Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Luna di morte, di diafana agonia: la terra affonda in un mare d’argento, la sua chioma d’alberi ansiosa e morta sfiora la superficie come un suono inquieto. Quante volte dovrò destarmi all’agonia della piaga che nel mio fianco sanguina come se scambiato il posto con il Tempo stessi nel luogo freddo dove Egli è crocifisso? Giacerà là il Tempo, dove mi accostai da giovane appresso a un corpo per accesa estasi del cuore, tra le cosce dove bramai morte senza fine? Prosciugherà la bocca a cui fusi la mia? Mi lasci questo il Tempo, di ogni cosa erede, ché fin il mal d’amore si scorda in un baleno: O madre terra, sii pia: chi concesse il piacere ci conceda una notte priva di uccelli e luna.
da William Faulkner - Poesie del Mississipi (Transeuropa)
www.transeuropaedizioni.it/leggi/127_faulkner_ante.pdf
Solo io so fare bene quello che è sbagliato. Con un talento inedito dipano la mia eccellenza sugli errori accumulando trionfi. Scelgo persone sbagliate per cose giuste e cose sbagliate che affido alle persone giuste. Nella lista dei piccoli record che ognuno di noi può mettere nel suo palmares io metto questa coppa e la alzo al cielo, indisturbato. E, se è per questo, neppure tanto ammirato.
Diciamolo, non ti sono apparsa nei tuoi sogni per non rovinarli, né mi sono sforzata di indovinare la tua strada per incontrarti, come non ho scelto la folla del centro affaccendato dove sapevo di essere per entrambi, diciamolo, troppo ingombrante, ma ho scelto la via, per così dire – ho, scelto la via di mezzo: un vicolo cieco, per non sbagliare di nuovo percorso; diciamolo – per trovare più facilmente parcheggio; o, diciamolo - in quel istante non avevo niente altro da fare che trovarmi con te sullo stesso lato del marciapiede. (da“Confidenze confidenziali”)
http://wordsocialforum.wordpress.com/2012/07/02/natalia-bondarenko-e-il-suo-antilirismo/
Di Carvelli (del 04/07/2012 @ 17:45:26, in diario, linkato 1051 volte)
Ecco com’ero da piccola
quando non volevo osservare
il vetro della porta del nostro soggiorno dall’angolo del castigo
[già allora sapevo di non avere colpe o,
averne soltanto una – di essere troppo piccola.
Nessuno mi voleva ascoltare. Nemmeno la ragione delle ragioni
che mi fece scagliare contro quel vetro
[come è capace scagliarsi un passerotto,
sprovveduto e senza voce,
contro una grande lastra di ghiaccio appena formatasi
sul fiume in una mattina di novembre].
Ecco perché, da grande, taciturna e sottomessa, ti spavento
con quella vecchia cicatrice sulla fronte, quando mi stai sopra
e cerchi di domarmi inutilmente.
(da“Confidenze confidenziali”)
http://wordsocialforum.wordpress.com/2012/07/02/natalia-bondarenko-e-il-suo-antilirismo/
Dei tanti modi di dire addio non si può dire che tu abbia scelto il più nascosto. Non sei sparita. Non hai fatto un po' di fumo e poi via. Non è stato un progressivo notarti sempre meno e poi nulla. Da un giorno per l'altro sei andata. Con una porta che è sbattuta (che hai sbattuto): è una metafora. A voce. E poi più nulla. Tutti così dovremmo fare per lasciare un ultimo ricordo preciso. Non una sbavatura, una nebbiolina, una incertezza su cui arrovellarsi o far luce. Un secco stacco. Che sempre ricorderò insieme all'immutata stima per la tua coerenza. Netta, senza sprechi od orpelli.
|