Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Grazie a tutte quelle (e quelli?) che mi hanno mandato le foto dei loro letti. Li trovate qui nella sezione FOTOGRAFIE-LETTI DI AMICIZIA.
Continuate a mandarli. Vanno bene tutti i letti: i letti di fortuna o i letti di una notte. I letti in vacanza. I letti di una volta. Questo è il letto di Antonella (che mi segue da tempo), in Svizzera. Una specie di tana animale ma molto elegante.
Negli uomini è più evidente. Nei maschi più o meno giovani. Nelle donne pure si nota. Parlo del passaggio tra l'essere e il sentirsi belli/e. Parlo di quando un ragazzo bello ma non consapevole della sua bellezza superata la soglia di un'età e forse di una maturazione prende a sentirsi addosso quella consapevolezza e a esercitarla. Succede anche nelle donne (spesso traguarda l'età matura fino ad allora vissuta nell'ombra della bellezza non percepita o ingenua), nelle ragazze, ma forse il ricordo più vivo ce l'ho su uomini che ho conosciuto. Racconterò magari, presto. Per ora volevo solo dirla questa specie di effervescenza un po' scomposta che prende. Un po' gigiona, un po' ragazzona. Avete presente? Non so perché ma mi vengono in mente certe facce di calciatori o sportivi. Gente cresciuta bene e sana lontano dal mito edonista di sé. Gente che prima poneva l'etica, anche un'etica semplice (ginnica, salutare), alla base di tutto e che a un certo punto rincretinisce (la parola è un po' forte), scopre che sotto (o sopra) c'era quell'estetica di cui si erano garantiti, senza saperlo magari, i vantaggi e che ora si apparecchiano e ruminano. Un po' scomposti e felici. Totalmente dimentichi di loro, del loro sé etico. Di una volta.
Di Carvelli (del 19/07/2007 @ 11:29:44, in diario, linkato 1305 volte)
Succede alle volte che la naturalezza inviti a parteggiare per il male. Che ci si senta spinti a solidarizzare con i forti. Ed è questo particolare stato d'animi con cui ci si concede al dominio che mi viene in mente leggendo Essere senza destino di Imre Kertész. Pensando che non è facile varcare la linea e che fare polifonia con il male è alle volte non solo la strada più naturale e che ci costa di meno ma anche quella che ci convince di più. Ecco forse il potere e con esso il male che lo esercita ha buoni argomenti. Ovvero la forza è un buon argomento.
Di Carvelli (del 20/07/2007 @ 09:02:51, in diario, linkato 3391 volte)
Mi sono svegliato con questa parola in testa
CIUCO
non so se l'ho sognata. Forse sì. Forse ho sognato l'animale. Ho sognato il significante o il significato? Non so ma poi camminavo e pensavo a questa parola. Chissà se qualcuno offende qualcun altro così, se i tifosi del Napoli la nominano ancora o se un contadino così chiama la sua soma. Non lo so. Ma questo avevo ed ho in mente da stamane e poi apro i giornali e vedo l'animale. L'ho sognato? mi richiedo. E non so. Solo la parola mi rimane.
Di Carvelli (del 23/07/2007 @ 09:05:42, in diario, linkato 1371 volte)
La notizia è questa. E da questa notizia mi riviene in mente la poesia si Izet Sarajlic, poeta di Sarajevo. Grande poeta di Sarajevo che oggi mi va di ricordare. Con i suoi versi
Va sempre così con i figli
Va sempre così con i figli.
Tutta la vita sognano che un bel giorno con i genitori faranno un viaggio insieme.
E poi va a finire che non sono andati insieme neanche al cine.
Di Carvelli (del 24/07/2007 @ 09:50:43, in diario, linkato 1331 volte)
Luci accese e spente. Condizionatore acceso e spento. L'elettricità, la corrente nella presa, gli elettrodomestici. Stanotte ho sognato cose così. Forse è perché ieri ho visto Apocalypto?
Di Carvelli (del 24/07/2007 @ 14:17:43, in diario, linkato 1307 volte)
Questo testo (che è però forse poco comprensibile senza le foto che documentano il percorso) era stato (scritto per essere) incluso nel catalogo brochure della mostra di Campagna Romana. Il lago era quello di Bracciano, il drago era quello di una performance d'artista. La passeggiata era organizzata con gli stalker.
Un lago, un drago
di Roberto Carvelli
Abbiamo circumnavigato un lago. Una rotazione, un cerchio e poi la discesa verso Roma. Il nostro è stato un percorso circolare prima che una freccia puntata. Quindi, prima che un andare verso un andare intorno. E questo diversivo, il fare un tondo, il girare su noi stessi attorno a un vuoto-pieno, ci ha suggerito una piccola magia. Il lago aveva un castello, un principe e dei servi ossequiosi: il pescatore deferente e intimorito, il pastore che anima la leggenda con la chiacchiera licenziosa o il racconto di gesta folli. E con loro il borghese che le trasforma nell’amaro resoconto di un ritardo storico- economico del suo paese. La magia è continuata per via e contro ogni scetticismo: se c’era un principe c’era pure un rospo anche se era schiacciato e ai bordi di una strada. Se c’era un lago c’era un drago pure se di latta in una performance d’artista su bicicletta. Non era favola trasognata quella che incontravamo ma lo schiaffo continuo di un contrario. Se c’era il bene c’era pure il male: l’acqua preziosa e incanalata con architettura imperitura e quella consumata in uno scorrere inutile o inquinato, ville inopportunamente sfarzose e grotte-bidonvilles scavate nel tufo per il primo ricovero di poveri non di solo spirito. C’erano anche un Ovest e un Est a due passi l’uno dall’altro: gli United States of Le Rughe e l’USSR del lido degli Slavi. Due vie al capitalismo: uno da potenza mondiale che ne gode gli esiti e l’altro di chi lo officia col sudore. Da una parte riviste patinate che incitavano all’equitazione e alla boutique, dall’altra costumi fuori moda e capelli schiariti all’inverosimile con fisici temprati dal lavoro di cantiere o di assistenza-anziani abbandonati alla stanchezza dell’arenile umile. La massima sulla storia che si ripete in tragedia e farsa vale pure per la fiaba. L’andare verso Roma ci ha insegnato come sia l’horror vacui il segno dell’architettura di prossimità: riempire ogni interstizio, pianificare l’occupazione del suolo, far saltare tritolo per creare una discarica e a due passi tirare su una estancia non da gauchos ma da nababbi. Costruire comunque e piuttosto abbandonare come un credo e un dovere per chi come noi sta marciando verso Roma ma a cemento armato.
Di Carvelli (del 26/07/2007 @ 14:02:45, in diario, linkato 1261 volte)
Un volo nazionale che arriva con un'ora e mezza di ritardo, quello di ritorno a 30 minuti dall'imbarco chiude il check in, chi c'è c'è. La legge della giustizia/ingiustizia si abbatte per due volte nel giro di poche ore sulla stessa persona disponendosi verso la severità e il lassismo a seconda dell'occasione propizia. la compagnia si chiama airone il volo Roma/Brindisi/Roma. La giornata, ieri. La vita per chi viaggia in giornata e per lavoro è piena di "previsti". Bisogna aspettarsi di tutto in un senso e nell'altro e come sia sia il rigore pesa quanto la disorganizzazione. Il contrattempo non ti è mai favorevole.
Di Carvelli (del 26/07/2007 @ 14:40:00, in diario, linkato 1364 volte)
Per un po' ci facciamo tenere compagnia dai letti. Chi volesse e potesse può mandarlo via mail e per quanto posso li aggiorno subito. Anche se si chiama Letti di Amicizia questa con molti di voi non ci siamo mai visti ma c'è una piccola amicizia di scrittura che spero continui. Come si dice...Buona visione
Di Carvelli (del 30/07/2007 @ 08:54:25, in diario, linkato 1321 volte)
Questo è il momento della lotta. Quello in cui raccogli le tue forze e avanzi. Questo è il momento. Non quello per delegare, aspettare da altri, attendere. Questo è il momento in cui avanzi e avanzando trascini gli altri con te. Avanti. Dove forse c'è una terra più fresca, irrorata d'acqua dopo l'arsura del deserto. Non è il momento per stare con le mani in mano. Ora bisogna fare ogni sforzo possibile.
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