Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Una canzone che non vi piace e dopo vi piace. Una persona che vi piaceva e poi basta. Una casa dove volevate abitare e poi non più. Quella stessa persona che vi ripiace ancora ma in un modo diverso. Una casa dove ritornate e non è più quella (prima accogliente o prima fredda, non so). E sono passati quasi vent'anni. E forse è normale. Un regista prima sì o dopo no. Un quadro no e sì. Gli animali sì o no. Il soufflè no e sì. Le fave, il riso, i fegatini, il vino rosso, le calamite, il verde, le auto decappottabili, l'odore della varechina. E in tutto questo, credo, non c'è niente di male.
Le costellazioni dell'io di Friederike MAYRÖCKER (1924) (in "Poesia" - Crocetti Editore Luglio/Agosto 1992) Traduzione di Luigi Reitani
Come ti chiamo quando non ci sei e ti penso: mia fragola-di-bosco mia lucertola-di-zucchero mio cartoccio-di-consolazioni mio filator-di-seta mio scacciapaure mia Aurelia mio fior-di-ghiaia mio bambin-che-dorme mia mano-del-mattino mio dimentichi-molto mio telaio-finestra mio nascondi-luna mia bacchetta-d'argento mio raggio-di-sera mio refe-di-sole mia lepre-con-proboscide mia testa-di-cervo mia zampa-di-lepre mio ranocchio-sulle-scale mia corona-di-luci mio rubaprimavera mio ronzin-che-trema mia lumaca-d'argento mio calamaio mia volpe-scopa mio tagliaboschi mio fuggitempeste mio guardian-d'orsi mio mostra-i-denti mio orecchio-di-cavallo mio albero-del-Prater mio corno-ad-anelli mia borsa-di scimmia mia virata-d'inverno mio carciofo mia mezzanotte mio conto-alla-rovescia (da capo!)
http://letture-e-riletture.blogspot.it/2011/10/wenn-du-nicht-da-bist.html
Con la raccolta, di cui qui spesso abbiamo parlato, Catalogo dei giorni felici (Sciascia editore). Da cui traggo la poesia di oggi:
Facciamo che una notte di queste ti vengo a trovare sulla bocca la luna, il tuo nome. Ti vengo a trovare sciolti i capelli, la pentola vuota i denti una piena rapida, appunto.
Di Carvelli (del 11/12/2012 @ 10:11:32, in diario, linkato 1527 volte)
MARIANGELA GUALTIERI Sii dolce con me. Sii gentile da "Bestia di Gioia"
Sii dolce con me. Sii gentile. E’ breve il tempo che resta. Poi saremo scie luminosissime. E quanta nostalgia avremo dell’umano. Come ora ne abbiamo dell’infinità. Ma non avremo le mani. Non potremo fare carezze con le mani. E nemmeno guance da sfiorare leggere. Una nostalgia d’imperfetto ci gonfierà i fotoni lucenti. Sii dolce con me. Maneggiami con cura. Abbi la cautela dei cristalli con me e anche con te. Quello che siamo è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei e affettivo e fragile. La vita ha bisogno di un corpo per essere e tu sii dolce con ogni corpo. Tocca leggermente leggermente poggia il tuo piede e abbi cura di ogni meccanismo di volo di ogni guizzo e volteggio e maturazione e radice e scorrere d’acqua e scatto e becchettio e schiudersi o svanire di foglie fino al fenomeno della fioritura, fino al pezzo di carne sulla tavola che è corpo mangiabile per il mio ardore d’essere qui. Ringraziamo. Ogni tanto. Sia placido questo nostro esserci - questo essere corpi scelti per l’incastro dei compagni d’amore nei libri.
http://it.wikipedia.org/wiki/M%C3%BDvatnOggi è la giornata dell'Islanda e del ricordo. Il maglione che indosso viene da questo posto: Mývatn. Un lago, un insieme di casupole pronte per il trekking, i bagni termali, l'osservazione degli uccelli. Una specie di paradiso lacustre con corona di vulcani spenti (uno ora è un lago sospeso). Il maglione è fatto a mano. Sulla targhetta il nome dell'anziana signora che l'ha sferruzzato e venduto. Il ricordo dei quindici chilometri fatti a piedi in mezzo alla lava per andare a vedere il museo degli uccelli e le anatre dal binocolo. Ora, mentre scrivo, lì sarà tutta neve. Ma i bagni saranno sempre caldi. E chi si guarderà attorno vedrà bianco intorno al bianco latte dei baths. Oggi è la giornata dell'Islanda. Che io celebro da Roma.
Di Carvelli (del 14/12/2012 @ 09:49:40, in diario, linkato 1122 volte)
Tempi normali
Sfortunato l’eroe nato In questa plaga dove il disco si è incantato Dove i più bravi cuochi sono senza lavoro E il girarrosto del sindaco va Per conto suo, per inerzia.
Non si fa carriera a avventurarsi Lancia in resta contro il drago, Lui stesso rinsecchito in questi ultimi tempi Per mancanza d’azione a uno spessore di foglia: La storia ha battuto l’azzardo.
Uno dice "è questo il mio tempo". Un altro dice "quello era il mio tempo". Se s'incontrano sentono che uno all'altro ha rubato qualcosa. Il tempo è pure un fatto soggettivo, pensa uno. Qualcuno no: per qualcuno il tempo è un dato oggettivo, al limite collettivo. Sembrano tutti pensieri corretti, ascoltati da un terzo. Uno che pensa che sul tempo si possa influire, uno che crede nel dato neutro (ma che può diventare positivo o negativo) della determinazione individuale sul suo scorrere. L'unico che in questa storia fa il suo lavoro come si deve sembra essere proprio il tempo. Che passa indipendentemente dall'uno e dall'altro. Dalle loro convinzioni. Il tempo è il dato incontrovertibile che non influisce e non è influito (o solo in parte). Non è male, se ci si pensa, pensarla così. Ricordarsene.
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