lo conosco aduso a commenti calcistici, rari sprazzi di analisi - senza analisi - politiche, gerghi vari, contrarietà. C'è da dire che io sono quel genere di persona che non crede alla manifestazione del contrario di sé persino nell'atto mistificatorio e funambolico della conquista. E, ne convengo, anche il mio è un genere. Ma se proprio devo scegliere dal corteggiamento (anche altrui) mi aspetto - al corteggiamento chiedo - che sia davvero vario. E davvero artistico. Ma è un genere. Anche questo. Un genere che dovrebbe essere artistico e non similtale.
Di Carvelli (del 24/03/2011 @ 12:26:56, in diario, linkato 2869 volte)
Sollevare un'obiezione. Perché si dice così? E' pesante un'obiezione? Da sola non si alza? Serve una mano? Due mani? C'è uno sport? Sollevatore di obiezioni? Conoscete dei campioni?
Palombella rossa di Nanni Moretti, rivisto a distanza di tempo sembra altro da quello che ci sembrò anni fa. Un film sui tic non solo verbali. Un film sul tempo. Un film sulla perdita di memoria. Un film sul quello che si è quando non si può più essere quello che si è stati. Ma mi piace pensare che c'è un tema molto forte, esemplificato ad esempio in lui che tira il rigore e prima si dice qualcosa tipo "se guardo a sinistra lui penserà che tiro a destra" (magari sbaglio i lati). Insomma, un film sulla distanza tra strategia e azione. Un concetto che oggi mi sembra attuale soprattutto se lo guardo da vari punti di vista. In definitiva anche la strategia di non avere strategia o di combatterla, mistificarla, si traduce in una nuova strategia. E il rigore viene comunque parato.
Concepire la vita e la morte come due realtà separate vuol dire essere presi nell'illusione di nascita e morte. E' un modo di pensare illuso e rovesciato. Quando si esamina la natura della vita con perfetta Illuminazione (cioe` la vera Illuminazione di chi si e` risvegliato dal sogno dell'illusione), si scopre che non c'è nessun inizio a marcare la nascita e, quindi, nessuna fine che significa morte. Cosi' concepita, la vita non trascende forse nascita e morte? La vita non può essere consumata dal fuoco alla fine del kalpa, nè può essere travolta dalle inondazioni. Non può essere tagliata dalle spade né trafitta dalle frecce. Può stare dentro un seme di senape, senza che questo si espanda o che la vita si contragga. Anche se riempie la vastità dello spazio, questo non è troppo ampio ed essa non è troppo piccola.
L'insegnamento fondamentale sostenuto da tutti i Budda del passato, del presente e del futuro (Nichiren Daishonin - Gosho Zenshu)
|