Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il bacio nello sguardo
A primavera Stephen mi ha baciata E Robin in autunno – Colin poi semplicemente, mi ha solo guardata – nemmeno il cenno d’un bacio da lui.
Ecco: il bacio di Stephen l’ho scordato, quello di Robin pure in fumo è andato, ma il terzo bacio, in quegli occhi di brace, giorno e notte m’insidia, senza pace.
Traduzione di Silvio Raffo
Da Gli amorosi incanti (Crocetti)
E' una goccia in un bicchiere - mi rendo conto - parlare da questo punto di vista della nuova lacunosa statica e iniqua manovra del governo ma mi sono imbattuto in questa lista che mi ha fatto sorridere. Si tratta dei prodotti la cui iva passa dal 20 al 21%. Leggo a balzi: pesticidi acqueviti aragoste astici cascami conigli fagiani fiori frutti lane legno lino liquirizia menta mosti ostriche quaglie radici sabbia saggina sale sidro sughero terriccio trebbia tufi...
Ho letto, come detto, Jeffrey Eugenides, Middelsex. Cito da uno dei due bei capitoli centrali (i capitoli della rivelazione) un brano. Questo
Così andò la nostra storia d’amore. Senza parole e senza sguardi, storia notturna e silenziosa che non voleva sapere di sé, una storia fatta della materia dei sogni. Andava bene anche a me. Qualunque cosa fossi era meglio che venisse rivelata lentamente, in una fioca luce adulatrice. Cioè quasi al buio. Inoltre è così che vanno le cose, nell’adolescenza. Si fanno esperimenti al buio. Ci si ubriaca o ci si droga e si improvvisa. Ripensate ai vostri sedili d’automobile, alle piccole tende da campeggio, ai falò sulla spiaggia. Vi siete mai trovati, pur senza ammetterlo, avvinghiati al vostro migliore amico? O in una stanza di un dormitorio con due persone invece che una nel letto, mentre Bach orchestra una fuga sullo stereo? Ha un po’ il ritmo della fuga, il sesso dei primi anni. Prima che subentri la routine, o l’amore. Quando è tutto un anonimo brancicare.
Di Carvelli (del 07/09/2011 @ 15:04:28, in diario, linkato 1096 volte)
Ultimo trasloco
Come se ci fosse altro tempo, oltre a questo, altri giorni per sentire questo freddo salutare, imparare un’altra lingua, bussare a una porta socchiusa, entrare - le processioni sulle auto sul corso, l’intuizione di un bene nascosto al di là di tutti i muri e che solo rinunciando a tutti i muri brillerà (come la tavola del mare corrugata dalla brezza scintillava di origine ai prime raggi dell’alba).
Allora il nostro dovere di uomini liberi è di contare le finestre illuminate nel buio. Perché sul confine tra il paese e la campagna una donna si è svegliata a ruminare la sua angoscia (disoccupazione, amore inconfessabile che svelle la serratura della porta, malattia). Perché un uomo abbandona la sua casa una notte e tutti pensano che è vita, in fondo, quella, è bellezza.
Nei mobili ereditati dai nonni i nipoti leggono il passato come gli anni nel legno, accarezzano le assi e risvegliano il timbro della voce degli assenti, li invitano nella casa pitturata di fresco, li sistemano negli angoli, acquattati con il viso schiacciato sulle ginocchia a mormorare la preghiera che il vento ogni sera chiede al mandorlo, la perfetta consistenza del tuo sangue che attraversa ogni singolo millimetro di te, senza svegliarti.
da http://www.nazioneindiana.com/2010/04/19/32677/
Con alterna chiave
da "Di soglia in soglia" ("Von Schwelle zu schwelle")
Con alterna chiave tu schiudi la casa dove la neve volteggia delle cose taciute. A seconda del sangue che ti sprizza da occhio, bocca ed orecchio varia la tua chiave.
Varia la tua chiave, varia la parola cui è concesso volteggiare coi fiocchi. A seconda del vento che via ti spinge s'aggruma attorno alla parola la neve.
da www.gironi.it
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