Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Davvero sforzandomi dopo un bel pomeriggio di passeggiata e ristorante greco sono andato a vedere questo film. E davvero non pensavo che potesse essere così interessante. Il cartellone, il titolo, tutto sembrava dire di no. E invece... La spiegazione è che Cappuccio è un buon regista e Claudio Piersanti è un ottimo autore. Solfrizzi canta questa bella/brutta canzone. Divertitevi.
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Spezzo ancora una lancia in favore del film Se sei così ti dico sì. E vi linko l'altro brano del film inclassificabilmente brutto e bello. Piero Cicala (ma è Solfrizzi che canta e che ha scritto i brani col regista e altri) è un cantante neomelodico fallito anni '80. Un personaggio sconfitto dalla vita che conosce un momento di gloria tardiva e un po' "scivolosa" in cui ha una sua parte Belen. Un classico personaggio inetto. Un perdente con poca possibilità di riscatto se non un colpo di fortuna esterno che lo trova in un ristorante pugliese ormai schienato dalla vita. fate come me: vincete il riserbo e le paure del cartellone, del titolo ecc. e amatevi di più come la nostra neomelodica e un po' volgare parte della vita chiede. See you.
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Di Carvelli (del 18/04/2011 @ 14:51:30, in diario, linkato 1410 volte)
Non so quando è successo. Quando è stato il giorno, quando il momento preciso. Da quando sapere è stato meglio di non sapere. Capire, vedere, meglio del contrario. Da quando restare a casa è diventato meglio di uscire. Costruire invece di progettare. Buttare invece di conservare senza scopo. Davvero non so il punto esatto in cui la macchina ha preso e ha invertito il senso di marcia. Deve essere successo qualcosa. Qualcosa che ora non ricordo. Ora penso che alle volte nella vita qualcosa capisce per noi. Prima di noi e senza noi. E poi sappiamo, senza aver capito come. Da un certo momento tutto ha iniziato a viaggiare verso una nuova meta, l'incertezza del viaggio ha lasciato il posto all'avventura del viaggio. La tua mano, non più tua, la mano di tutte le mani mi ha toccato sulla spalla. Una voce ha detto "puoi andare". Ed eccomi qui.
Di Carvelli (del 19/04/2011 @ 15:08:12, in diario, linkato 1032 volte)
Aprèslude
Devi saperti immergere, devi imparare, una volta è felicità, un'altra vergogna, non abbandonare, non puoi allontanarti quando all'ora viene meno la sua luce.
Resistere, aspettare, una volta a fondo, un'altra sommerso e ammutolito, curiosa legge, non sono scintille, non solo - guardati intorno:
la natura vuole le sue ciliegie anche da pochi bocci in aprile e conserva la sua frutta silenziosa fino agli anni buoni.
Nessuno sa dove si nutrono i germogli, nessuno, se mai la corona fiorisca - resistere, aspettare, concedersi, oscurarsi, invecchiare, aprèslude.
Gottfried Benn
da www.afanisi.net
Mancando di tv ogni volta che mi ricapita di finirci davanti rimango sorpreso e contrariato dalla pubblicità. Specie da quella cosiddetta "messaggio promozionale in calce". Quella in cui un testimonial finge di essere nella sua casa a mangiare conversando con amici. Che brutte case penso (anche se sono belle)! Che amici noiosi penso (ma forse lo pensa anche il testimonial o forse lui stesso non è un gran conversatore)! In tutti i casi pare che davvero non abbiano nulla di interessante da chiedersi. Ma poi che succede? Ecco che arriva una ragazza fascinosissima che mostra una possibilità di dessert. La mostra e basta. Ne parla sempre il testimonial con l'aria "fidatevi di me". Ma la ragazza ha un suo perché e il perché è: mentre il testimonial esalta il prodotto lei indica la "pratica confezione" con un dito che la indica e insieme la carezza voluttuosa. Questo è quanto. Quanto ho visto. Quanto perdo everyday senza TV.
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