Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Avete presente quelle persone che cercano di addossare ad altri difetti propri o liberazioni loro? Sapete quando condannare gli altri può diventare una promessa di innocenza propria? Anni fa tutto quello che mi veniva detto lo trasferivo pari pari in una zona di autocommiserazione e senso di colpa. Poi ho capito che la maggior parte delle cose che ci vengono dette non ci vengono dette senza un interesse personale. E siccome è difficile fare la tara a quel che è d'altri finiamo per prendere come oro colato, con l'esattezza di un responso medico tutto quello che secondo altri ci riguarderebbe. In tutta sincerità, dicono (e forse pure pensano).
Di Carvelli (del 14/07/2011 @ 12:04:33, in diario, linkato 1063 volte)
prati ingioiellati di rugiada nella luce del mattino dal treno ginevrazurigo ora dovremmo essere nel canton friborgo perché c’è il cambio di vacca ci sono quelle bianche, pezzate di nero
da Oliver Scharpf, la durata del viaggio dell’oliva del martinicocktail (uppercuts uno e due), Pequod, 2007.
Ieri ho rivisto La versione di Barney (prima arena della mia estate) che era un film visto in originale quest'anno. Un film che avevo subito con una leggera gravità di cui qui forse scrissi. Doppia conferma (sono francamente disinteressato alla querelle "libromegliodifilm/ filmmegliodilibro"). Giamatti meritava l'oscar più di Firth. Il film ha qualcosa di dolorosamente moderno. La caduta dei non-eroi sulla buccia di banana della pochezza ha il fragore dei grandi temi epocali, quelli che pochi sanno dire con compiutezza, quelli che molti si vergognano ad esplicitare per timor panico. Se tutto è nulla pure noi siamo nulla? Se tutto non conta neppure noi contiamo? Bando ai brividi la caduta degli dei (e degli eroi) merita il coraggio del paracadutismo. Se pure non si aprisse la viscosa meglio immolarsi alla causa. Queta la mia versione delle cose.
Ricevo una canzone da t.
">. Una poesia (sempre da t.)
Cognac a zero stelle ( Kikì Dimulà )
Vanno del tutto perdute le parole delle lacrime. Quando parla il disordine, l’ordine taccia – è ricca di esperienza la perdita. Ora dobbiamo essere solidali con l’inutile. Piano piano ritroverà la parola la memoria e a ciò che è morto darà buoni consigli di longevità.
Siamo solidali ora con questa piccola fotografia che è ancora nel fiore del suo futuro: giovani vanamente un po’ abbracciati davanti a una spiaggia anonimamente gioiosa. Nafplio Eubea Skòpelos? Dirai ma dove non era allora mare.
Una poesia da e.
"E la luna fa il bagno nuda e la notte d'estate profuma di un'enorme aspettativa di sollievo" (Leonard Cohen)
Io invece vi offro una piccola riflessione. Giorni fa una mia amica che legge questo diario diceva che rispetto al passato ci sono meno cose di me. Prima - dice - raccontavo più cose di me. E lei, che mi conosce, si chiedeva come mai molte cose importanti che (lei sa) mi stanno succedendo non trovano spazio qui dentro. Ho provato a darle una risposta. Ora provo a darla a me. Credo che da qualche tempo è come se mi fossi messo un po' da parte rispetto alle cose che mi succedono o che mi riguardano e che forse ci sia più spazio per gli altri. E' successo per sbaglio. O è successo per facilità. Io c'ero ma non me ne ricordo. Una cosa così di cui ora non so dire altro che è successa. Senza grande pena, forse con un po' di leggerezza sfiatata coem di quelle bottiglie di acqua gassata che gassata non è più. Acque, alcune, che escono così proprio dalla fonte.
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